Moto armonico

Down to Timavo

Secondo album in studio per i Moto Armonico, un gruppo di Verona formatosi nel 2010 che propone composizioni originali in stile progressive-metal con influenze dai Dream Theater.

Realizzano il loro album di debutto “Moto Armonico” nel 2012 e dopo un cambio di line-up con l’arrivo di un nuovo cantante, rilasciano il loro nuovo disco “Down to Timavo” cantato in inglese nel 2014.

L’album si apre con una breve introduzione strumentale di pochi minuti “The beginning” che fa da preludio al primo brano del disco “The shadow” molto potente con chitarra ritmica distorta e tappeto di tastiere. Veloce e ritmata, la canzone scivola via rapida e gradevole. Il ritornello diventa un pop-rock abbastanza orecchiabile. Assolo di chitarra molto veloce nel finale contrappuntato dalle tastiere. “Sand holder” parte lenta con il rumore del mare. Arrivano poi chitarra e basso in un bel dialogo musicale. Il brano in seguito si velocizza in una cavalcata che sfocia in un dolce e lento arpeggio di chitarra acustica. Ottima la melodia e la parte cantata. Davvero un grande pezzo da sentire con gli accendini accesi. Forse eccessivamente tirato in lungo. “Revolution” cambia completamente registro, il basso prende il sopravvento e le tastiere disegnano un tappeto su cui si incastra la chitarra. Un brano tirato per amanti del metal. “Spring time” è sicuramente una traccia più interessante. Parte lenta con le tastiere e un gradevole arpeggio di chitarra. Aumenta piano piano il ritmo, l’atmosfera si fa più dark. La parte centrale diventa rock, quasi un A.O.R. da singolo radiofonico, se non fosse per i cinque minuti abbondanti di lunghezza. “Arcana” è veramente una bella canzone, con il suo pianoforte malinconico e struggente, i suoi coretti a più voci, il suo minimalismo dell’inizio. “Hypnotic snake” è un brano di mestiere e di congiunzione verso la title track dell’album di oltre nove minuti che dovrebbe essere una bella sorpresa.

Notevole il veloce assolo nel finale. “Down to Timavo” inizia con tastiere e chitarra in un riff metal-progressive, prende tono e potenza sia nella musica che nel canto. Interessanti le combinazioni musicali tra basso e chitarra elettrica. Cambio di ritmo e incomincia la parte lenta con influenze orientaleggianti. Il pianoforte diventa ossessivo e piano piano risale di tono e di ritmo per rilanciare la chitarra elettrica in un assolo che riporta il brano sulla linea iniziale. Ancora una parte lenta nella sezione centrale del brano con un lungo assolo di chitarra elettrica e poi via verso il lungo e sofferto finale. “Life” e “Nowhere land” sono brani di buona fattura, a tratti tirati in stile metal, con chitarra elettrica molto distorta, intramezzati però da parti più lente che si incastrano nella struttura delle canzoni e si liberano in lunghi finali quasi di matrice sinfonica. La canzone successiva “The forest at the edge of time” è una traccia lenta con arpeggi di chitarra classica che ci traghetta verso il brano conclusivo di questo gradevole disco dei Moto Armonico. Parti recitate si alternano con le parti cantate. Senza soluzione di continuità si passa quindi all’ultimo brano del disco “Cracks” di oltre tredici minuti. Partenza molto veloce e ossessiva con un ritmo scatenato e rapidi assoli di chitarra. Questa canzone è quella dell’intero disco in cui si sentono più nette le influenze dai Dream Theater sia nella chitarra che nell’intero impianto musicale. Il brano rallenta e si prepara a lungo passaggio lento e malinconico, ben cantato da Luca Adami per poi ripartire secco e veloce. Ottimo l’assolo di tastiere nella parte finale.

Peccato che non si sia ripresa verso la fine la parte lenta che musicalmente mi sembra la sezione preferibile di questo brano. Un disco di ottima produzione, registrazione di buon livello, con spunti musicali interessanti, qualche punta di eccellenza e un livello medio molto alto. I brani migliori dell’album sono “Sand holder” con i suoi arpeggi acustici e la sua dolcezza malinconica, “Arcana” per le sue atmosfere rarefatte e il suo minimalismo iniziale che fiorisce poi nei barocchismi della parte finale, “Down to Timavo” per le continue variazioni e il suo impianto metal-progressive, “Cracks” per la sua parte centrale ispirata e passionalmente toccante. Un disco con brani notevoli per intensità emotiva, di ottima qualità, a tratti evocativo e sentimentale a tratti duro e potente. Alcune tracce sono molto interessanti come la splendida “Sand holder” e la sofisticata “Arcana”. Stupenda, seppure breve, la parte lenta e malinconica di “Cracks”, uno dei punti più alti dell’intero album. A volte si scende di tono in canzoni meno incisive e originali. Da sottolineare il notevole art work della copertina dell’album. Complimenti sentiti alla brava artista Martina Campoli. Da sentire nei lunghi viaggi in macchina, nelle sere d’estate sotto la luna o in riva al mare della propria coscienza.

Pierluigi Daglio

Andromeda Relix
www.motoarmonico.com

The beginning (intro)
The shadow
Sand holder
Revolution
Spring time
Arcana
Hypnotic snake
Down to Timavo
Life
Nowhere land
the forest at the edge of time
Cracks

Luca Adami – voce
Uccio Ghezzer – chitarra
Christian Pasin – tastiere
Giampi Tomezzoli – basso
Alessandro Veronesi – batteria