Ossuary Anex

Obscurantism Apogee

Il Death Metal oscuro, nel panorama estremo, è al momento in auge rispetto a quello sanguinolento dei Cannibal Corpse. La cattiveria è espressa in esso con un alto tasso di neritudine presa dal Black, e ciò permette alle band di essere più variegate.

Nel 2008 si forma questo combo russo grazie all’iniziativa del chitarrista, e nel 2012 avviene l’esordio con l’album “Awakening”. Oggi siamo al terzo full-lenght che sottolinea come il blackened Death Metal sia la loro fede musicale; e alla fine non so se non siamo passati al genere Black vero e proprio, considerando che avanzando nell’ascolto l’atmosfera si fa più chiusa e tetra.

La title track “OBSCURANTISM APOGEE” possiede la ritmica tipica del genere, ma in realtà la linea cantata non appare nervosa, bensì parecchio morbida nel suo incedere. “THE BEYOND-MAN” è un altro interessante pezzo denso e sinistro, più scattante ma non meno Dark; in maniera epica ciò avviene leggermente anche nella traccia finale “THE GREAT AND CELESTIAL MASSACRE”, piuttosto ossessivamente. Una curiosità particolare viene dal brano “Revelation” dove c’è un parlato, relativamente  insistito, in italiano.  “We are Antichrist” sembra avere la struttura adatta ad ampliare il suo raggio d’azione, invece perde l’occasione preferendo mantenere il collegamento con le altre tracce per ciò che concerne l’approccio generale, mantenendosi fermo alla forma canzone senza osare inserire troppe variazioni sul tema (anche qui si parla in italiano).

La vocalità growl è molto calda,  e insieme alle chitarre ribassatissime fa diventare l’ascolto molto rovente, ma non brutale, quasi melodico e facilmente fruibile, oserei dire. Si tratta di un modo di cantare fluido, senza accenti raschiosi o ruvidi. Nonostante l’approccio claustrofobico, c’è una piacevolezza cullante di fondo; più che la rabbia, viene gestita la durezza di cuore, legata ad un suono avvolgente a cui non ci si può opporre. Si può solo camminare in orizzontale, non vi è la possibilità di alzare lo sguardo perché l’ascoltatore è coperto da una cappa di oscurità unidirezionale, senza la dimensione celeste, solo terrena o sotterranea. Manca la luce, manca la speranza; ma sembra una essenza a cui bisogna adeguarsi, che non schiaccia pesante, ti lascia invece immobile in una sola dimensione possibile, quella del male a cui ci si assuefà. Non è un lavoro superlativo, ma costruisce bene le sue parti espressive e mantiene costantemente un buon livello compositivo.

Quello che avrebbe potuto far fare il salto di qualità manca, c’è l’assenza di qualsiasi tentativo di alzare l’asticella con elaborazioni coraggiose. In realtà la musica suonata si presta a maggiori elucubrazioni compositive, ma alla fine si predilige la semplicità, anche se evitando le cose banali. Questo album è più attentamente pensato rispetto ai precedenti, dove emergeva un po’ più di istinto. I testi vanno sicuramente considerati provocatori, e anche il suono offre malevoli percorsi. L’oscurantismo raccontato è perfettamente rappresentato dal buio dell’arrangiamento, dove si fa di tutto per lasciare serrato ogni spiraglio. La sua essenza non è uno scatenamento liberatorio, ma una escrescenza descrittiva che tende ad evolversi linearmente, anche se con accenti e diversità di ritmiche presenti in una stessa singola song. Siamo di fronte ad una opera che funzionerebbe anche dal vivo in quanto si denota un buon virtuosismo strumentale di base.

Roberto Sky Latini

Contempt of God
Firestorm
Obscurantism Apogee
Revelation (Apocalypsis Ioannis)
Path to Golgotha
We are the Antichrist
According to their Deeds
The Beyond-Man
The Great and celestial Massacre

Kirill – vocals
Max – guitars
Chiba – guitars
Azamath – bass
Sergey – drums