Steven Wilson
Articolo a cura di Fabio Berserk Podeschi
Live @ Auditorium Parco della musica Ennio Morricone 08/06/2025
– QUANTUM LEAP-
“Il salto quantico, in fisica, è un passaggio repentino e discontinuo di un sistema da uno stato quantistico a un altro. Non è un processo graduale, ma istantaneo. Questo concetto è fondamentale per comprendere il comportamento di particelle subatomiche come gli elettroni, che possono “saltare” tra diversi livelli di energia all’interno di un atomo. Albert Einstein contribuì a sviluppare la comprensione del salto quantico introducendo il concetto di quanto di luce, oggi conosciuto come fotone, nel 1905”.
Come materia che si forma e prende origine da un piccolo atomo di particelle Steven Wilson ha creato connubio fra musica ed arte unità in un solo essere lui è la sua prima creatura Porcupine Tree sono quello che dovevano essere i Pink Floyd ai giorni nostri una loro evoluzione. Il genio Inglese propone alla platea stracolma in quanto sold out il concerto, questo viaggio quantico fatto tra luci suoni e video dove la psichedelica la fa da padrona per un attimo ci ritroviamo come negli anni
sessanta/settanta il fulcro del genere. Si ringrazia MC2 Live nel beneplacito del boss Jacopo Casati per aver avuto la possibilità di partecipare a questo concerto, a Milano c’era la rivista Rolling Stone a Roma nella città eterna ci siamo noi di Tempi Duri e la mia penna pronta a raccontare la serata. Ma veniamo a noi dopo questa intro….
– STEVEN WILSON-
Lo show si svolge in due atti più l’encore, nella prima parte due brani due suite di circa 20 minuti l’una. La prima Objects Outlive Us a metà fra i Pink Floyd del periodo Barrett e modernità degli ultimi Opeth dove lui è padre di tre loro Perle Blackwater Park , Deliverance e Damnation, brano a dir poco ipnotico dove abbiamo soprattutto nella parte finale un saggio della ritmica da parte di basso e batteria immensi Nick Beggs e Craig Blundell, come eterea è la vocalità di Wilson che pone un omaggio ai Sigur Ros , chiudendo il brano con un fusion jazz/rock di classe molto intimistico. La seconda e ultima prima della pausa The Overview che fa da titolo anche all’album ultimo parto del 2025 un connubio sonoro figlio dei migliori King Crimson/Marillion periodo Hogart e dei Pink Floyd periodo e canzoni del genio Gilmour , un vero viaggio nel nostro io, senza l’uso di nessun acido o sostanza, ma contemplando come una luce che viene da posti inesplorati e lontani del cosmo. Nella seconda parte s’inizia con The Harmony
Codex immagini di un mondo ultra tecnologico, come un passaggio per un futuro paradiso cosmico di altre forme di vita, dove veniamo avvolti da questa melodia di synth e tastiere del genio Inglese che apre i chakra della nostra anima. Ci si perde nel turbinio d’immagini, gente che si prende per mano in platea fino alla fine di questo viaggio, il genio Inglese è attento ai suoni e perfezionista impeccabile, vuoi che ciò non finisca questa trasmigrazione ma si ha un epilogo come il viaggio della vita che prosegue oltre in altre trasformazioni e mutazioni. Home Invasion alternative rock prog dove chirurgica è l’esecuzione della band come in tutti gli altri brani, qui si fa un omaggio a ciò che è più di vicino ai Tangerine Dream ed Emerson Lake & Palmer ma con tocco di modernità. Doppietta sempre ispirata al prog psichedelico più puro Regret#9 e What Life Brings. Piccola pausa dove l’artista dialoga con il pubblico, chiede se piace lo show si complimenta per la presenza delle famiglie prima dell’attacco di due brani dal repertorio Porcupine Tree che tanto il primo
Voyage 34 ricorda nella chitarra Another Brick In The Wall sound 2025 ma spaziale, una track completamente strumentale un ambient rock con una voce narrante in sottofondo, curioso il fatto ma anche divertente che mentre c’è questo brano Steven effettua un soundcheck diretto con la sua band tra il professionale ed il divertente questo siparietto, controllando i piatti della batteria e le varie accordature ed armonie un perfezionista del suono da musicista passa alla forma fonico. ( Fossero gli addetti al suono un terzo così in alcuni locali di Roma si Avrebbe il sold out per ogni evento). L’altra Dislocate Day dal suo terzo album con la sua band i Porcupine Tree un tuffo nel passato da The Sky Moves Sideways, con il suo Space Rock Immensa qui la parte ritmica di basso e batteria. Abandonner brano acustico da
Insurgentes pezzo molto intimistico ed introspettivo, il picchiettare sulla tastiera e i solos shoegaze arrivano alle corde dell’anima la gente è in contemplazione di cotanta perfezione prima del ruggito del basso di Beggs discesa negli Inferi delle immagini di bambole che sembrano bambini defunti redivivi inquietante ed affascinante allo stesso tempo. Video d’effetto, di cui lui subito dopo si scuserà con la platea se ha suscitato paure inconsce e nascoste nell’animo umano delle persone ma a lui piacciono queste cose…. mente veramente multiforme attenta a suoni e reazioni che possono suscitare. Impossible Tightrope brano da The Harmony Codex, Jazz Rock più puro dove nel solos delle percussioni vediamo innalzato il basso di Nick come una spada che dardeggia per poi passare a vocalizzi eterei di Wilson che passano da omaggi ai Sigur Ros a Devin Townsend nei suoi progetti da solista legati al progressive metal aor space rock con un finale strumentale che si perde nella psichedelia. Ma ecco secondo me la traccia più bella della serata che si avvicina a ciò che ascolto io, si sente che si è avvicinato a gente come Opeth qui c’è un’impronta, uno shoegaze emozionale dove il suo compagno di chitarra Randy Mc Stine tesse un tappeto sonoro dove è difficile uscire da questo sound ipnotico in levare, che esplode in un solos che passa da lui a Wilson con la sua voce in falsetto veramente bello, qui non si fanno foto, sono veramente pochi e fugaci i scatti d’immagini, si è troppo presi come quei concerti di anni fa dove non c’era mediatica ma solo emozioni.
Il solos che parte a metà canzone e che si conclude dopo un minuto e mezzo è storia che lascia il segno, brividi che scorrono sulla schiena, veramente bella, brano che dalle immagini racconta dell’inquinamento e la modernità che stanno avviluppando in una coltre opprimente il mondo della natura, con inquietanti uomini mascherati da uccelli sporchi di petrolio in un mare oscuro. Ultimo brano Vermillioncore prima del biss finale, una traccia strumentale dove tutti i musicisti fanno saggio della loro bravura, brano dal sapore funk prog alla Glenn Hughes da solista, dove ho notato anche parti alla Metallica della bay area e alla progressive rock alla Rush, qui Wilson vuole far capire che lui riesce a suonare tutto qualsiasi genere che tocca il Re Mida della musica. In chiusura invita la gente a potersi alzare in piedi perchè ci saranno due brani in chiusura e
nel frattempo saluta chi è davanti al pubblico stringendo con velocità le mani, cosa che non è stata detta da nessuno che ha assistito lo show il fatto che quest’uomo suonasse a piedi nudi la prima persona che vidi tempo fa, fu il bassista dei Tesseract Amos Williams come lui Wilson spiego che il contatto puro della pelle sul palco permette di poter captare meglio le vibrazioni sonore ed incanalarle meglio è come secondo me se il musicista facesse oniricamente l’amore con la musica il contatto pelle etere del sound. Doppietta finale di chiusura del biss Ancestral altro estrapolato da Hand Cannot Erase più legato all’ alternative prog sofisticato e “The Raven that refused to Sign” il corvo che si rifiuta di cantare, fantasmi e suggestioni che si realizzano della storia di un uomo che ha perso la sorella da piccola e la ritrova con il corvo che riporta dal regno dei morti la sua anima indietro per farla abbracciare ancora una volta a quest’uomo ormai anziano.
“Canta per me Canta per me Puoi venire con me Puoi vivere con me Guarisci la mia anima Rendimi completa (il corvo canta in sogno) Sorella, ti ho persa Quando eri ancora una bambina Ma ora ho bisogno di te E ho bisogno della nostra vita precedente Ho paura di svegliarmi Ho paura di amare Solo perché sono debole Puoi rubare i miei sogni Puoi raggiungere la mia testa E puoi metterci la tua canzone al suo posto Per favore, vieni da me Per favore, resta con me Canta per me, corvo Mi manca così tanto Canta per me, Lily Mi manchi così tanto”. Emozione pura, chiude lo show uno scroscio interminabile di applausi e ovazione del pubblico in piedi attonito che non riesce a smettere di guardare questi artisti e lo schermo dietro di loro ormai spento, la gente cerca ancora qualcosa un suono un’immagine, ma il loro inchino annuncia la fine, ma di un ricordo di una performance memorabile che rimarrà nel cuore di ogni persona presente impressa. Grazie Steven per ciò a cui ci hai fatto assistere insieme ai tuoi compagni di avventura.