Mark Wingfield & Kevin Kastning
Rubicon II
Registrato dal vivo in studio senza sovraincisioni presso lo Studio Traumwald di Groton, Massachusetts U.S. il 17-18 agosto 2018,mixato e masterizzato all’Heron Island Studio, Cambridgeshire UK. La copertina è stata realizzata dall’artista russo George Korunov.
Nato dalle stesse sessioni che hanno dato vita a Rubicon I nell’agosto 2018 (pubblicato nel marzo 2021), I sei brani in questione sembrano essere composizioni spontanee estese, o improvvisazioni se preferite, anche se si potrebbe sospettare che un grado elevato di telepatia sia in gioco per tutto il tempo, in quanto sembra che uno dei due musicisti stia sempre anticipando la prossima mossa dell’altro mentre schivano e si intrecciano in ognuno di questi pezzi. Da parte sua, Il buon Mark Wingfield suona la chitarra elettrica a sei corde con molti effetti, looping e live electronics, mentre Kastning suona la sua chitarra classica estesa a quindici corde o il pianoforte. Come un ascoltatore che ha familiarità con questi due musicisti potrebbe aspettarsi, ogni pezzo è un’avventura, con sorprese complete che si presentano all’ascoltatore.
Indipendentemente dal fatto che Kastning suoni la sua musica classica o il pianoforte, il seguito con Wingfield è senza soluzione di continuità, quasi magico, è un modo di fare musica che l’ascoltatore deve imparare ad apprezzare attraverso ripetuti ascolti; le note degli strumenti danzano l’una intorno all’altra con totale libertà, rispondendo solo l’una all’altra in tempo reale, con poche o nessuna ripetizione, e nemmeno una vera cadenza, ma funziona assolutamente. In “Tidal Radius Thermalized“, uno dei brani più lunghi dell’album, che sfiora i diciassette minuti, il pianoforte costruisce una struttura colorata e mutevole su cui la chitarra elettrica si libra e cambia come il vento con una bellezza sempre fluida, mentre “Particle Apparent” ha un approccio più delicato, con le due chitarre che dialogano, l’acustica contro l’elettric sempre elastica.
E se guardate la bellissima copertina di George Koronov, sembra quasi la vista laterale di due volti astratti sovrapposti, anche se è più probabile che si tratti di una vista aerea di alberi innevati su un’isola. Come ogni cosa in cui Kastning e Wingfield sono coinvolti, Rubicon II ideale seguito del primo capitolo non è certamente cosa per i meno avvezzi a queste sonorità che potremmo considerare come una versione della musica classica contemporanea tipo Shostakovic o Igor Stravinski completamente affidati all’improvvisazione che potrebbe lasciare di stucco l’ascoltatore di turno, concludendo consiglio vivamente l’ascolto di questo disco avendo presente quanto detto pocanzi riguardo la fruibilità di questa musica.
Stefano Bonelli