Riccardo Bianchini

Leonardo

Riccardo Bianchini, musicista e cantautore fiorentino, ci offre con “Leonardo” un EP ricco di sfumature sonore e tematiche profonde, che si presenta come il primo capitolo di un progetto musicale più ampio. Quattro brani che mescolano generi diversi e si intrecciano in un viaggio che esplora la tensione tra poesia e razionalità, consumismo e spiritualità, ironia e serietà. Ogni traccia si caratterizza per un’atmosfera unica, costruita attraverso un sapiente lavoro di arrangiamenti e una scrittura che, pur nell’apparente semplicità, rivela una grande profondità di contenuti e una riflessione reale sulla condizione umana. Il lavoro, prodotto artisticamente da Salvatore Parrotta, si distingue non solo per la qualità delle composizioni, ma anche per l’originalità del messaggio che porta con sé.Il brano che dà il titolo all’EP, “Leonardo”, è la sintesi perfetta di questo conflitto tra opposti che permea l’intero progetto. La canzone ruota attorno al contrasto fra la capacità umana di quantificare, classificare e sistematizzare il mondo (le “forze ingegneristiche”) e l’emozione anarchica e rivoluzionaria della poesia.

La figura di Leonardo da Vinci, simbolo di un genio che univa il pensiero scientifico alla creatività artistica, diventa il punto di incontro di queste due forze in lotta. Bianchini costruisce un monologo che oscilla tra riflessione e provocazione, esprimendo il desiderio di un mondo che sappia integrare la logica e la bellezza, il razionale e l’immaginativo. Questo brano, carico di simbolismo, si propone come un manifesto della sua visione del mondo, dove l’arte e la scienza, la poesia e l’ingegneria non sono antagonisti, ma elementi complementari che, se sapientemente intrecciati, possono dar vita a una realtà più ricca e profonda.Passando a “Cattiva coscienza”, il secondo brano dell’EP, emerge un’altra riflessione di grande attualità. Il testo, che si presenta come una sorta di invettiva contro il consumismo e l’indifferenza nei confronti delle conseguenze delle nostre azioni quotidiane, non risparmia nemmeno l’autore stesso.

In questo brano, Bianchini espone la sua consapevolezza di essere parte di un sistema che valorizza i beni materiali e l’apparenza, ma che trascura gli aspetti più profondi e spirituali dell’esistenza. Il consumismo diventa una sorta di “cattiva coscienza collettiva” che ci rende incapaci di vedere al di là della superficie, intrappolati in un ciclo di acquisti e scelte superficiali che ci allontanano dall’autentica esperienza della vita. La potenza del testo è supportata da una musica incisiva, che accentua l’ironia amara e la critica sociale che il brano porta con sé.Un altro momento particolarmente suggestivo di “Leonardo” è la ballata “D esistere”. La scelta di scrivere “D esistere” senza apostrofo non è casuale; il titolo suggerisce infatti un atto di arrendersi all’esistenza, ma anche una riflessione sul mistero della vita e della morte. La canzone, scritta con l’intento di evocare una preghiera laica e universale, si sviluppa attorno a un tema di accettazione della condizione umana e della nostra fragilità. La musica, che si appoggia principalmente su un accompagnamento di chitarre acustiche, contribuisce a creare un’atmosfera intima e riflessiva, quasi solenne, che invita l’ascoltatore a immergersi nella bellezza e nella complessità dell’esistenza. L’intenzione di Bianchini è chiara: celebrare la bellezza di un mondo che, pur nella sua imperfezione, è degno di essere vissuto e amato.

Il viaggio prosegue con “Viaggio al Centro Direzionale”, brano che si inserisce in un contesto narrativo più ampio, prendendo spunto dal racconto tragicomico di Gianmaria Parrotta. In questo brano, Bianchini, insieme a Parrotta e Vincenzo Colucci, racconta le disavventure di un uomo qualunque chiamato a testimoniare in un processo penale. L’approccio ironico e paradossale di Bianchini fa emergere una critica alla burocrazia e all’assurdità di un sistema giudiziario che, invece di risolvere i problemi, li moltiplica. Il brano si caratterizza per una scrittura brillante e per una performance vocale che aggiunge ulteriore spessore alla narrazione. Il coinvolgimento di Colucci, con la sua interpretazione, arricchisce ulteriormente la dimensione teatrale del brano, conferendo a “Viaggio al Centro Direzionale” una forte carica emotiva e un dinamismo che si stacca dalle altre tracce dell’EP.
La produzione artistica di Salvatore Parrotta, che ha curato anche gli arrangiamenti e il mixaggio, è impeccabile. Il suono di “Leonardo” è ricco e articolato, ma mai eccessivo. Ogni traccia è costruita con grande attenzione ai dettagli, creando un equilibrio perfetto tra la parte musicale e quella lirica. La sua capacità di fondere generi diversi, dal folk alla musica d’autore, con un approccio moderno e fresco, è uno degli elementi che rende questo EP particolarmente interessante.

In definitiva, “Leonardo” è un lavoro che spinge l’ascoltatore a riflettere sul proprio rapporto con il mondo, sull’importanza della poesia e dell’arte in un’epoca dominata dalla razionalità e dal consumismo. La scrittura di Bianchini è profonda, ma al contempo accessibile, riuscendo a toccare temi universali con una sensibilità che non si perde mai in inutili complessità. L’EP, pur essendo solo il primo capitolo di un’opera più ampia, promette di evolversi in un progetto che merita di essere seguito con attenzione.

Anna Cimenti

Leonardo
Cattiva Coscienza
D esistere
Viaggio al Centro Direzionale

Salvatore Parrotta, Andrea Franchi cori
Riccardo Bianchini basso,; Riccardo Bianchini tastiere, Salvatore Parrotta tastiere;
Andrea Franchi chitarra elettrica in Viaggio al Centro direzionale
Salvatore Parrotta chitarre e ukulele