Saxon

Carpe Diem

I britannici Saxon se ne stanno fermamente installati sul trono dell’Heavy Metal e non sono spodestabili. Nuovo album perfettamente dentro la stilistica di genere, quello che loro stessi hanno plasmato. Niente di nuovo ma una bella sfilza di ottime canzoni, inanellando la solita potenza e determinazione, anzi forse anche un po’ meglio dell’ultimo lavoro ‘Thunderbolt’ del 2018. Ventitrè full-lenght che sbattuti in faccia a qualsiasi band nuova, significano regno mai abbandonato.

I muri compatti con la loro riffica pesante sono più d’uno, fra essi la tagliente title-track ‘CARPE DIEM (SEIZE THE DAY) e l’epica ‘AGE OF STEAM’ che ricorda l’album ‘Power and the Glory’. La linearità soffice di ‘Pilgrimage’ torna ad atmosfere rarefatte tipiche, che la band ha sempre usato sin dalla suo esordio. La violenza Power è rappresentata dallo scatenamento di  ‘SUPER NOVA’, in cui non manca la verve melodica della NWOBHM che nei Saxon è ancora una volta emblema di classe e stile. L’altro Power-attack è ‘All for One’ ma sembra un po’ troppo scontato per accordi e per melodia, quindi unico momento che va considerato filler, pur divertendo. ‘LADY IN GRAY’, parte meno dura dell’album, è anch’essa di valore, grazie ad un brano che non è una ballata ma sa unire durezza e morbidezza in maniera classicamente egregia e con un appeal ispirato. E poi lo speed ‘LIVING ON THE LIMIT’, anche se contiene un rallentamento più suadente, per altro adeguatissimo,  dà la mazzata finale; peccato che a migliorare l’ottima frizzante performance di quest’ultima song non ci sia anche un rutilante assolo di chitarra come essa darebbe l’idea di doter avere, ma va bene anche così che il pezzo funziona alla grande, pure per  un dimensione live.

La voce di Biff ha sempre quella tonalità  metallica che la contraddistingue ma sa usarla come al solito sia in senso irriverente che in maniera più melodica. Non costruisce mai linee cantate troppo complesse, ma fa sempre risuonare strofe e ritornelli  evocativamente ficcanti, di tipo immediato. In alcuni casi il cantato è estremamente semplice, eppure nelle poche note usate si elicitano ambientazioni dal pathos emozionale. Il basso e la batteria hanno la bravura di utilizzare piccole punteggiature interessanti pur rimanendo coerenti con la struttura che ricalca le dinamiche del passato. Sono sempre però i rifframa chitarristici a costituire il perno su cui si gli andamenti sviluppati ruotano, essi sono la imprescindibile colonna portante di ogni episodio come da tradizione. E di certo non possono mancare gli assoli sferzanti, i quali non si discostano dall’estetica solita, ma che fanno enormemente piacere. Insomma non ci sono stranezze nel modo di concepire l’album, tutto è costruito per donare un puro arrembaggio heavy, senza uscire mai dal ruolo di portatori della fede; ma ciò è okay se le composizioni posseggono la qualità necessaria come qui avviene. E’ l’esempio di quanto  sia godibile questo sound se fatto con tutti i crismi. Non è un disco di vecchietti imbolsoniti, è un disco che solo chi pensa da metallaro può sfornare. Con i Judas, la cui ultima uscita era del 2018, e forse tra poco di nuovo in via di pubblicazione con l’ennesima opera,  questi nostri eroi rimangono i nobili guerrieri della vecchia guardia, ancora in grado di infilzare l’ascoltatore con l’arma bianca dei loro strumenti.

Roberto Sky Latini

Silver Lining Music
www.saxon747.com

Carpe Diem (Seize the Day)
Age of Steam
The Pilgrimage
Dambusters
Remember the Fallen
Super Nova
Lady in Gray
All for One
Black Is the Night
Living on the Limit

Biff Byford – vocals
Paul Quinn – guitar
Doug Scarratt – guitar
Nibbs Carter – bass
Nigel Glockler – drums