OPSIS
End of Light
Finalmente Italia con gli esordienti OPSIS (David Montyel voce, Luca Padalino basso e Nico Pagliaricci chitarra), che, in perfetto stile psichedelico, ci raccontano un’oscura profezia tratta da un vecchio racconto di Asimov. La stessa assume la forma di un concept album completamente rivisitato dalla band. In sintesi End Of Light è un’opera in tre movimenti di grande respiro con lunghe ed improvvise virate verso i vari territori del rock fino a sfiorare addirittura il jazz.
Il racconto di cui si tratta è esattamente Nightfall del 1941, dove Asimov scrive di un pianeta illuminato da ben sei soli dove pertanto il buio è sconosciuto. Un’antica profezia sostiene che l’oscurità e la conseguente apparizione delle stelle preannunceranno la fine del mondo ed il racconto si incentra sugli ultimi momenti che precedono un’eclissi lunare che ovviamente terrorizzerà in vari modi le popolazioni del pianeta.L’opera di Asimov si chiude su un finale aperto a diverse conclusioni ma i temi centrali durante lo sviluppo del racconto sono la religione, la natura e la storia che si ripete.L’apertura dell’opera viene affidata alla lunga One Voice Under the Stars dove una lussureggiante e sognante base psichedelica farà da base alle domande ed alle riflessioni che gli Opsis si porranno per tutta la durata del pezzo.End of the light, seconda traccia dell’EP, rappresenta chiaramente la tensione del racconto che ci porta al momento dell’eclissi e di conseguenza al panico ed al buio. L’arpeggio continuo e quasi da incubo di una chitarra ci tramortisce, ci addormenta e ci trasporta in una dimensione di paura e di follia, in alcuni istanti sembra di ascoltare i Goblin e di immaginare fotogrammi di paura.
Le conclusioni della storia ed ovviamente dell’EP confluiscono nel rock piu’ chiaro e delineato di Wearing me Out dove nel testo si cercano le risposte ai temi dominanti del racconto e musicalmente gli OPSIS si mostrano piu’ nudi e crudi e reali dando grandi dimostrazioni di tecnica nonchè di scrittura. In questo brano lo stile è ancora piu’ netto ed evidente e da vita ad un ottimo brano che si conclude con un jazz soffuso che occupa ed invade gli ultimi minuti del brano.
Un EP che considero un eccellente assaggio alle potenzialità della band, in ogni caso un ottimo disco di esordio anche se non di facile ascolto.Â
Massimo Cassibba