Returning
Severance
Da Olympia (Washington)mi arriva dritto dritto tra le mani questo dischetto di esordio dei Returning,un duo che si cimenta a suonare raw black metal primordiale,particolarmente influenzato da un bellissimo tema: la natura,fondamento dell’esistenza nella sua configurazione fisica e nel suo divenire biologico,un universo che vive di vita propria in equilibrio e in simbiosi con ogni forma di vita.
La chiave musicale proposta da Thuja e Heron è un black metal grezzo ricco di melodie eteree e sognanti fatta di suoni poco curati quasi ed al limite della distinguibilità(paragonabili ai Darkthrone di “Panzerfaust”),in cui elementi new age, e voci al limite del dolore fisico si fondono creando un buco nero di atmosfere veramente allucinanti.Un Ep d’esordio questo “Severance” caratterizzato classicamente dal dolore esistenziale e dalla disperazione come forma di espressione tipico di quel genere di musica che in Norvegia prima e nei paesi vicini tipo Finlandia e Svezia subito dopo,diventò una vera e propria corrente culturale definita e radicata fino alle viscere più profonde della terra.Se siete a conoscenza di bands tipo Coldworld e Vinterriket,beh,nei Returning troverete la medesima essenza fatta di ghiaccio melodia e sensazioni profonde,per cui mettetevi comodi e preparatevi ad un viaggio ancestrale che vi renderà letteralmente dei vegetali.
In 4 pezzi si sviluppano ben 47 minuti e mezzo di musica(si,avete capito bene),registrata probabilmente in uno uno stanzino 3×3 ,con un solo microfono,due rametti di salvia e rosmarino fumanti e 4 candele accese per l’occasione,con uno stato d’animo che proietta letteralmente in un altro mondo;”Path of the ashes“,il primo dei 4,dura ben 16 minuti,e,considerando una prima fase di 4 minuti di intro new age, parte con il classico “tupatupa” disperato ed incessante in cui la chitarra plettratissima (penso e credo sia una) suona i fraseggi melodici ed ipnotici che costituiscono l’intero pezzo,con una linea vocale colma di disperazione che rende il tutto veramente alienante.Un arpeggio di chitarra acustica finale su un soffuso tappeto di tastiere che tiene un unico accordo chiude ma non nettamente preparandomi al secondo pezzo,come se fosse un unico filo musicale.
Così sulla stessa base con cui finisce “Path of the ashes“,inizia anche “Primal rememberance“(13 minuti),che dopo una breve attesa di un minuto e mezzo,parte anche lui sul classico “tupatupa” disperato e con un fraseggio di chitarra che suona una bellissima melodia,sulla scia del precedente insomma;un pezzo fantastico,con le sue melodie colme di tristezza ed epicità nello stesso tempo e con dei cambi di marcia che danno spazio ad una melodia più bella dell’altra,complice anche un basso distorto che crea delle basi armoniche essenziali e di fondamentale importanza.Devo dire che malgrado la lunghezza dei pezzi questi Returning si ascoltano che è un piacere,anche perchè,come in questo pezzo,l’utilizzo di stacchi meditativi appropriati e ben collocati(arrivate intorno all’ottavo minuto e ve ne accorgerete) rendono le composizioni dei veri e propri “viaggi dentro se stessi”.”False light sickening” è il pezzo strumentale che divide questo dischetto(tanto per dire) in due parti;una composizione new age tanto calma e rilassante quanto colma di mistero ed atmosfere cupe,un vero viaggio mentale che stimola riflessione e controllo delle emozioni,sembra di ascoltare i Sunn O))) di “Monolith and dimensions” in una versione molto naturale,privi dei loro suoni enormi ma con una gran forza spirituale e con un gusto per la musica trascendentale da applauso.
“Bright power,dark peace” chiude questo debutto nel migliore dei modi:puramente black metal per i primi 3 minuti pian piano si evolve in una parte in cui la batteria va in dissolvenza lasciando spazio a delle percussioni minimali accompagnate da una melodia di fondo niente male per poi tornare a galla con un mid tempo,il tutto interpretato da una parte vocale evocativa e di grande effetto.Siamo intorno al sesto minuto ed il resto della composizione alterna atmosfere new age e black metal in un modo che stupisce tantissimo fino a chiudere il tutto con un minuto e più di pioggia battente e una chitarra acustica che intona una breve melodia con quattro semplici accordi come fossero i titoli di coda di un film(a proposito,non so perchè,ma dopo aver ascoltato sti qua per tre quarti d’ora mi viene in mente il film “Midsommar”).Particolare questo album di debutto dei Returning e anche se la produzione risulta spicciola e altalenante,ho apprezato tantissimo l’attitudine dei nostri,creatori di un mix di atmosfere sognanti e raw black metal come pochi.Consiglio vivamente l’ascolto agli estimatori del genere e soprattutto ne consiglio il totale supporto,perchè se questo è il debutto,non oso immaginare quali saranno i discendenti di questo “Severance” ,una piccola perla nera in mezzo a tante altre stelle del firmamento.
Giuseppe Musso