METALITALIA.COM FESTIVAL 2023 – X EDIZIONE GIORNO 2

Dopo la prima grandiosa giornata del METALITALIA.COM FESTIVAL, dal momento che gli abbonamenti sono esauriti, tanta gente avrà dovuto rimettere assieme i pezzi e farsi una bella dormita, per affrontare la seconda e ultima giornata all’insegna del folk metal. Oggi un’orda selvaggia di folkettari invaderà il locale, tanta è la voglia di rivedere dopo anni i nostri amati FOLKSTONE, indiscussi headliner accompagnati da altrettante band che di spicco della scena folk italiana, ovvero i KANSEIL, DIABULA RASA, FUROR GALLICO e WIND ROSE, mentre come ospiti esteri abbiamo per la prima volta in Italia i FEUERSCHWANZ. Si prospetta una giornata a base di metallo, birra, corni per brindare, corna al cielo e tanto divertimento, senza indugi tuffiamoci a capofitto in quello che a mio parere, sarà un revival del tanto compianto Fosch Fest.

DRACONICON

Quando aprono i cancelli, i fans più sfegatati arrivati presto s’impossessano subito della transenna, durante l’attesa l’affluenza aumenta e quando il festival ha inizio, è presente un discreto pubblico che accoglie calorosamente gli unici power metaller del bill. Preceduti dall’intro e una valletta con un libro, arrivano gli emergenti DRACONICON nati nel 2020, dando fuoco alle polveri con Fiery Rage tratta dal debut album Dark Side of Magic del 2021, il loro sound energico ed elettrizzante dilaga rapidamente, potenti riff sgorgano dalle chitarre di Alex Moth e Grym Hunter contornati da mirabolanti assoli, le linee di basso emesse dal nuovo arrivato Philip Skrim costituiscono una solida base. Il violinista Simon Borgen arricchisce la ritmica con dolci melodie, il tutto sostenuto da tenaci parti di batteria la cui potenza varia in base all’andamento del pezzo, infine la voce del frontman Arkanfel dal timbro sia ben marcato ed esteso sia leggero, completa perfettamente ogni canzone con l’apporto dei compagni nei cori. In anteprima suonano l’inedito Heresy, che farà parte del successivo lavoro Pestilence 17 che uscirà il novembre 2023, complessivamente la forte tenuta di palco con tanto di balletti coreografici, la cura nei costumi e la forza di coinvolgimento, conquistano l’audience che applaude a tempo, salta, inneggia cori, il tutto condito dalle prime pogate e wall of death. Con Dark Side of Magic concludono un esibizione di alto calibro rivelandosi degli ottimi apripista, meritatamente acclamati lasciano il palco a testa alta, rimaniamo in attesa del loro secondo disco!

Setlist:

Intro
Fiery Rage
Heresy
Blackfire
Draconis Theocracy
Edge of Power
Dark Side of Magic

KANSEIL

Dopo questa ventata power metal, dal Veneto arrivano i KANSEIL prendendo posizione durante l’intro Ah, Canseja!, partendo con Ciada Delàmis accendono la tanto attesa atmosfera folk, con le tipiche sonorità miscelate alla pesantezza del metallo. Dalla nascita nel 2010 hanno composto i dischi Doin Earde e Fulìsche, i cui pezzi sono costruiti sulle mordenti ritmiche di Davide Mazzucco e Marco Salvador, che s’intrecciano con le melodie diffuse da Luca Zanchettin alla cornamusa e kantele, Stefano Da Re ai flauti, inoltre Davide si destreggia anche al bouzouki. Dimitri De Paoli al basso amalgama bene le varie sonorità, mentre dietro alle pelli Luca Rover alterna parti pesanti o più cadenzate, sorreggendo la ritmica e creando contrasti con la melodia. Infine il frontman Andrea Facchin padroneggia una versatile vocalità, passando dal growl al pulito enfatizzando l’intensità dei pezzi, sorretto nei cori da Luca e Davide. Anche loro dimostrano molta cura nei costumi, sul palco è evidente una forte coesione, dimostrando un notevole potere di coinvolgimento esaltano il pubblico già aumentato, parecchi anni fa ebbi l’occasione di vederli al Fosch Fest e al Malpaga, da quella volta sono migliorati tantissimo e la reazione generale tra canti e spintonate ne è la conferma. Avendo poco tempo a disposizione sfruttano l’occasione per regalarci ben tre inediti, Rivus Altus, Antares e Hrodgaud, che di primo impatto riscuotono buon successo quindi non ci resta che attendere il prossimo disco, nel frattempo ripaghiamoli con i dovuti applausi, ampiamente meritati al termine dello show con Panevìn.

Setlist:

Ah, Canseja!
Ciada Delàmis
Rivus altus
Antares
Vallòrch
Hrodgaud
Panevìn

DIABULA RASA

Ora la parola spetta a un tassello storico del folk italiano, sulla breccia dal 2000 rendiamo onore ai DIABULA RASA, che da Ravenna riportano l’antica musica folk medievale, rispolverata con arrangiamenti in chiave moderna e cantata il lingua originale. Il frontman Luca Veroli dà il benvenuto esponendo una presentazione sulla loro storia, dopodiché iniziano con il pezzo strumentale Ghirondo proiettandoci nelle atmosfere folcloristiche, immaginando castelli, cerimonie e danze tipiche. All’attivo hanno tre album e traggono pezzi dal primo Techno Gotica (2005) e dal terzo Ars Medioheavy (2013), è evidente la preparazione generale della band dal punto di vista compositivo, i riff di Stefano Clò sono come mattoni di metallo, tenuti saldamente dalle marcate linee di basso tracciate da Samatha Bevoni.

Nella ritmica sono incastonate le antiche melodie derivate dalla ghironda e cornamusa suonate da Luca, Stefano si diletta anche con il liuto, infine Daniela Taglioni conferisce il suo apporto alle tastiere. Le canzoni presentano ritmi con rallentamenti e accelerazioni, dove domina la parte metal o è stemperata dalle melodie folk, il tutto ben abbinato alle parti di batteria curate da Francesco Paparella, calibrate in base all’andamento del pezzo con l’ausilio di un secondo percussionista.

Luca è un vero e proprio narratore, introduce ogni canzone raccontando aneddoti con irriverente ironia, durante la canzone In Taberna vengono distribuiti dei fogli con scritto il titolo, durante il ritornello Luca fa segno di alzarli e cantare in coro, riuscendo a fare diventare il numeroso pubblico parte della coreografia. Con Congaudentes sfodera una voce oscura, mentre tutte le altre sono cantate da Samantha la cui voce è limpida e squillante, inoltre anche Daniela interviene nei cori, in generale ogni componente funziona come un ingranaggio ben oliato, il loro potere di coinvolgimento è eccezionale, purtroppo il tempo è tiranno e devono tagliare un pezzo. Con la conclusiva Scott-x il narratore Luca scende a suonare in mezzo alla platea, incitando la folla a formare un circle pit attorno a lui, portando al massimo l’entusiasmo di quella che non è stata una semplice esibizione, ma una rievocazione medievale con atmosfere festose, costruita da una band di grandi professionisti, il cui successo è stato ampiamente meritato.

Setlist:

Ghirondo
Astarte
Congaudentes
Miouno
In Taberna
Diabula Rasa
Tsanich
Vermell
Scott-x

FUROR GALLICO

Dopo questa rievocazione medievale è il momento dei grandiosi FUROR GALLICO, che dalla nascita nel 2007 hanno raggiunto un invidiabile schieramento di seguaci, le urla che si sollevano al loro arrivo ne sono la conferma. Carichi al massimo partono diretti con Nebbia della mia terra, carburando il pubblico sempre maggiore e affamato di metallo, assistere a un loro concerto è come andare sulle montagne russe, dato l’alternarsi di furiosi riff e batteria martellante da parte di Gabriel Consiglio e Mirko Fustinoni.

Il sound parte dal metal classico sino a dare una forte impronta folk-death, in contrapposizione con le dolci melodie create da Becky all’arpa celtica, e, Massimo Volontè ai flauti e bouzouki, il tutto strettamente legato dalle linee di basso a cura di Marco Ballabio. Con il procedere dell’esibizione i fans passano dall’ondeggiare cantando in coro, in particolare durante Canto d’inverno, al massacrarsi nel pogo con Song of the earth e La caccia morta, grazie anche al frontman Davide Cicalese che a seconda dei pezzi, impone il suo scream-growl gutturale alternato alla voce pulita, oltre ovviamente ad incitare assieme ai compagni ottenendo il massimo supporto, addirittura è presente una fan brasiliana che gli lancia la bandiera.

Inoltre sui pezzi Waterstrings, Canto d’inverno e The Phoenix, alla voce subentra come ospite Valentina Pucci la cui soave voce, genera un voluto contrasto con il growl di Davide mentre se canta in pulito si compensano duettando. Con The phoenix i gallici lombardi terminano un live assolutamente vincente, coperti da urla e cori possono lasciare degnamente il palco alla band successiva.

Setlist:

Nebbia della mia terra
Venti di Imbolic
Banshee
Waterstrings
Canto d’inverno
Song of the earth
La caccia morta
The phoenix

WIND ROSE

Il festival procede alla grande e l’affluenza continua, dalla città della torre pendente giunge una band che dalla nascita nel 2009, ha incrementato la sua fama e sfornato il quinto disco Warfront nel 2022, preceduti dall’intro e perfettamente agghindati calcano il palco i WIND ROSE, senza indugi il frontman Francesco Cavalieri con un colpo d’ascia da inizio a Army of Stone. L’atmosfera si riscalda rapidamente grazie al loro travolgente folk-power metal, i pezzi proposti del nuovo disco come Fellows of the Hammer, The Battle of the Five Armies e Together We Rise, entusiasmano la folla che si divide tra chi canta in coro e chi s’imbatte nel pogo. Caricati dall’energia sprigionata dall’implacabile sessione ritmica sferrata da Claudio Falconcini, compattata dal dirompente basso di Cristiano Bertocchi, la parte folk è ad opera del talentuoso tastierista Federico Merenda, le cui mani espandono melodie che enfatizzano la ritmica dando anche un sapore epico. Federico gatti dimostra la sua potenza pestando su piatti e pelli, infine Francesco con la sua voce rocciosa dal tono battagliero, oltre al grande carisma e costante interazione tiene in pugno la folla, facendo saltare, applaudire a tempo, inneggiando cori, e comandando circle pit e wall of death, ovviamente anche i musicisti riempiono il palco dinamicamente. I toscani decidono di sacrificare i primi tre dischi, mentre dal penultimo Wintersaga suonano tre pezzi divenuti cavalli di battaglia, ovvero Drunken Dwarves, Mine Mine Mine!, e, ovviamente non poteva mancare Diggy Diggy Hole cover dei The Yogscast, cantata all’unisono nel delirio generale che si dissolve in applausi, che accompagnano la loro vittoriosa uscita di scena.

Setlist:

Army of Stone
Fellows of the Hammer
Drunken Dwarves
Mine Mine Mine!
Gates of Ekrund
The Battle of the Five Armies
Tales of War
Together We Rise
Diggy Diggy Hole (The Yogscast cover)

FEUERSCHWANZ

Siamo giunti alla penultima band della giornata, gli unici ospiti stranieri per la prima volta sul suolo italico, diamo un caloroso benvenuto ai favolosi FEUERSCHWANZ, nati nel 2004 in Germania e forti della pubblicazione del nuovo undicesimo disco Fagefeuer. Preceduti dall’intro con due performer che sventolano la loro bandiera, ecco la band prendere posizione esordendo con Memento Mori, l’impatto è sicuramente forte e suggestivo per la coreografia e costumi, canzone dopo canzone l’entusiasmo andrà aumentando. Il loro folk metal cantato in tedesco è particolarmente allegro, grazie ai trascinanti riff di Hans e le soavi melodie di Johanna al violino, Rollo alla batteria è un motore scalpitante, la parte melodica è arricchita da Prinz al flauto e cornamusa, il tutto è reso compatto dalle solide linee di basso tracciate da Jarne.

L’energica tenuta di palco è completata dalle coreografie delle performer, ma il fulcro della scena è il frontman Hauptman Feuerschwanz, con voce pulita ma incisiva rende le canzoni compatte, inoltre suona la chitarra acustica ed è affiancato da Prinz alla seconda voce. Bassista e chitarrista rimangono in secondo piano su delle pedane laterali alla batteria, mentre gli altri si muovono liberamente mantenendo costante l’interazione con il pubblico, facendolo cantare saltare, molto apprezzata la cover Dragostea Din Tei degli O-zone, per la quale indossano cappelli e occhiali da sole essendo una hit dance estiva. Il repertorio è concentrato solo sugli ultimi tre dischi che riscuotono gran successo, dopo Das Elfte Gebot si ritirano mentre il pubblico reclama altre canzoni, infatti i Hauptman e compagni tornano con in serbo un’altra cover, la maestosa Warriors of the World United dei Manowar cantata come un inno dall’intero locale, seguita da Rohirrim e Die Hörner hoch terminando uno show che gli ha permesso di segnare un altro traguardo, il loro battesimo sul suolo italiano è stato un successo globale, ricoperti di applausi lasciano il palco ai tanto attesi headliner.

Setlist:

Intro
Memento Mori
Untot im DrachenbootBast
ard von Asgard
Ultima Nocte
Schubsetanz
Kampfzwerg
Knochenkarussell
Dragostea Din Tei (O-zone cover)
Das Elfte Gebot

Encore:
Warriors of the World United (Manowar cover)
Rohirrim
Die Hörner hoch

FOLKSTONE

Popolo folkettaro dopo aver assistito agli FEUERSCHWANZ, preceduti da tutte le nostre band che ci hanno già abbondantemente fatto scatenare, durante il cambio palco i fans in trepidante attesa, cercano di recuperare più energie possibili, ricordiamo che la giornata è sold out e ogni angolo del locale è pieno. Ad un tratto le luci si spengono e la platea sussulta, finalmente la lunga attesa è finita! Il batterista prende posizione seguito dai compagni, si sollevano urla che esplodono in un boato quando i FOLKSTONE al completo, attaccano con Nella mia fossa. L’atmosfera si surriscalda all’istante e la platea diventa un campo di battaglia, a causa del pogo che prende il sopravvento alimentato, dall’adrenalina scaturita da Lore e compagni che attingono da quasi l’intera discografia:

I miei giorni, Scintilla, In caduta libera, Non sarò mai e In taberna (In Vino Veritas), sono tra le pietre miliari che fanno impazzire i fans ma il repertorio è ancora vasto. I nostri sono in perfetta forma e nell’attuale formazione si nota una perfetta coesione, tanta voglia di divertirsi e far divertire, obbiettivo che durante l’esibizione raggiungono pienamente, la loro energia contagiosa è accentuata dal loro sound. I riff di Luca Bonometti scorrono come un fiume in piena, dove confluiscono le melodie da parte di Roberta e Maurizio, che si destreggiano tra cornamusa, rauschpfeife e bombarda, dolci note provenienti da Silvia Bonino all’arpa celtica, e, dalla ghironda e bouzouki a opera di Marco Legnani, inoltre ai fiati come ospite speciale abbiamo Andrea Locatelli. Il corposo basso di Federico Maffei argina questo fiume sonoro, inarrestabile sotto i colpi del portentoso Edo Sala alla batteria, infine l’inossidabile Lore con voce ruvida e tenace, infonde potenza e maestosità a ogni canzone, tenendo in pugno con grande carisma la folla in visibilio, dando ulteriore apporto melodico ai fiati.

Sempre degna di nota la prestazione vocale dell’insostituibile Roberta, su Elicriso (C’era un pazzo), Mercanti Anonimi e Un’altra volta ancora,dà il meglio di sé da solista o duettando con Lore. Intanto il macello generale non accenna a diminuire, tra pogo, circle pit, wall of death e crowd surfing, la densità delle persone per metro quadro è a livelli disumani, le ossa scricchiolano sulla transenna, e, durante le cannonate come Anime dannate, In caduta libera, ecc. i fans cantando in coro sovrastano il volume delle casse e saltando fanno tremare il locale, dove ormai l’atmosfera rovente è satura di sudore, solo durante pezzi come Elicriso (C’era un pazzo) e Anomalus la situazione si calma.

Con Rocce Nere si ritirano per una meritata pausa, utile anche ai fans per riprendere fiato dato che questa selvaggia combriccola, ha in serbo altre canzoni e infatti tornano sulle note di Omnia Fert Aetas, mentre con la successiva Prua contro il nulla la folla si siede a terra remando, creando una spettacolare e soprattutto spontanea coreografia, Vortici Scuri in acustico rappresenta la quiete prima della tempesta, vi lascio immaginare il casino durante la successiva Con passo pesante. Questo necessita un’altra pausa, dopodiché tornano alla ribalta con il pezzo finale Respiro avido, al termine del quale Lore sale sulla transenna e si concede un bagno di folla, una volta tornato sul palco a fine canzone i saluti sono interminabili, valanghe di urla, cori e applausi riempiono di gioia i nostri briganti di montagna. Inoltre dopo questa esibizione che ha concluso trionfalmente il METALITALIA.COM FESTIVAL, la band si concede ai fans per foto e autografi, rimaniamo in attesa di eventuali sorprese dato che Lore durante la serata, ha annunciato che a ottobre avranno qualcosa da raccontarci!

Cos’altro posso dire? La seconda giornata del METALITALIA.COM FESTIVAL è stata un successo ancora di più della prima, grazie alle eccezionali performance di tutte le band, il folk metal ha trionfato incontrastato, trasformando il festival in una vera e propria festa, e, come avevo previsto è stato come rivivere il Fosch Fest. Ringraziamo tutto lo staff di METALITALIA, Cerberus Booking, Shining Production, Vertigo e tutto lo staff del Live Music Club, per l’impegno nell’organizzare questa decima gloriosa edizione, sperando in altrettante future. Alla prossima!

Setlist:

Nella mia fossa
Diario di un ultimo
Nebbie
La maggioranza
I miei giorni
Frammenti
Non sarò mai
In caduta libera
Scintilla
Le voci della sera
Anna
Anomalus
Anime dannate
Elicriso (C’era un pazzo)Me
canti Anonimi
In taberna (In Vino Veritas)U
’altra volta ancora
Rocce nere

Encore:

Omnia Fert Aetas
Prua contro il nullaVortic
i Scuri (versione acustica)Con
Passo pesante

Encore 2:

Respiro avido