Riot V

Mean Streets

Da quando i Riot hanno inserito il numero cinque in latino al proprio moniker, inanellano colpi efficaci uno dietro l’altro, esibendo luminosità e scintillìo. Tre album fortissimi che non perdono mai grinta e il cui songwriting funziona sempre alla grande. ‘Unleash the Fire’ (2014) rimane insuperabile e di maggior levatura, all’altezza del precedente ‘Immortal Soul

(2011) che aveva visto per l’ultima volta vivo e attivo il chitarrista e leader Mark Realema anche il terzo ‘Armor of Light’ (2018) e ora questo, sanno entrambi stare ben sopra la media delle produzioni mondiali, usando intelligenza ed ispirazione, e non solo mestiere. Insomma ancora una volta si esprime nobile “Arte” con la cura di non sfigurare rispetto al glorioso passato.La prima traccia dell’album ‘HAIL TO THE WARRIORS’ è un assalto metallico che assesta colpi potenti tramite drumming e riffing compatti, riuscendo a presentarsi nello stile heavy classico che coniuga felicemente melodia ed impatto elettrico. Altro bell’episodio, cadenzato ed incalzante, si ha con ‘FEEL THE FIRE’, certo il riff fa il verso a ‘Grinder’ (1980) dei Judas Priest, ma siccome la canzone è tutt’altro, ciò che rimane è un bellissimo pezzo suonato il cui ritmo prende ai vasi sanguigni e la cui verve vocale, dall’acuta tonalità, intriga.

Già nel 1981 i Riot di ‘Fire down Under’, con ‘Run for your Life’, avevano ripreso parzialmente un riff Priestiano, precisamente quello di ‘Steeler’, ma del resto ‘British Steel’ fu seminale e metro di paragone per tutti i metaller successivi, quindi nulla di male; l’importante è limitarsi allo spunto, cosa che viene bene ai Riot che poi sanno ogni volta metterci del loro. La velocità non è sempre il mezzo principale per colpire, e la stupenda ‘LOVE BEYOND THE GRAVE’ si spende in ficcante epicità con una durezza quadrata alla tedesca per un risultato ben tonico, sottolineando il ritornello con un coro virile. ‘HIGH NOON’ è un magnifico power-file dalla ritmica compatta su cui si staglia una frizzante linea melodica che si impone con fermezza e passionale irriducibilità. Questi i momenti migliori (tutti posti all’inizio), ma filler non ce ne sono e anche il resto si fa ascoltare con estremo piacere. In effetti, prendendo alcuni esempi, ‘Higher’; la title-track ‘Mean Streets’ e ‘No more’, si hanno tracce che posseggono eleganza e forza, così da far considerare i Riot V degni delle migliori heavy band in circolazione, allo stesso livello di quelle di Priest; Accept e Saxon, sia di ieri che di oggi, facendo diventare quest’opera uno dei dieci migliori full-lenght di quest’anno, almeno per il momento.

Senza mai incepparsi in giri a vuoto o ripetitivi, la chitarra solista è magicamente sinuosa, fluida, scorrevole come ruscello di acqua spumeggiante rendendo appagante ogni assolo, che sia lungo o breve. Interessante il riff-rama che, pur a volte complicandosi un po’, non perde la linearità che rende le strutture continuamente e scioltamente disinvolte. La storia iniziale della band fu storicamente un passaggio tra Hard Rock ed Heavy Metal, a volte del tutto hard (‘Hot for Love’), altre volte del tutto heavy (‘Swords and Tequila’), non sempre quindi in commistione, e oggi, nonostante la parte hard non sia preponderante, in alcuni passaggi di alcune song è ancora intravedibile l’antico senso hard delle composizioni (‘Before this Time’; ‘Lean into it’). Quando con allegria, quando con invece un alto tasso di arrembaggio, il sound appare molto spesso solare riuscendo ad imprimere però una costante energia, felice di per se stessa. I membri non sono più quelli originari, ma la trasfusione d’attitudine ha messo in circolo una formazione sanguignamente ipertecnica dalle idee chiare, con voglia di fare e con lo spirito metallaro giusto, in qualche modo agganciato al passato, seppure evoluto. Il risultato è una evidente pregnanza da fare invidia. Un album così ristora i sensi.

Roberto Sky Latini

Atomic Fire Records
www.areyoureadytoriot.com

Hail to the Warriors
Feel the Fire
Love Beyond the Grave
High Noon
Before This Time
Higher
Mean Streets
Open Road
Mortal Eyes
Lost Dreams
Lean into It
No More

Todd Michael Hall – vocals
Nick Lee – guitar
Mike Flyntz – guitar
Don Van Stavern – bass
Frank Gilchriest – drums