Monkeys on Mars

Monkeys on Mars

Francesi pseudo-debuttanti con un ep di sole due tracce hard-psichedeliche. “pseudo” in quanto già musicisti che hanno lavorato insieme. Il progetto è strano e per questo il debutto va considerato “pseudo”, qui ci sono due band ognuna delle quali ha già esordito, e ora fanno un gruppo allargato tutti in compagnia. Di solito due realtà prendono e pubblicano insieme come split-album, due o tre pezzi per uno, senza però commistioni. Qui invece i Monkey 3 e i Mars Red Sky (da qui il tipo di titolo e la fusione del moniker) compongono e suonano assieme, creando un ibrido interessante, un parto riuscito che non espone canzoni di serie b.

Oltre undici minuti di brano con la prima traccia ‘SEASONAL PYRES’ che esordisce come musica ambient a rendere l’immagine di un’atmosfera post-apocalittica, di un mondo spettrale ridotto a totale distruzione, oppure di una grande desolazione. Da questo inizio rarefatto si passa, attraverso una ritmica doom fatta di riff corposi e batteria lenta, alla sezione cantata che rimane algida e morbida in contrapposizione ad un andamento più caldo ed incombente. Poi uno stridente assolo chitarristico sferza l’aria con acidi rivoli incandescenti fino a metà brano dove torna un diverso modo di ricreare la solitudine di un mondo che può essere anche quello desertico di un pianeta, Marte appunto, illuminato da una punteggiatura di tastiera e da una voce ancora più riverberata e lontana; fino al finale leggermente più dinamico per una enfasi finale dal carattere deciso. E’ una suite ben costruita, con un feeling accattivante grazie alla sua avvolgenza sinuosa, permeando l’aria di significati evocativi. C’è un respiro denso anche di stampo Desert ma che non rappresenta l’unica essenza di tale composizione. Questo l’episodio migliore, ma l’altro non è certo una scoria.

Ecco quindi l’ancora più lunga strumentale ‘Hear the Call’ che supera i tredici minuti. Essa possiede una malìa similare. Qui sentiamo inizialmente una vicinanza ad un certo modo di fare dei Pink Floyd, poi entra in ballo una maggior pesantezza in cui i riverberi e i tremolii aumentano di consistenza. La chitarra solista non emerge mai troppo in primo piano ma è magica e molto intrigante. La song oscilla tra l’ipnotismo e la sferzata che risveglia, ciò in un saliscendi emotivo piuttosto intelligente.

Dentro questo lavoro troviamo le caratteristiche artistiche di entrambi i combo d’origine, tra le sonorità spaziali e quelle prog a creare quadri decisamente descrittivi. Sono dipinti con a volte tocchi grassi di pennellate pachidermiche sebbene mai durissime, ma soprattutto si percepisce una bravura nel trattamento fatto invece di pennellate sfumate. Sono spesso volute di nebbie da cui si aprono squarci colorati. Potremmo dire che nell’opera coesistono diverse ambientazioni, però integrate notevolmente bene, in più casi compenetrandosi. Nessuna contraddizione in termini espressivi, ma una sequenza di concatenazioni perfettamente logiche. La raffinatezza è notevole, c’è sapore significativo e nessun momento porta a saturazione, mantenendo ben forte l’interesse dell’ascoltatore che ama questo tipo di genere musicale. Se la personalità qui non esiste in senso stretto, c’è però una maturità che fa scrivere ottimamente, senza spegnere mai quella che si chiama “ispirazione”. Questo è un ep, e allora qualcuno potrebbe affermare che un tale tipo di sound in un formato così breve ha evitato di annoiare, ma vista l’abilità tecnica e la pregnanza espressiva evidenziata, probabilmente questi musicisti sarebbero riusciti ad aggiungere due tracce altrettanto interessanti e quaranta minuti di questo spirito, se appunto fatti bene, non sono per niente male, anzi avrebbero reso l’immersione ancora più completa.

Roberto Sky Latini

Seasonal Pyres
Hear The Call

Julien Pras – vocals, guitar                               (Mars Red Sky)
Boris De Piante – guitar                                    (Monkey3)
Guillaume Desboeufs “dB” – keyboards        (Monkey3)
Jimmy Kinast – bass                                           (Mars Red Sky)
Jalil Perrenoud – bass                                       (Monkey3)
Mathieu Gazeau – drums                                 (Mars Red Sky)
Walter Albrecht – drums                                 (Monkey3)