Opeth Live Alcatraz 06/10/2025
Articolo a cura di Alessandro Secco
Il prog svedese infiamma l’Alcatraz di Milano serata all’insegna del progressive svedese, dallo psichedelico al doom. Il 6 ottobre 2025, l’Alcatraz di Milano ha ospitato l’unica data italiana del tour europeo degli Opeth, accompagnati dai Paatos. Una venue quasi al completo e un pubblico carico hanno reso la serata un’esperienza memorabile.
PAATOS
PAATOS
La serata inizia alle 19:45 con i Paatos, band progressive rock psichedelico fondata nel 1999. Già all’inizio della loro esibizione la venue era gremita di persone.La cantante, Petronella Nettermalm, non interagisce direttamente con il pubblico, ma lascia che sia la musica a riempire la sala. lasciando che sia la musica a parlare. La sua voce diventa uno strumento vero e proprio, armonizzandosi perfettamente con il resto della band. Accanto agli strumenti principali, entrano in gioco anche percussioni e strumenti insoliti come il megafono, creando un paesaggio sonoro ricco e stratificato.
Sin dal primo brano, il pubblico è catturato dalla profondità dei suoni. Anche se le interazioni sono minime, la band riesce a stabilire un legame profondo con gli spettatori. Un momento speciale arriva con il brano Téa, dove Petronella racconta di aver scritto il testo il giorno della nascita di sua figlia. Alle 20:30, i Paatos chiudono la loro esibizione, accolti da scroscianti applausi, lasciando la sala pronta per la serata doom-prog che seguirà.
SET LIST
1. Gasoline
2. Chemical Escape
3. Beyond The Forest
4. Ligament
5. Téa
6. Gone
7. Won’t Be Coming Back
8. Last Ones of Our Kind
OPETH
OPETH
Alle 21:00, gli Opeth salgono sul palco per la loro unica data Italiana con il tour a support dell’ultimo album The Last Will And Testament. La band doom-prog svedese viene accolta da un boato di urla del pubblico, che italianizza il nome dei membri: il frontman Mikael diventa “Michele”.La location è completamente diversa rispetto al loro ultimo concerto in Italia, e il pubblico sfrutta la nuova ambientazione, liberando quella voglia di muoversi che al teatro degli Arcimboldi gli era stata negata.L’apertura con §1 è immediatamente potente: il pubblico si lascia andare a pogo e salti, un’energia che non si era vista al precedente concerto agli Arcimboldi. Gli schermi alle spalle della band illuminano i musicisti dal retro, lasciando volutamente le figure quasi in ombra, scelta coerente con l’atmosfera doom della serata. Le luci rosse e verdi, sempre basse, sottolineano la cupezza dei brani senza mai sovrastare la musica.
L’acustica è impeccabile: ogni strumento è nitido, e la voce di Mikael alterna clean e growl con potenza e precisione. La seconda canzone, Master’s Apprentices, scatena il primo pogo vero e proprio, che continuerà a intervalli fino alla fine del concerto.Con The Leper Affinity, animazioni di foreste sullo sfondo accompagnano il brano e le prime file si scatenano.Nonostante piccoli problemi tecnici, il pubblico acclama entusiasta. Tra un brano e l’altro, Mikael intrattiene il pubblico con scambi umoristici, prendendo persino in giro band storiche come gli AC/DC. Da questo punto gli sketch saranno frequenti tra una canzone e l’altra, e il frontman continuerà a coinvolgere il pubblico tra brani magistralmente eseguiti e divertenti aneddoti.
La band procede con §7, The Devil’s Orchard, To Rid the Disease e The Night and the Silent Water, alternando momenti riflessivi a passaggi di grande energia. L’equilibrio tra tecnica e coinvolgimento emotivo è impeccabile.Il finale della setlist comprende §3, Heir Apparent e Ghost of Perdition, fino all’encore con Deliverance, chiudendo un concerto di due ore in una sala gremita ed entusiasta.
P.S
Si ringrazie la Mc2 live per la gentile concessione
STE LIST
§1
Master’s Apprentices
The Leper Affinity
§7
The Devil’s Orchard
To Rid the Disease
The Night and the Silent Water
§3
Heir Apparent
Ghost of Perdition
Encore
Deliverance
LINEUP
Mikael Åkerfeldt – bocals guitar
Fredrik Åkesson –guitar
Martín Méndez – bass
Joakim Svalberg – keyboards piano
Waltteri Väyrynen – drums