Master

Saints Dispelled

È da un paio di anni che la vecchia scuola è tornata a ruggire in maniera preponderante e pare che il trend stia continuando.

L’anno scorso è stato veramente un tripudio di band della prima incarnazione del death metal che hanno sfornato ottimi dischi e mi vengono in mente degli esempi ben tangibili, come Obituary, Autopsy, Suffocation, Cannibal Corpse, Incantation e Dying Fetus, i quali hanno riportato non solo in auge un certo sound: sonorità che personalmente adoro.All’appello poteva, pertanto, mancare una delle band fondatrici del caro vecchio death metal di stampo americano? Certo che no! I Master sono tornati e sono rientrati in gioco in grande stile, con un nuovo album capace di riesumare la qualità dei primi dischi, rivedendola parzialmente ai nostri giorni: Saints Dispelled è fuori e la Hammerheart Records è orgogliosa di portarlo sul mercato.Poche band possono vantare lo status di culto di cui godono i Master, band che ha influenzato molte delle generazioni a venire con il loro death/thrash senza fronzoli e capace di andare dritto al punto: ancora ben saldo alla guida della sua creatura Paul Speckmann, fornisce una prova dietro al microfono come non se ne riusciva ad ascoltare da tempo.

Saints Dispelled si muove sulle coordinate che hanno reso famosi i Master, riff aggressivi e tendenzialmente senza troppe picche d’angelo, capaci di catturare l’ascoltatore grazie al loro carattere bellicoso e grazie all’andatura da schiacciasassi lanciato a velocità inaudite: siamo dinnanzi ad un disco che suona Master al 100%, dove il loro death/thrash è padrone di tutto, in grado di colpire direttamente lì dove deve, senza troppi giri di parole e inutili orpelli che non avrebbero senso nel loro modo di comporre.Accantonate le stanchezze compositive e alcune velleità espresse nei dischi precedenti, i Nostri tornano a pestare a dovere con un riffing secco ed aggressivo, che, nonostante si rifaccia ai tempi passati, riesce ad essere fresco e scorrevole e i brani, pur seguendo un unico mood, non fanno sì che i brani si somiglino troppo, risultando ben distinguibili gli uni dagli altri.

Non ci sono stravolgimenti di sound nella proposta dei Master e anche le grafiche che accompagnano tutto il packaging, sono lì a testimoniare l’esatto intento che gli americani (attualmente risiedono in Repubblica Ceca, NdR), vogliono infondere nelle tracce del disco. Qui si può trovare un riffing bello dinamico che sicuramente si muove sui canoni che loro stessi hanno creato, ma rispetto ai precedenti dischi, si può sentire come la qualità della proposta sia nettamente migliorata, con le chitarre in grado di snocciolare ottime idee cariche di groove e bordate che hanno la sfacciataggine del thrash cui si unisce la profondità sonora del death metal, creando un ibrido marcio e letale.I Master con questo Saints Dispelled tornano a pestare davvero duro, ripartendo da quella vena motorheadiana che li ha sempre contraddistinti e basterebbe ascoltare le linee di basso del buon Paul per rendersene conto, ma anche la sua collega ritmica non lesina in lanci di casse che ricordano Overkill: insomma nulla di nuovo ma capace di girare che è un piacere, come dicevo i Master sono tornati a fare i Master e il riffing è davvero ficcante, grezzo e potente al punto giusto grazie ad un suono di chitarra ben slabbrato, nessun cedimento alla modernità e nessuna apertura a finezze tecniche e armoniche: qui si pesta giù duro e i momenti in cui si tira il fiato sono comunque cafoni e carichi di quella giusta dose di melma maleodorante che li hanno resi famosi.

Se siete amanti della modernità, del nuovo death metal per educande, è il caso che stiate lontani da questo album, perché qui non troverete nulla per voi, se invece il death metal della vecchia guardia è il vostro pane quotidiano, qui siete sul disco giusto.

Daniele “Darklordfilthy” Valeri 

Hammerheart Records
www.master-speckmetal.com

Destruction in June
Walk in the Footsteps of Doom
Saints Dispelled
Minds Under Pressure
Find Your Life
Marred and Diseased
The Wiseman
The Wizard of Evil
Nomads
Alienation of Insanity

Paul Speckmann – vocals bass
Aleš Nejezchleba – guitar
Peter Bajci – drums