Skyforger
Teikas
I lettoni Skyforger sono tornati dopo 10 anni con un nuovo album intitolato “Teikas”, uscito a maggio per la Thunderforge Records. Negli scorsi anni la band è stata impegnata nel portare alla luce una selezione delle gemme più preziose provenienti dalle ricche profondità della storia e del folklore lettone, ora riunite in “Teikas”, la loro ultima uscita in 10 anni. Il cantante Pēteris, infatti, afferma che “I tempi in cui favole, racconti e storie venivano tramandati di generazione in generazione sono ormai lontani. Questa tradizione non tornerà mai più. Fortunatamente, ne abbiamo ancora gran parte annotata e conservata. Nel nostro ultimo album, volevamo riportare l’ascoltatore a quei mitici tempi antichi in cui dei, divinità, diavoli, streghe e lupi mannari camminavano tra le persone, e c’erano tutti questi luoghi e siti misteriosi e meravigliosi proprio accanto a noi, qui in Lettonia, di cui i nostri antenati volevano parlarci.”
In “Teikas” (traducibile con “Fiabe”) gli Skyforger presentano alcune storie mitologiche della Lettonia, con un sound molto forte, pieno di energia e chiaro. Tutti gli strumenti contribuiscono all’aspetto heavy dell’album e la voce matura e molto maschile fa lo stesso senza emarginare gli strumenti stessi rendendo “Teikas” un album dalla produzione molto valida e apprezzabile anche da chi solitamente non apprezza i contenuti della band. L’album si compone di 13 canzoni e parte con un’intro strumentale intitolata “Mālpils Purvs”. Dopo questa strumentale molto scenica, l’album parte con “Dieva Suns”, una traccia molto potente che segna l’inizio delle sonorità più dure e impetuose dell’album. In “Teikas” a farla da padrone, se vogliamo, è la sezione ritmica, come si può notare in canzoni come “Spīgana”, “Mājas Kungs” (con i suoi riff molto doom), “Zilaiskalns” e “Velnakmens”. “Rex Semigalliae” invece parla di una brutale storia avvenuta nel XVII secolo e nonostante il suo inizio quasi indulgente risulta essere, con le chitarre aggressive e una batteria molto veloce, quasi il “preludio all’inferno”.
“Svētbirzs” invece potrebbe rimandare ad alcune canzoni degli In Extremo e dei Korpliklaani grazie alle cornamuse che dominano la canzone. Per quanto riguarda la parte strumentale, i riff risultano molto personali, taglienti, con melodie a tratti quasi leggere, ma mai allegre e con una profondità intrinseca dal “sapore baltico”. In questo album si può sentire un equilibrio più o meno perfetto tra suoni pagani e magia del black metal come dimostrano “Pelīte”, dal sound poco folkloristico e più diretto e “Vecie Latvieši”, un brano che unisce armonie piacevoli a chitarre potenti ma non dominanti. La cover art della copertina è dell’illustratrice Sindija Anča e rappresenta un lupo mannaro trasformato per metà mentre è appoggiato alle radici di un album, in un’atmosfera cupa dovuta alla copertura parziale della luna.
In conclusione, con “Teikas” gli Skyforger hanno creato un buon album, con un paio di punti critici seri: dieci anni senza un nuovo full-length sono davvero molti, benché siano serviti a creare un album di alto livello, e la lunghezza di “Teikas” può risultare a tratti eccessiva (alcune canzoni potevano tranquillamente durare circa un minuto in meno). Tolte queste due “criticità”, “Teikas” rimane un buon album, all’altezza della produzione della band.
Chiara Coppola
Mālpils Purvs
Dieva Suns
Spēlmanis
Spīgana
Mājas Kungs
Rex Semigalliae
Svētbirzs
Zilaiskalns
Velnakmens
Lietuvēns
Alšvangas Dūdas
Pelīte
Vecie Latvieši
Pēteris Kvetkovskis – rhythm guitar, lead vocals
Edgars Grabovskis – bass guitar, backing vocals
Alvis Bernāns – solo guitar, backing vocals
Jānis Osis – drums and percussions
Edgars Zilberts – kokle
Geoffroy Dell’aria – bagpipes and whistles