Replicant

Infinite Mortality

Immaginate di prendere i Gorguts e i Dillinger escape plan di “One of us is the killer“,frullateli nervosamente ed otterrete questi Replicant,band americana formata da Michael Gonçalves,Peter Lloyd e Itay Keren, tre fuori di testa che quest’anno pubblicano questo “Infinite mortality“,un album di avantgarde death metal tecnico dissonante e fuori dagli schemi.

La release è prodotta molto bene,il sound(e non soltanto quello) che esce fuori da questo mix esplosivo ricorda i Gojira di “From mars to sirius”,un congegno meccanico che coinvolge pezzo dopo pezzo l’ascoltatore,spiazzandolo continuamente con inserti jazz ed elementi elettronici che creano una atmosfera claustrofobica che mette in luce un estro musicale fuori dal comune.L’album è composto da 9 tracce ed è veramente difficile inquadrare il genere suonato dai nostri,anche se sono innegabili certi riferimenti al death metal,sapientemente inseriti in un contesto musicale in cui tutti gli standard classici vengono stravolti e reinventati traccia dopo traccia,basta iniziare ad ascoltare la opener “Acid mirror” per capire che ci si trova davanti ad una creatura dotata di mille tentacoli;i rocamboleschi tempi di batteria,le partiture delle chitarre spesso ipnotiche ed un basso che trova il suo posto facendo a spallate in un marasma controllato creano 53 minuti di viaggio attraverso un sistema nervoso che a tratti va in tilt,ma sempre con cognizione di causa.

Orgasm of bereavement” e “Reciprocal abandonment” sono i due pezzi che più mi hanno stupito prima dell’intermezzo “SCN9A“,un oceano di delirio e death metal in cui certe soluzioni prog ed una interpretazione vocale spettacolare dimostrano la particolare capacità di comporre di questi americani;sensazioni contrastanti e gran gusto si fanno strada man mano che il disco scorre via,così arrivo a “Pain enduring”,un pezzo che inizia con un passaggio caotico di batteria ed introduce una ritmica in cui i fraseggi delle chitarre si sciolgono letteralmente tra melodie acide e un cantante al limite della possessione che si esprime con dei growl spesso aperti e quasi urlati,non so fino a che punto,ma certe dissonanze in questo pezzo ricordano anche i miei cari Immolation,gran bella composizione.L’incedere iniziale e battagliero di “Nekrotunnel” invece da il via ad un pezzo nervoso e d’effetto,spesso interrotto da un blatbeat annichilente,in cui i soliti fraseggi delle chitarre fanno il lavoro più importante ed una parte finale composta da un “rumore” disturbante,rifinisce,anche questo,un pezzo ben assemblato,godibile e coinvolgente.

Continuando l’ascolto,arrivo a “Dwelling on the threshold“,la traccia più corta di tutte(2:48 minuti): introduzione e fraseggio successivo in pieno stile death metal,sviluppato su un mid tempo che trasporta tantissimo ed una parte di mezzo nervosa,ipnotica e spiazzante che dà un attimo di respiro(se così si può dire) prima della ripetizione del fraseggio iniziale arricchito questa volta da una melodia fredda e malsana che porta alla chiusura del pezzo tenuta in sospeso da un sinth “spaziale” che automaticamente introduce l’ultima traccia di questo viaggio ancestrale.I 9 minuti e più di “Planet of skin” sono quelli che seguono,e mi ritrovo ad ascoltare uno dei pezzi più malati e variopinti di tutto l’album,un turbine di emozioni contrastanti che ricordano molto i Morbid Angel di “Formulas fatal to the flesh” abbracciati coi Gojira più allucinati,in cui le soluzioni tecniche più prog e spiazzanti fanno il loro “sporco” lavoro creando così una traccia sbalorditiva,con un finale che ti lascia senza respiro e totalmente destabilizzato.Questo album dei Replicant è uno di quei dischi che ti svuotano lasciandoti dentro un senso di impotenza allucinante,tecnicamente sopraffino e pieno di chicche ed arrangiamenti che mi hanno stupito un sacco,e,al di là di tutti gli accostamenti che ho fatto,vi consiglio di ascoltarlo a prescindere da tutto,soprattutto se avete voglia di cogliere un pò di anticonformismo musicale che non guasta mai.Un gran bel lavoro che secondo me piacerà ai deathsters e non solo,di una band che continuerà a far parlare di sè in futuro.

Godetene e supportate questi lasionati perchè se lo meritano alla grande!!!!

Giuseppe Musso

Transcending Obscurity Records
www.replicant.band

Michael Gonçalves – vocals, bass, guitars
Peter Lloyd – guitars, synths, high-frequency transmissions
Itay Keren -guitars, vocals, void channels

Shrine of the incomprehensible
Orgasm of bereavement
Reciprocal abandonment
SCN9A
Pain enduring
Nekrotunnel
Dwelling on the threshold
Planet of skin