Oblivion Vortex
Into Oblivion
Quando nasce una nuova band ma formata da elementi navigati come che hanno formato gli Oblivion Vortex ci si accorge subito se la band ha in mano il proprio strumento oppure sono dei novellini.
Non è il caso dei piemontesi essendo musicisti con già anni di militanza in altre band più o meno famose,infatti all’interno della band troviamo Andrea Marchisio già vocalist negli Highlord e Desdemona, Marco Campanati chitarrista proveniente dagli Extinction, e Claudio Rostagno già batterista degli Ivory.L’unico a non avere esperienze precedenti a quanto pare poi mi sbaglierò è Matteo Capello al basso ma che poi sentendolo mi sono reso conto della sua bravura e abbastanza personale da reggere il confronto senza timore alcuno.Dall’unione di questi quattro musicisti nasce Into Oblivion che si compone di quattro canzoni tutte volte verso un doom metal influenzato dal sound classico degli anni settanta in miscuglio maligno fatto di primi Uriah Heep quelli con David Byron alla voce per intenderci questo mi è sovvenuto soprattutto per quanto riguarda i cori che sono di certo una parte importante per gli Oblivion Vortex
Abbiamo detto di un miscuglio che non si ottiene con un solo elemento che di fatto ha a che fare con i Black sabbath quelli più oscuri mi riferisco al suono della chitarra di Marco Campanati che ha buon gusto per la scelta delle note molto simile al Tony Iommy primordiale inoltre nella parte conclusiva Call of the void mi è sembrato di scorgere qualcosa dei Savatage di Sirens.La produzione di questo EP è a dir poco stratosferica e quello che mi colpisce di più è la batteria che suona in modo fantastico forse uno dei suoni più belli che abbiam mai sentito , un suono potente ma mai disequilibrato e non sovrastante gli altri strumenti e stiamo parlando di un auto produzione quindi a questo punto sono abbastanza curioso di ascoltare il debutto su full lenght.Come dicevo ad inizio recensione ci sono solo quattro pezzi e solo questi sono sufficienti a creare un atmosfera cupa ed oscura resa in una maniera incredibilmente inquietante.Inoltre anche la copertina e il logo della band sono stati disegnati da Stefano Toderico molto belli e contribuiscono a creare questo alone mistico.
In chiusura mi sento di consigliare questo EP oltre ai fan delle citate nella recensione anche ai fan dei Witchfinder General Trouble Black Widow per fan abituati a certe sonorità.
Gran bel debutto!
Stefano Bonelli