Stratovarius

Survive

Oggi parleremo di un album “Survive” degli Stratovarius atteso da ben sette anni, risale infatti al 2015 il suo predecessore; “Eternal”.

Andiamo quindi a scoprire oggi, cosa ha architettato per noi stavolta la band proclamata regina e portavoce del Symphonic Metal.Come prima cosa sarà un bene dotarsi di un ottimo paio di cuffie e prendersi cinquantotto minuti e dieci secondi di pausa da ogni distrazione perché di certo non vorremo perderci nessuna sfumatura.Addentriamoci adesso lentamente in “Survive”; prima traccia e title-track, già rilasciata lo scorso 3 giugno come primo singolo che è il mio tormentone estivo. Brano serrato dal riff azzeccatissimo che in pochi attimi ti trascina a fare headbanging e che sicuramente farà cantare i fan in sede live anche se il testo parla di ambiente, tematica che da sempre gli StratovariuS hanno avuto a cuore e forse oggi ancora più di prima rinnovando e inasprendo il loro monito. A giudicare anche dalla copertina, un teschio nel quale è appena nata una pianta, gli StratovariuS ci ricordano che la natura è la vera forza ed è ciò che sopravviverà in questo mondo quando l’ umanità si sarà estinta e questo brano rispecchia tutta questa energia, questa potenza che l’ uomo conosce in quanto fa parte della natura stessa.

Passiamo ora a “Demand” che dalle prime note ricorda un po’ “Anthem of the world”, ritorna l’ harpsichord, elemento base del sound degli Stratovarius, basti pensare a “Black Diamond” ma sono davvero lontani gli anni di “Destiny” e “Visions” nonostante alcuni strumenti li richiamino ancora.Brano di grande impatto in cui si incoraggia l’ ascoltatore a coalizzarsi e fare sentire forte la propria voce, notevoli gli assoli di chitarra e tastiere per poi finire in virtuosismi all’ unisono da capogiro. Certo che, maestri di virtuosismi lo sono sempre stati.Broken inizia con un drumming piuttosto intrigante, un pizzico metalcore e il synth non è da meno. Il Power Metal europeo stile “Speed of light” qui è totalmente dimenticato e anzi, il quintetto mostra un volto totalmente moderno. Non sarà un album concept ma abbiamo ancora da vedercela con noi stessi e veniamo invitati ad una grande riflessione: “Preghiamo per la nostra salvezza gli stessi uomini che hanno creato macchine”; momento per me di vera commozione.

Assoli di chitarra e tastiere sbalorditivi, cori e archi da opera ed un Kotipelto sempre energico ed emozionante. Firefly, già uscito come singolo a questo punto del disco fa partire un nuovo headbanging e mi fa venire voglia di andare ad un loro concerto al più presto, peccato che per ora c’ è in ballo solo il tour finalndese. Speriamo vengano presto in Italia. Assolo di chitarra super melodico, refrain super catchy, daltr’ onde è un brano d’ amore e a giudicare dal video ufficiale parrebbe un amore tossico.

We are not alone, è un galante invito al ballo. Anche qui si strizza l’ occhio al metalcore ma scopriremo presto un ritornello molto happy metal e fa pressappoco così: “Alla fine dei conti siamo infinitamente piccoli considerando che viviamo nell’ universo, speriamo almeno di non essere soli”.Un po’ di leggerezza non è mai di troppa ne’ in un disco che contiene dodici brani (Considerando il brano “Heroes” nella versione giapponese) ne’ nella vita di tutti i giorni. Frozen in time è il quarto singolo che appena ho ascoltato ha completamente disatteso le mie aspettative da quest’ album, pensavo infatti illogicamente, che il mood di tutto “Survive” sarebbe stato quello dei tre precedenti singoli, invece questi cori molto malinconici, che per arrangiamento ricordano il brano “Destiny” più i tamburi cinematic e tutta l’ orchestra hanno un carattere molto drammatico ma che presto diventa epico così come il ritornello. Ho fatto fatica a metabolizzare questo brano prima che infine mi svegliassi al mattino cantandolo. Questo brano mi ha stupito notevolmente come ancora poi Kotipelto che sul finale tira fuori degli acuti da pelle d’ oca e che fanno ripercorrere alcuni momenti storici della sua onorata carriera, vedi “Forever free” e penso sia uno dei momenti più salienti fin’ ora.World on fire, secondo singolo estratto, frizzante ed energico, assieme a “Survive” e “Firefly” definiscono un marchio di fabbrica possente e molto convincente. Anche qui riemerge il monito: “Il nostro mondo è in fiamme, distrutto, sta bruciando, non c’ è più via di scampo”; molto probabilmente si riferiscono anche all’ incendio in Australia dove secondo alcune fonti nel giugno 2019 sono bruciati oltre 8 milioni di ettari di foresta e 3 miliardi di vertebrati. Qui prendo spunto per ringraziare gli StratovariuS e tutti gli artisti che per mezzo della propria arte, in tutte le sue forme, grazie alla propria sensibilità cercano a loro modo di mandarci un segnale al fine di far risvegliare le nostre coscienze.

Il riff di Glory days ricorda “Legions” ma suonata nello stile unico di Matias Kupiainen e chissà se non sono gli anni novanta i giorni gloriosi, visto anche che qui si riprende il vecchio stile? Abbiamo anche un altro indizio nel ritornello: “We’re the legion of dawn A legend reborn…” e qui il power metal europeo torna subito a galla anche se in chiave moderna. Doppia cassa come se non ci fosse un domani e duelli fra chitarra e tastiere, cori epici e Timo sempre sul registro acuto.Arriva ora la quasi ballad, Breakaway ad alleggerire sapientemente l’ ascolto, intro dal sound gigante ed epico che sfocia in un chitarra acustica e voce a servire un refrain catchy che nonostante ricordi le atmosfere dei due “Elements” risulta davvero originale.L’ intro di Before the fall sarà stato creato proprio per essere cantato a squarciagola dai presenti ai prossimi live così come il ritornello, immaginate i classici cori da stadio, mentre nel testo c’ è del risentimento verso qualcuno. Sarà qualcuno che noi tutti conosciamo?

Voice of thunder è il brano conclusivo in cui i cinque ci prendono gusto e si scambiano il primo piano articolando diverse parti, facendo testacoda fra stacchi, bridge, parti special, rilanciando assoli e tutto il vocabolario delle strutture musicali, in sostanza parliamo di una suite dalla durata di oltre dieci minuti che in un album degli StratovariuS non può assolutamente mancare come i momenti di esaltazione alternati a momenti di quiete, malinconia, gioia etc. toccandoci quindi in un grande spettro dei nostri sentimenti.

Concludo dicendo che “Survive” è un album composto, arrangiato, registrato e prodotto magistralmente, oltre ad essere fortemente emozionante. Era molto tempo che non ascoltavo un album intero in continua rotazione.Forse non riesce ad essere coerente con se stesso in quanto abbiamo una parte completamente innovativa ed una parte che ritorna alle radici ma nel complesso è sicuramente pertinente con tutta la carriera di Timo e Jens. In tutta onestà per quanto riguarda la parte che li lega al vecchio passato io direi che abbiano con questo album veramente detto tutto, credo invece ci sia tantissimo margine per questa parte fresca nella quale si possa innestare una lunga la discografia a venire.

Giuseppe Sbriglio

Survive
Demand
Broken
Firefly
We Are Not Alone
Frozen In Time
World On Fire
Glory Days
Breakaway
Before The Fall
Voice Of Thunder

Timo Kotipelto – vocals
Jens Johansson – keyboard
Lauri Porra – bass, backing vocals
Matias Kupiainen – guitars, backing vocals
Rolf Pilve – drums