Phil Mogg
Moggs Motel
Mogg’s Motel è l’album di debutto da solista di Phil Mogg, il leggendario cantante e membro fondatore delle icone del rock UFO.
Dopo l’ultimo concerto della band nel 2022 e l’annuncio del suo scioglimento, Phil fortunatamente non ha preso a cuore il pensionamento e i fan saranno felici di sapere che questo nuovo eccellente album si muove sulla stessa scia della sua precedente band. Prodotto dal bassista Tony Newton, vede la partecipazione di Neil Carter, ex UFO, alla chitarra e alle tastiere, insieme al chitarrista Tommy Gentry e al batterista Joe Lazarus.Quando qualche anno fa gli UFO hanno finalmente appeso gli stivali al chiodo, pochi si sono preoccupati di chiedersi cosa avrebbe fatto il leggendario frontman Phil Mogg.
L’ultimo tour della band è stato cancellato a causa della cattiva salute del cantante e la sensazione che tutte le cose belle stessero per finire era difficile da ignorare. Quando Mogg ebbe un infarto nel 2022, i pensieri di nuova musica o di un altro progetto erano difficili da credere, anche per i suoi fan più devoti. Ma alcuni musicisti sono fatti di una materia più resistente, e nessuno sopravvive per 50 anni in una delle rock band più impegnative del mondo senza sviluppare una certa resistenza. È forse inevitabile, quindi, che Phil Mogg viva per cantare. MOGGS MOTEL è il risultato di una collaborazione di songwriting tra il grande uomo e il bassista dei VOODOO SIX Tony Newton, e i risultati rientrano saldamente nell’ambito dell’hard rock soul ma grintoso che Mogg ha da tempo consolidato. Sostenuto da una formazione che comprende anche Neil Carter, storico collaboratore di GARY MOORE, Mogg sfodera queste 12 canzoni con la stessa intensità eburnea che lo contraddistingueva nei primi anni ’70. Phil Mogg è vivo e vegeto, signore e signori.
Ciò che rende “Moggs Motel” così speciale è la libertà creativa con cui è stato realizzato questo grande album. Senza limiti o obblighi musicali, i tre ragazzi hanno seguito il loro cuore e la loro anima, dando vita a canzoni che riflettono l’essenza del rock.Questo album è Melodico e dotato di grandi riff e di alcuni spigoli, offre un grande divertimento. Sia che si ascoltino le canzoni già citate, sia che si apprezzi la martellante “Princess Bride” con la sua eccellente introduzione di chitarra, ognuna di queste canzoni è un inno rock ben realizzato con un fattore di dipendenza incorporato. Con tre ragazzi che mettono insieme le loro idee, l’album riflette anche una versatilità che contribuisce al flusso di “Moggs Motel”. C’è la più cupa e lenta “Other People’s Lives”, che con arrangiamenti orchestrali eseguiti da una sezione archi incredibilmente bella e suggestiva questa canzone a mio avviso è la più bella di Mogg Hotels seguita dall’incalzante “Tinker Tailor”.
Le radici del rock classico fanno sì che “Wrong House” cresca a ogni ascolto, mentre “Shane” è un mid-tempo rockeggiante.L’ultima traccia dell’album aggiunge un altro aspetto all’album. Il brano “Storyville”, carico di blues, è un modo più calmo ed emotivo per concludere un album che sarà sicuramente un punto di riferimento nel 2024.Forse non è un suono completamente nuovo a rendere “Moggs Motel” così eccezionale. È piuttosto il modo libero in cui l’album è stato realizzato, con la libertà e la passione come carburante. Questo disco ha un fattore di meraviglia che vi accompagnerà per molto tempo.
Pur avendo gli stilemi classici degli UFO il nuovo disco mantiene le sonorità andando però a pescare anche nel gospel cosa evidente nei cori bellissimo il brano Princess Bride. Per altro il gospel è un elemento che troviamo un po’ in tutto il disco a mio avviso questo è un elemento che arricchisce ancor di più un album già di per se bellissimo anche senza questi connotati.perchè diciamolo Phil Mogg ha avuto un dono meraviglioso dalla natura e lui ha avuto la grande saggezza di mantenerla calda ed avvolgente e molto molto blues. E alla sua età e soprattutto dopo un ictus, nessuno si aspettava un disco cosi bello seppur “antico” come direbbe qualcuno e se alla mia età vengo considerato boomer chissenefrega a me me piace.
Stefano Bonelli