Putrid Defecation
Tales From The Toilet
Album di debutto per la band finlandese di slam death metal Putrid Defecation, uscito il 17 gennaio per la Stadin Rec.
Inizialmente, il gruppo era composto da un solo membro fisso, ma in occasione della pubblicazione del disco è stata formata una band completa, dando vita a “Tales from the Toilet”.
Brutalità, spontaneità e un animo crudo sono alla base di questo disco, che rappresenta un perfetto esempio del genere toilet slam. Un genere viscerale in ogni possibile accezione, fatto di aggressività, brutalità e di un totale rifiuto alle censure.Già dalla copertina, è chiaro che la tematica è legata a una delle più nobili (quanto disprezzate) realtà: la merda.D’altronde, in un genere che porta l’appellativo “toilet”, non possiamo certo aspettarci che si parli di prodotti per il bagno, profumi o cose delicate. Soprattutto se associato a un genere come il death metal, che di certo non si distingue per gentilezza o profumi gradevoli.Il disco si colloca ai limiti della parodia, con un obiettivo preciso: risultare il più sporco, viscido, incontrollato e nauseabondo possibile.
Diventa inevitabile, in un’opera come questa, fare paralleli tra l’aspetto sonoro martellante e incalzante e i più o meno naturali movimenti intestinali che la band desidera palesemente descrivere attraverso la musica.
Dal punto di vista musicale, siamo di fronte a un classico slam/death metal torbido e martellante, che non disdegna rallentamenti e accelerazioni incontrollabili, con sporadici sconfinamenti anche nel thrash metal.
Riff brutali, numerosi blast beat forsennati e slamming diretti allo stomaco – anzi, all’intestino.Il sound è quello del classico slam più cavernicolo, duro e crudo e vi sembrerà di essere catapultati nei peggiori bagni pubblici delle stazioni ferroviarie più fatiscenti che possiate immaginare, con l’illusione di vivere l’esperienza con il più violento virus intestinale che ricordate.Ecco, i Putrid Defecation sono riusciti a trasformare in musica questo mondo incantato (e altrettanto disgustoso) della merda, catturandone odori, consistenze e tutte le manifestaioni sonore che il nostro amato e odiato intestino può produrre.Un disco che sprigiona una sana ignoranza viscerale, un impatto diretto in faccia… o forse, sarebbe più saggio parlare di altre parti del corpo.È un’opera indicata per gli amanti del genere e per i fan di gruppi come Cerebral Incubation, Torsofuck o altri esponenti del toilet slam.
Una prova che punta sicuramente all’intensità e all’autenticità, con quella sana dose di ignoranza che non guasta.
Daniele Giudici