Ratt

Ep

A volte gli Ep sono una falsa partenza, altre volte invece si sono rivelate delle vere e proprie rivelazioni subito di qualità, come biglietto di visita assolutamente apripista. Così avvenne per i danesi Mercyful Fate l’anno prima, e così anche per i californiani Ratt nel 1983. L’uscita ebbe luogo  il 23 agosto, ilo vinile dura 22 minuti circa per sei tracce (sette nella versione in Europa), e vendette subito un milione di copie.

SWEET CHEATER’ parte a bomba con un azzeccato secco riffing e con una cadenza ritmica incombente, stile Power Metal; strofe e ritornello rockeggiante con una verve per niente addomesticata. ‘YOU THINK YOU’RE TOUGH’  rallenta con un middle-time, ma la freschezza in equilibrio tra riff e melodia ruvida rende energetica anche la sua verve in questo caso meno impattante ma ugualmente funzionante. Aggressiva ‘U GOT IT’ che nella sua semplicità esprime un feeling di immediata presa, senza alcuna divagazione, ma efficacissimamente arrembante.  ‘TELL THE WORLD’ ha molto della NWOBHM per l’attitudine più scura e dura, dove il ritornello è diretto e tutto si accosta all’Heavy Metal classico, con muro riffico e anima sferzante.

E poi arriva la vera Opera d’Arte del disco, cioè la suadente e magica ‘BACK FOR MORE’ che può essere considerata una delle canzoni della band da poter essere posta nel mucchio enorme di capolavori del metal; essa possiede insieme morbidezza, eleganza, capacità di capire l’essenza della buona musica, senza perdere nulla in rockitudine. Il suo andamento si giova di ottimi passaggi, la batteria gioca bene nei controtempi, nelle trovate, e nel sostenere la struttura; il basso ha il suo esplicito carattere, e l’assolo si fa virtuoso.

Nessuna delle canzoni citate è un brano minore, sono tutte scintillanti. Poi nel finale viene suonata la cover ‘Walking the Dog’ di Rufus Thomas scegliendo la traduzione stilistica degli Aerosmith di dieci anni prima, dove però l’interpretazione del cantante Tyler resta insuperabile. Interessante pensare che tale brano è del 1963, quindi gli Aerosmith ne celebrarono il decennale, i Ratt il ventennale, mentre oggi sarebbe il sessantennale. Solo nella versione europea troviamo anche ‘You ‘re in trouble’ che pur essendo in seguito scelta  per stare anche nel primo album ‘Out in the Cellar’ (1984), è forse il pezzo meno importante, per quanto sempre di buona qualità.

Il genere suonato è uno Street Metal graffiante, ben più graffiante di quello che saranno i comunque futuri ottimi full-lenght. La scuola proviene da quella dei Motley Crue, ma con una verve più ruffiana, sebbene anche qui in senso altrettanto tonico, forte e deciso. La bell’ugola espressiva del singer, roca quel tanto da entrare nella tradizione più graffiante non ne elimina positivamente il valore accattivante, anche fascinoso verso il gentil sesso. Perfetto l’uso dei cori che colora dinamicamente il songwriting. La sezione ritmica è super-adeguata alle accentazioni necessarie, mai banale e mai limitata al minimo. La chitarra sa dosare bene il proprio suono nel rifframa, e non manca di begli agganci solisti. Il sound, sia strumentalmente che vocalmente, è riconoscibile, e la band non può essere confusa con nessun altra, quindi grande personalità e grande determinazione.

Anche i lavori successivi lo testimonieranno con nettezza. Peccato che dal 2010 non è uscita più nessuna loro opera. In quell’anno, ‘Infestation’ dimostrò che ancora c’era linfa vitale di grande valore compositivo, e riuscì persino a far tornare il gruppo in classifica. Ma nel 2014 essi si sciolsero nuovamente (la prima volta era stato nel 1992) e quindi ormai sono tredici anni di assenza discografica. Nonostante altri gruppi hair/street siano più famosi dei Ratt, questi ultimi possiamo pensarli fra i più rappresentativi del genere, e nonostante la musica spesso sembri mainstream, in realtà la suonano davvero molto energicamente, con un senso rock in verità molto presente e spinto. I riff sono taglienti, la voce, per quanto ammiccante, evita sempre  di farsi sdolcinata. Il gusto è strettamente quello metallico, mai pop. E questo ep è già di essenza matura, già qualitativa, di musicisti che sanno il fatto loro.

Ricordarsi di questo ep, è ricordarsi del meglio di ciò che uscì negli anni ottanta, quindi di un’opera artistica che ha fatto la storia al pari di altri prodotti, attualmente più osannati. Nonostante il grande successo degli anni ottanta, sembra un combo sottovalutato, ma ad ascoltare bene i loro dischi si capisce che non sono inferiori a nessuno nel loro genere. Sono il puro spirito rock’n’roll dell’antica gloria metal.

Roberto Sky Latini

Time Coast Records
Atlantic (ristampa del 1985)
www.therattpack.com

Sweet Cheater
You Think You’re Tough
U Got It
You’re in Trouble (just in European version)
Tell the World
Back for More
Walking the Dog (Rufus Thomas cover)

Stephen Pearcy – vocals
Robbin Crosby – chitarra, cori
Warren DeMartini – chitarra, cori
Juan Croucier – basso, cori
Bobby Blotzer – batteria