Mondo Bobo
Con gentilezza
Questo esordio discografico di Mondo Bobo mi colpisce in modo positivo per le veemenza con cui suona la band di Paolo Benedetti un trio che ci propone una sorta di rock metropolitano cantato in italiano.
È forse una delle prime volte in cui in un disco del genere manca la chitarra acustica , ma è solo una fatto dinamico e di suoni perché in effetti che non ci sia la chitarra acustica non è una cosa così drammatica, anzi penso che se ci fosse sarebbe stato un suono di troppo anche se è vero che spesso le combinazioni tra le due chitarre sono risultate spesso significative in un disco di rock classico o nel cantautorato ma qui veramente non se ne sente proprio la mancanza.Forse l’unico appiglio critico che mi sento di avere è nei confronti della produzione perché quando la chitarra arpeggia la voce risalta molto mentre nella fase ritmica risulta confusa e bisogna prestare molta attenzione alle parole, mi dirai allora è una cosa positiva il fatto che si debbano ascoltare le parole; beh certo lo è ma qui lo si intende nella sua accezione negativa in quanto proprio per il fatto che sia il tutto un confusionario si fa fatica a capire quello che dice la band.
A parte questo il resto funziona tutto a meraviglia un lotto di canzoni undici per l’esattezza che ti spaccano il cuore perché ti arrivano dentro come una lama , musicalmente la band sembra essere influenzata dal grunge in una sorta di band immaginaria con i Pearl jam uniti a Ligabue non foss’altro per un mero fatto timbrico. Al Mondo Bobo piace molto mischiare la carte e dopo le prime due canzoni ci arriva la stoner di Uomo ad una dimensione con il suono molto polveroso che ci una dimensione desertica ,e sembra quasi che la band sia più americana che nostrana ma evidentemente ha voluto preservare questo fatto di appartenenza italica cantando nel nostro idioma che stranamente ben si addice alle composizioni dando anche il taglio internazionale prediligendo l’elettricità a tutto il resto. Particolarmente incisiva è la title track “benvenuti in questo mondo, mondo cane” alla quale segue Nitrato D’argento con il suo bel riff iniziale una canzone che possiede un mood zeppeliniano come vostro input si sente parecchio Four Stick non chene sia una cover, ma come detto è un fatto più di anima se vogliamo. Altro brano suggestivo è Kintsugi brano che affronta le proprie paure e quella ancestrale del mare “Il mare non è mai stato un amico dell’uomo ma uno specchio della sua irrequietudine” sembra quasi di stare in una barca sbattuta dalle onde,ed è uno dei momenti belli del disco. Se cercate in “Con Gentilezza” canzoni veloci classiche purtroppo per voi non ne troverete ma ci sarà lo stesso pane per i vostri denti se siete amanti del rock quello vero si di stampo italiano ma che guarda all’America come punto riferimento questo è il disco che fa per voi quindi se volete un mio consiglio fatevi travolgere dalle emozioni che esso offre ai suoi ascoltatori ne rimarrete sconvolti.
Stefano Bonelli