Phantom Elite

Blue Blood

La maniacale esuberanza del Gothic-Metal a cantante femminile qui espressa, riesce a superare la barriera della banalizzazione, sempre grosso rischio in questo genere stra-abusato. E con intelligente irriverenza gli americani Phantom Blue riescono a scavalcare l’ovvio facendoci immergere in uno spessore ispirato e animoso. Qualità insomma di indubbio valore, con assenti cadute di potenza, e così questo terzo capitolo del gruppo splende alto.

L’apripista ‘Skin of my Teeth’ è una song di tipo più tradizionale, eppure ha un tiro efficacissimo, in grado di sradicarti dalla passività d’ascolto per stimolarti ad una reazione più carnale. Il meglio inizia con ‘INNER BEAST’ che nella sua forzatura elettronica inserisce una suadente melodia cantata come se Britney Spears abbandonasse il pop per farsi cattiva; riuscendo a creare un pezzo trascinante e di carattere. La bravura della band di catturare anche le brezze soul della cantante, senza svilire la propria anima rock, prende vita valoriale nella dolce ma seriosa, e splendida,‘BIRDCAGE’, del tutto gotica nonostante la vibrazione soul. Fascinosa ‘LAID WITH VINES’ che invece possiede un parziale afflato Pop, ma con una sinuosità emozionale che rientra poi nell’intenso alveo gotico. La migliore traccia è però ‘APEX’ che sfacciatamente segue la scuola degli In This Moment, con un pezzo mezzo industrial che spacca il culo, nella sua ecletticità invadente. Ma anche la title-track ‘BLUE BLOOD’ è un magnifico episodio da lodare per pathos e scrittura, qui la voce aumenta ancora di più se possibile la sua enfasi magniloquente, mettendosi al pari dei migliori gruppi gotico-sinfonici, ed entra dentro il cuore con ficcante sentimento.

Passionale anche ‘The Sick World’, corposa con un ponte atmosferico che amplia la modularità espressiva; essa fa parte di quegli episodi minori che appunto chiariscono quanto sia ben fatto questo lavoro visto che anche essi valgono. Il lato commerciale sarebbe rappresentato da ‘Fragments’ sia per la ritmica che per il cantato, però con ponti differenti al mood centrale, i quali dinamizzano, ma se questo è il modo di farla, la musica commerciale non avrebbe mai lati negativi, e così puoi ballare ma anche godere senza vergogna.Spesso la band usa inserire accenni pop dentro alvei metallici, senza mai farli apparire addomesticati e commerciali in senso mainstream. L’orecchiabilità c’è ma è potente, tonica, schizoide. La vocalità della singer non è formata da una unica espressività, apre a variegate pulsioni emotive, giocando parecchio per evitare trappole normalizzanti.

Lei abbraccia stili e personalità diverse, partendo da quella di Amy lee degli Evanescence, passando per tante altre ispirazioni, fino a quella di Maria Brink degli In This Moment, e lo fa sempre senza mai sembrare un clone. Complessivamente si sfiora il senso alternative senza mai diventarlo, per rimanere in una conformazione già conosciuta nel mondo metal ma tirata da tanti lati per non essere canonica. L’intelligenza compositiva si sposa con quella esecutiva che pensa con accortezza gli arrangiamenti per non sminuire il tasso metal continuamente in grado di lasciare che lo spirito rock non si perda, così evitando che le tante luci non metal prendano il sopravvento. Ogni comparto strumentale è in grado di dare il meglio di sé lasciando all’ascoltatore una sensazione di densa magia. Questa recensione ha usato termini quali goticismo e sinfonismo, ma c’è molto di più e ciò amplifica il merito di musicisti che sono ormai maturi al 100%. C’è tanta geniale intuizione in questa opera ricca e variegata.

Roberto Sky Latini

Skin Of My Teeth
Inner Beast
This Sick World
Birdcage
Apex
Fragments
Laid With Vines
Daydark
Blue Blood
Black Sunrise

Marina La Torraca – vocals
Max Van Esch – guitars / bass / synthesizers
Joeri Warmerdam – drums