Sammy Hagar and the circle Crazy Times
Scusate questo doveroso cappello introduttivo ma è dovuto innanzitutto a voi lettori , il fatto che a volte ci dimentichiamo di fare qualche recensione anche importante è dovuta dal fatto che ormai i dichi da recensire sono tanti dove per questo s’intenda un eufemismo, e inevitabilmente qualcosa ci sfugga.
E mi spiace moltissimo se questo è accaduto Sammy Hagar che personalmente amo tantissimo ma come vedrete non sarà il solo perché il prossimo di cui faremo la recensione “postuma” è UDO per questo ci scusiamo umilmente.
Un altro fatto non meno importante e che noi della webzine siamo davvero in pochi e non riusciamo a fare tutto come vorremmo per cui vogliate scusarci se qualche ci perdiamo questa band o artista da recensire noi ce mettiamo davvero tutta N.D.R.
Altro super gruppo per il nostro Red Rocker Sammy Hagar il quale ha radunato intorno a se vecchi amici come Micheal Anthony con lui nei Van halen,nonché il figlio di John Bonham il mitico batterista dei Led Zeppelin Jason ed in aggiunta il chitarrista virtuoso Vic Jonhson. Il quartetto esiste già da qualche anno ed ha pubblicato diversi dischi di cui questo nuovo è il quarto è stato registrato a Nashville con il produttore otto volte vincitore del Grammy Award Dave Cobb allo storico RCA Studio A di Nashville. La linea che separa il rock classico dalla musica country moderna si è assottigliata anni fa, quindi non è certo una sorpresa quando gli artisti fanno il salto tra i generi al giorno d’oggi. Che si tratti di cantanti country che fanno il nome di artisti degli anni ’70 e ’80, di paragoni o di cover di quegli stessi artisti, o di copiatura pura e semplice dei riff e delle canzoni senza tempo di quelle epoche, il crossover country/rock non sono solo gli Eagles.
Il produttore Dave Cobb tra l’altro grande amico del rosso, che vanta tra i suoi crediti alcuni dei migliori interpreti contemporanei della musica country, come Jason Isbell e Sturgill Simpson, ha ulteriormente attenuato il divario con il suo modo di fare diretto e privo di linfa in studio. Ha dichiarato di essere entrato nel secondo album in studio di Sammy Hagar and the Circle, Crazy Times, per fare “il disco definitivo di Sammy Hagar“. Se questo sia possibile o meno dopo quattro decenni di carriera del Red Rocker è discutibile, ma Cobb si libera del bagaglio che Hagar si porta dietro per realizzare uno dei suoi album più soddisfacenti degli ultimi anni.
Crazy Time ha l’intento di unire i montrose i van halen ed un po’ di led zeppelin non solo per la presenza del Boham junior ma proprio perché nei Sammy Hagar and the circle si racchiudono in un solo mondo dove su tutto sovrasta la stupenda che malgrado l’età 75 anni suonati ha ancora quella matta di diversi insieme agli amici di sempre non solo i circle ma anche i chikenfoot con joe satriani. Personalmente la voce di Sammy Hag.. mi è sempre piaciuta per quel suo graffio che le da tuttora una vitalità incredibile ed io impazzisco ogni volta la sento ascoltate l’urlo agghiacciante nel brano Funky Feng Shui brano che ci riporta agli anni 60 rivistati ai giorni nostri. Un disco per altro figlio della pandemia in cui è stata trasmessa tutta la voglia dei protagonisti di darsi alla pazza gioia e tutto questo nel disco si sente alla grandissima oltra ai brani originali il buon rocker ha voluto inserire una cover di Elvis costello Pump it up. Uno dei grandi amori di Hagar sono indubbiamente le ballad ed in questo disco non mancano e ce ne sono anche di belle come ad esempio la countrycheggiante Father time conclude la stupenda Childhood’s End un brano a metà tra Led Zeppelin e Pink Floyd.
In chiusura dopo aver ascoltato questa bomba atomica di disco posso dire solo grazie ai Sammy Hagar and the circle per averci regalato questo gioiello che sicuramente rimarrà negli annali della storia del rock.
Stefano Bonelli