Mostly Autumn

Seawater

I Mostly Autumn, formatisi a York nel 1995, sono un gruppo che fonde rock progressivo, folk e atmosfere celtiche, con radici nelle cover dei Pink Floyd. Guidati dal chitarrista e cantante Bryan Josh, la band ha superato cambi di formazione significativi, come l’uscita della storica frontwoman Heather Findlay nel 2010, sostituita brillantemente da Olivia Sparnenn-Josh (poi divenuta sua moglie). Con Seawater, il loro ultimo lavoro, confermano una maturità artistica che li colloca tra le realtà più interessanti del rock melodico e progressivo contemporaneo.  La prima traccia, Let’s Take a Walk con le sue atmosfere naturalistiche e un’impronta celtica grazie alle cornamuse di Troy Donockley (Nightwish), è un mix di rock, folk e country, con un assolo di chitarra potente. Lungo ma mai noioso, un inizio promettente a cui dà seguito Why Do We Remember All the Rain dove flauti e ritmi cadenzati creano un mood malinconico e quasi cinematografico. Olivia Sparnenn brilla come vocalist, mentre chitarra e flauto si intrecciano in un dialogo emozionante.

Be Something alterna strofe acustiche e ritornelli energici, la voce roca di Josh si sposa bene con gli arrangiamenti ricchi di organo e le armonie di Olivia. Un brano motivazionale con un ottimo cambio di tonalità; arriva così il primo pezzo veramente bello, When We Run che inizia come una ballata e poi evolve con synth anni ’80 e un’improvvisa svolta epica con lunghi assoli di chitarra e cambi di atmosfera che ricordano i Pink Floyd con annesso un finale maestoso. Ancora grande musica con If Only for a Day, un’altra perla dell’album, si tratta di una ballata potente con Olivia in primo piano, con una cadenza che rievoca Comfortably Numb nell’intensità con annesso l’assolo con la chitarra di Josh in puro Gilmour/style, con note lunghe e cariche di pathos. When Nations Collide è la naturale conseguenza con situazioni sognanti e un ritmo cadenzato dove la voce di Olivia domina, mentre la chitarra dipinge melodie malinconiche. Un brano che cresce lentamente con un finale emozionante.

Dopo il country-rock orecchiabile e radiofonico di My Home, il livello musicale ritorna altissimo con Mars, un inno spaziale con cambi di dinamica sorprendenti: Olivia irrompe con una voce drammatica e la chitarra di Josh vola altissimo per dare vita ad un brano che unisce epicità e melodia aprendo alla traccia successiva Future Is a Child, la bella melodia è sostenuta dall’alternanza delle voci di Josh e Olivia, con un successivo assolo di flauto che rammenta i Moody Blues. L’album si conclude con i diciannove minuti di Seawater, la maestosa title track è un viaggio oceanico tra pianoforte, cori celestiali, tempeste sonore e assoli di synth. Cinematografica e maestosa, ricorda le migliori suite progressive. Il climax orchestrale e il finale tranquillo chiudono l’album in bellezza.

Seawater è un disco solido e coinvolgente, anche se non sempre strettamente “progressive” nel senso classico. Predilige melodie accessibili, strutture di canzone e atmosfere folk-rock, con punte di sperimentazione; vanno sottolineate le voci di Bryan Josh e Olivia Sparnenn, complementari e potenti nonché i ricchi e curati arrangiamenti che arricchiscono il lavoro; è un album che non rivoluziona sicuramente il prog, ma evidenzia che la band è al massimo della forma espressiva e soprattutto che si tratta di un lavoro gradevolmente equilibrato.

Massimo Cassibba

TRACK LIST:

Let’s Take a Walk
Remember All the Rain
Be Something
When We Ran
If Only for a Day
When Nations Collide
My Home
Mars
Future Is a Child
Seawater

LINE UP:

Bryan Josh – guitars, vocals
Olivia Sparnenn – vocals
Iain Jennings – keyboards
Chris Johnson – guitars
Andy Smith – bass
Angela Gordon – flute, keyboards
Henry Rogers – drums

Special guest
Troy Donockley – uilleann pipes, low whistle