Sequoia
La Terra Santa
Sequoia è una band italiana che si distingue per il suo sound che mescola elementi di rock progressivo con influenze folk e psichedeliche. “La Terra Santa” è uno dei loro album più significativi e rappresenta una tappa importante nel loro percorso musicale, caratterizzato da testi profondi e una strumentazione ricca e varia.
E’ un viaggio sonoro attraverso temi spirituali e mistici, che esplora il legame tra l’uomo e la natura, la ricerca del sacro e il confronto con le proprie radici. Le tracce dell’album sono costruite con grande attenzione ai dettagli, combinando chitarre acustiche ed elettriche con tastiere avvolgenti e percussioni evocative. La voce del cantante si inserisce perfettamente nel contesto, trasmettendo un senso di malinconia e introspezione.Ogni canzone è una piccola storia, un frammento di un racconto più grande che si snoda lungo l’intero album. I testi sono poetici e simbolici, spesso aperti a diverse interpretazioni, il che permette all’ascoltatore di immergersi completamente nel mondo che la band ha creato.
Il titolo “La Terra Santa” ci ricorda immediatamente immagini di luoghi sacri e carichi di significato.Le canzoni esplorano il concetto di “terra santa” non solo come luogo fisico, ma anche come spazio interiore dove l’individuo si confronta con le proprie paure, speranze e aspirazioni.L’atmosfera dell’album è al tempo stesso eterea e terrena. Sequoia riesce a creare un’ambientazione sonora che trasporta l’ascoltatore in un altro mondo, mantenendo però un forte legame con la realtà quotidiana e le esperienze umane universali.
L’ascolto richiede tempo e attenzione per essere apprezzato pienamente. Non è un disco da ascoltare distrattamente, ma un’opera che invita alla riflessione e alla contemplazione. Sequoia dimostra di essere un gruppo capace di creare musica che va oltre il semplice intrattenimento, offrendo un’esperienza artistica completa e appagante.Le tracce sono arrangiate in modo tale da creare un flusso continuo, un viaggio sonoro che guida l’ascoltatore attraverso paesaggi musicali vari e dinamici. Le chitarre, sia acustiche che elettriche, sono spesso in primo piano, accompagnate da tastiere e una sezione ritmica che alterna momenti di grande intensità a passaggi più delicati e riflessivi.
L’uso di melodie e di arrangiamenti che richiamano tradizioni musicali diverse ,conferisce all’album una dimensione quasi ritualistica, dove la musica diventa un mezzo per esplorare l’interiorità e il rapporto dell’uomo con il mondo che lo circonda.Ecco una breve panoramica delle tracce, che potrebbe aiutare a comprendere meglio la diversità del disco:
Il brano “Codice” apre in un modo enigmatico introducendo l’ascoltatore nell’atmosfera dell’album. I testi misteriosi e le melodie ipnotiche creano un senso di attesa e di scoperta imminente.Narra di un femminicidio dal punto di vista dell’assassino in un’Italia, dove il delitto d’onore e alcuni arcaici codici morali erano fino a qualche decennio fa, parte integrante di una società che ancor oggi fatica a lasciarsi indietro questo distorto retroterra culturale.
“Bellamerica” esplora il tema della globalizzazione e del confronto tra culture, con un sound che mescola elementi tradizionali e moderni, sottolineando contrasti e somiglianze.La beltà, la scoperta e la conseguente imprevedibilità dell’amore in un avventuroso viaggio per mare tra naviganti, sirene, burrasche e lande a cui tornare.
“Aspetto te” si rivela un brano più intimo e personale, che parla di attesa e di speranza. Le chitarre acustiche e la voce malinconica del cantante ne fanno una ballata evocativa e toccante.
In una società che ha di fatto cancellato l’idea del fallimento, si apre un inno alla vita per chi ha una perenne voglia di riscatto, verso una inevitabile sconfitta cantata a squarciagola.
“Cattedrale” è una canzone che richiama alla mente l’immagine di una grande cattedrale gotica, con una struttura maestosa e una progressione armonica che crea un senso di solennità e di elevazione spirituale.Una ballata per un pianoforte che racconta un amore in frantumi ,quando c’è lontananza tra due persone, ma con la speranza che non tutto sia ancora perduto
“Autunno ’91” : un pezzo nostalgico che riflette sui ricordi e sul passare del tempo, con un arrangiamento musicale che evoca l’atmosfera malinconica dell’autunno.La storia di un autunno di trent’anni fa : i fuochi, le castagne e la disintegrazione dell’Unione Sovietica.
Con il brano intitolato “Angelo” si affronta il tema della protezione e del conforto, e il testo si rivolge a una figura angelica. La melodia è dolce e rassicurante, con un arrangiamento minimalista che mette in risalto la voce.
Invece con “Vlora” ,nome che potrebbe fare riferimento alla città di Valona, in Albania ,si racconta la dispersione del popolo albanese che ha inizio con la nave Vlora che naviga verso la terra promessa in una calda notta di agosto e che segnerà per sempre la storia di due nazioni e due popoli.La musica trasmette un senso di viaggio e di cambiamento, con influenze etniche che arricchiscono il sound.
La title track centrale dell’album,”La terra Santa” ,esplora in profondità il concetto di “terra santa” come luogo di pellegrinaggio interiore e fisico. La canzone è una delle più complesse e articolate, sia musicalmente che liricamente.Un’immersione nelle profonde acque della malattia mentale, attraverso una parafrasi musicata della celebre poesia di Alda Merini, dove da dietro le mura del manicomio, gli internati cercano la propria salvezza e redenzione terrena.
Il pezzo, che evoca immagini di montagne e confini naturali, simbolo di sfide e superamento di ostacoli è
“Crinale” .La figura di un bandito che, quando esce di casa, non sa mai se farà ritorno. Se non tornerà, la sua amata riceverà lettere dal carcere, o fiori da metter sulla sua tomba, oppure lei stessa sceglierà di partire con lui ed andare incontro al destino, qualunque esso sia.Il brano ha una struttura dinamica, con cambi di ritmo che simboleggiano la difficoltà del percorso.
L’album si chiude con il brano dal titolo ”Singapore Sling” che potrebbe richiamare l’idea di un cocktail o di un viaggio esotico.Lascia il tutto in sospeso, con malinconici tocchi di piano e serenità nelle parole, dopo aver passato un’inferno violento e duro come la corteccia di una Sequoia.La musica è vivace e sperimentale e chiude il disco con una nota di mistero e di avventura.
Ogni traccia contribuisce a costruire il mosaico complesso e affascinante di “La Terra Santa“, rendendolo un album ricco di sfumature e di significati.L’atmosfera di “La Terra Santa” è contemplativa e mistica, con un equilibrio tra momenti di quiete e di energia che mantiene l’ascoltatore coinvolto dall’inizio alla fine. L’album riesce a trasportare chi lo ascolta in un viaggio immaginario attraverso luoghi sacri, sia fisici che simbolici.
Anna Cimenti