Rotting Christ
Pro Xristou
Rotting Christ un gruppo, un’ istituzione che non ha di certo bisogno di presentazione.Più di 35 anni dalla loro fondazione nel 1987 da parte dei fratelli Tholis, per un gruppo che ha creato e cementato il concetto di Hellenic Black Metal.
Pro Xristou è il quattordicesimo disco del gruppo per la Season of Mist e segue esattamente la direzione intrapresa nell’ultima parte di carriera, ovvero una musica meno legata al Black Metal, ma ad un rafforzamento della melodia e dell’epicità.
Pro Xristou letteralmente prima di Cristo, è un forte omaggio agli ultimi Re pagani che resistettero all’avvento del Cristianesimo e tentarono di preservarne e difendere gli antichi valori.Omaggi ai mitologici Re vichinghi, all’ultimo imperatore romano Flavio Claudio Giuliano, che tentò vanamente di difendere e riformare la religione romana classica.Questo disco e proprio quello che ci si può aspettare dai Rotting Christ dell’ultima parte di carriera, un album che si può ascoltare, ma che si può anche guardare perché evoca immagini epiche di tradizioni lontane.La musica è maestosa e trascinante, la melodia è coinvolgente ricca di spinta emotivamente mastodontica.La voce di Sakis riesce ad essere come sempre la narrazione più alta e più coinvolgente possibile, le sue parole sembrano arrivare dall’alto del cielo e farsi spazio con falcate imponenti di titani che provengono dalla batteria del fratello Themis.
La prima parte del disco assume un contorno molto più narrativo, con un ritmo che tende a non accelerare mai troppo e melodie evocative che sembrano catapultarti nell’olimpo a dover fare i conti con le divinità pagane.La seconda parte prende decisamente un ritmo più deciso e battagliero, si percepisce chiaramente uno spirito più feroce e l’arrivo in un terreno di guerra dove si sentono grida di battaglia e scontri di armi.La produzione ovviamente è praticamente perfetta, stiamo parlando di un disco che può essere tranquillamente una colonna sonora di un film epico, donando al disco un suono possente, pieno e trascinante.Nonostante questa grandiosità musicale, al di là del gusto personale, non siamo di fronte a grandi complessità, il disco scorre molto piacevolmente e non risulta né troppo pacchiano, né troppo pieno di elementi superflui.
Se si è amanti della più recente versione dei Rotting Christ sicuramente questo disco sarà apprezzato e personalmente lo trovo decisamente più snello rispetto al precedente.Per chi invece predilige la prima versione della carriera della band, ahimè potrà storcere un po’ il naso.Siamo comunque di fronte ad un’opera musicalmente senza difetti che può o non può piacere, ma limitatamente al gusto personale.A questo disco non manca nulla, se non la mancanza ormai totale di un’oscurità ed una ferocia musicale legata al mondo Black Metal.Qui si viene guidati dalla voce di Sakis in un percorso epico, come Virgilio con Dante in un viaggio nelle radici degli ultimi difensori degli antichi valori pagani, in contrapposizione con la forte minaccia del cristianesimo.
Un disco semplicemente Rotting Christ, quello che sono attualmente e la conferma di una colonna del metal greco e di quello mondiale.
Daniele Giudici