Queensryche

Digital Noise Alliance

Con o senza Geoff Tate gli statunitensi Queensryche sono sinonimo di qualità, per un combo che presenta sempre una gran classe aristocratica. L’americanità però stavolta è parzialmente messa da parte per toccare alcuni aspetti della N.W.O.B.H.M., persino rifacendosi talvolta agli Iron Maiden. Non certo una scelta che avrebbe fatto il loro ex-frontman. Possiamo dirli più Heavy e con meno tasso Prog? Sì, possiamo, anche se la targa che li categorizza è nettamente quella della loro essenza originaria. Detto ciò è facile capire che appunto tutta la classe è conservata. La rotonda e suggestiva ‘IN EXTREMIS’ è uno di quegli episodi del disco che ricorda lo stile dei Maiden, cantato alla Bruce ma anche per gli strumenti; la sua bellezza sta tutta nel rifframa e nella bella linea melodica, tradizionale ma ispirata. Un po’ maideniana risulta anche la dinamica ‘SICDETH’, ed entrambe sono fra le song migliori del lotto per la loro intensità espressiva.

Accompagnata da un riff gustosamente ripetitivo, da ‘LOST IN SORROW’ emerge il pathos introspettivo caro alla band che si apre ad un ritornello arioso tipico del loro carattere per una qualità indiscutibile del pezzo. Epicità da vendere in ‘BEHIND THE WALLS’ la cui intensità emotiva è una corposa coltre avvolgente tra andamento ossessivo e impianto vocale denso. E poi c’è la conclusiva mini-suite ‘TORMENTUM’ per coloro che rimpiangono le grandi canzoni rarefatte in perfetto vecchio stile, una song magnifica molto progressive che regala quell’emozione in più e che fa la differenza mantenendo la band fra le migliori anche oggi. Con  ‘Hold On’ si gioca sulla contrapposizione netta tra umbratile e luminoso, emanando una forte anima evocativa degna dell’album ‘Promised Land’ in alcuni passaggi, ma perdendo consistenza col ritornello; ad ogni modo  ci pensa la chitarra a mantenere il passo, tramite un assolo finale fra i migliori di questo full-lenght.

Come se si inseguissero le cose meno impegnate che ha fatto ultimamente Geoff Tate, ‘Out of the Black’ si pone come il pezzo commerciale del disco, benissimamente fatto, ma un po’ meno intrigante degli altri episodi; stilisticamente poteva stare su ‘Empire’ ma sarebbe comunque rimasto un brano minore. Anche la ballata ‘Forest’ è un buon momento, ma non certo imprescindibile. Di certo ogni canzone minore dei Queensryche mantiene un livello che altre band si sognano, per cui filler “zero”. L’aggiunta della cover ‘Rebel Yell’ non è certo qualcosa che Tate avrebbe inserito, ma anche fregandocene di lui, alla fine sembra non avere significato in questo contesto, soprattutto perché non ne risulta una reinterpretazione quanto una inutile escrescenza che, per quanto ben fatta e divertente, non ha nulla dell’essenza del gruppo.Il pericolo di non essere se stessi non c’è, la band è in grado di servire sul piatto per intero la propria personalità con i suoni tipici dei loro dischi, ma nel contempo sembrano lasciarsi andare senza confini a ciò che viene, liberandosi dal dimostrare per forza di essere la stessa band senza il vecchio cantante.

Ed in effetti in questo quarto album con lui, Todd La Torre, fa molto meno il verso a Geoff. La raffinatezza è un loro perenne biglietto da visita, ciò senza nulla cedere in energia e tono. Un lavoro che scorre senza alcun arresto formale, e anche le sensazioni che elicita nell’ascoltatore sono di puro godimento. Questo tipo di sound è fortemente legato agli anni ottanta e però è quella modalità che appare sempre, qualunque gruppo la suoni, anche moderna; quando la realizzano i Queensryche la cosa viene ancor più valorizzata. Siccome non è il semplice riff con una linea vocale lineare, questo stile vive di luce propria fuori dal tempo, e l’attuale band sa come manipolarla e renderla brillantemente contemporanea. Forse una leggera flessione rispetto agli ultimi tre album precedenti, ma poi dipende dai gusti, che quando si sta costantemente a questo livello l’oggettività è difficile.

La sperimentazione desiderata da Tate non c’è, anche perché la sperimentazione è comunque insita in ciò che hanno creato nel passato e che nella nuova fase di carriera  ripercorrono; ma poi la vera arte non è solo sperimentale.

Roberto Sky Latini

Century Media Records
www.queensrycheofficial.com

In Extremis
Chapters
Lost in Sorrow
Sicdeth
Behind the Walls
Nocturnal Light
Out of the Black
Forest
Realms
Hold on
Tormentum
Rebel Yell (cover Billy Idol)

Todd La Torre – vocals
Michael Wilton – guitar
Mike Stone – guitar
Eddie Jackson – bass
Casey Grillo – drums