Rome In Monochrome
AbyssUs
AbyssUs, un gran bel gioco di parole per un disco che muove da dentro per esplodere fuori. Tornano, dopo cinque anni dal precedente Away From Light, i Rome In Monochrome: AbyssUs è uscito il primo dicembre e sin dai primi ascolti si percepisce un certo cambio di spettro all’interno delle composizioni, che pur muovendo in continuità con il precedente, per molti versi se ne discostano quasi in maniera radicale, decidendo di andare a scandagliare il buio dell’anima, imprimendo alle composizioni un mood un po’ meno “sacrale” rispetto a ciò che si respirava in Away From Light.
Come ho detto in apertura qui si cerca di partire da dentro per riuscire a portare tutto fuori, pertanto il gothic/gaze dei Nostri si addentra oltre il crepuscolo, passando nelle prime ombre della notte, dentro le quali si perde, esattamente come è facile perdersi negli abissi dell’animo umano e delle sue sfaccettature: variazioni che cercano di trovare spazio nella musica, dando vita a delle composizioni che di base si rifanno ad un certo filone abbastanza classico di gothic metal, cui si aggiungono derive si limiti del doom, cui fanno seguito echi di chiara matrice shoegaze.
Il riffing si intreccia in maniera spettacolare, andando a descrivere alla perfezione ogni passaggio sull’anima, cercando la via per scardinarne i segreti e coglierne ogni singola sfaccettatura.Inabissarsi potrebbe rappresentare davvero un grande ostacolo, perché anche gli abissi rappresentano un mondo variegato: una volta superata la cortina del buio si può godere della vista di un mondo capace di muoversi a ritmi e con dinamiche radicalmente differenti rispetto a quelle cui siamo abituati, potrebbe sicuramente sembrare più semplice rispetto all’esplorazione dell’anima, ma la realtà è che è altrettanto complesso, soprattutto se si tratta di ricavarne un tratto descrittivo, e ad essere onesti anche qui i Rome In Monochrome non lesinano in sottolineature e cambi espressivo/atmosferici: qualora sia questa l’interpretazione possibile di un titolo dalla doppia valenza.
Il tutto sembra quasi essere guidato dalla voce, che si muove a metà tra una specie di narrazione e un cantato evocativo e in alcuni momenti statico, che pare quasi fungere da lente di ingrandimento per seguire il dipanarsi delle emozioni, un po’ come un Virgilio pronto a guidare il Dante di turno lungo i sentieri infernali: già perché a volte immergersi dentro se stessi può essere un vero e proprio inferno.AbyssUs muove da dove i Novembre hanno interrotto svariati anni fa, prendendo in prestito la lezione di Materia per unirla alle divagazioni emotive dei Klimt 1918 di Dopoguerra, per dare vita ad un album capace di suonare classico/moderno e ambient, in grado di creare una nicchia di raccordo tra i mondi a confronto: con questo non sto assolutamente dicendo che i Rome In Monochrome non abbiano intriso il disco di se stessi, anzi, perché fare propria una lezione vuol dire esattamente riuscire a lasciarsi ispirare e poi raccontare il viaggio con le nostre parole, ed è esattamente ciò che fa il quintetto, lasciando che l’ispirazione resti un’ombra seduttiva per dire la propria.
AbyssUs è un lavoro decisamente ben fatto, capace di andare a fondo nell’esplorazione dell’animo umano e delle passioni che lo animano, con la necessità di riuscire a riportare tutto in superficie creando così un mosaico che è un caleidoscopio di sfumature, tenute insieme da una specie di forza tensiva superficiale che è in grado di rendere coerente il tutto.
Daniele “Darklordfilthy” Valeri
Art Gates Records
www.romeinmonochrome.com
To Mourn the Shade of Your Love
Antiheart
Stains (feat. Yasmin Kalach from In The Mood / The Voice Italy)
Post You
A Tomb Beyond the Furthest Star (feat. Alexander Högbom from October Tide)
Anatomical Machine
Sedatives
The Dissonant
Valerio Granieri – vocals
Gabriel Sassone – guitar
Marco Paparella – guitar
Gaetano Savoca – keyboards, piano, loops
Riccardo Ponzi – bass
Flavio Castagnoli – drums