Mortual
Altar of Brutality
Dopo una trilogia di celebri EP, la band in questione proveniente dalla Costa Rica dà vita ad un album di puro e marcio death metal molto devoto alla vecchia scuola. Spesso vengono evocati nomi come Morbid Angel, Immolation e Deicide dei loro esordi. L’assalto è frontale, un magna di riff malevoli che non vi lascerà scampo, e un growl non profondissimo ma davvero putrido. Il loro approccio è senza compromessi anche nella produzione e sembra davvero di essere rimasti ai primo anni Novanta, se non addirittura alla fine degli anni Ottanta.Il drumming è solido e primordiale e il buon Chalo non si è avvalso di trigger o cose del genere.
Tutto suona retrò ma molto chiaro e le chitarre di Juan Salas e Justin Sánchez ne escono come protagoniste assolute e hanno realmente il suono della morte, oltre che un approccio di rara brutalità, che si evidenzia talvolta anche in assoli schizoidi e dissonanti. Ottimo anche il lavoro del basso a cura dei due chitarristi-cantanti citati poco sopra, si sente l’apporto di questo strumento, valorizzato anche da un volume adeguato in sede di mix.
Insomma, se amate il death metal di più di trent’anni fa, se amate la morte e il suono senza compromessi di band balorde che propongono questo genere non tenendo minimamente conto delle mode, allora fate vostro questo “Altar Of Brutality“, un debutto che lascia ben sperare per il proseguimento di questa band. Colpo assestato senza pietà.
Drakul 218