Madhouse

Plead the fifth

Di gruppi rock e metal con questo stesso moniker ce ne saranno almeno una decina, senza contare quelli di altro genere musicale (ne esiste anche uno jazz), qui parliamo di quello austriaco che è al quarto full-lenght dal 2019. Si tratta di glamster che sfoderano grinta street nel loro metal divertente e di stampo americano, sebbene ci sia dell’inglesità alla Def Leppard. Ormai tutti superano in qualità ed energia i Def Leppard a cui fanno riferimento, succede ed è successo quest’anno per i Crazy Lixx, ed ora succede per i Madhouse. I britannici Def sono ormai addomesticati, mentre i gruppi odierni che li imitano mantengono la carica elettrica originaria invece di quella plastificata usata dal 1987 con ‘Hysteria’ in poi. Si usano melodie piuttosto piacione ma anche ruvide, con la verve di ‘High ‘n’ Dry’ del 1981, o anche di Pyromania dell’83, sfogando l’energia rock quella giusta.L’inizio non è tanto Def quanto motleycrueano, infatti ‘MIDNITE FEVER’ è un potente street-metal veloce che canta duro, anche se il ritornello è perfettamente hair; poi l’assolo è una scheggia tagliente e quindi l’essenza generale della song risulta piuttosto heavy. ‘WE RUN RIOT’ parte subitaneamente con l’urlo alla Elliot dei Def con una bella rockitudine solare e una tonicità che tra assolo e accordi chitarristici belli distorti evita ancora una volta la melensaggine plasticosa. Tra le righe defleppardiane di ‘GET A GRIP’ possiamo intravedere una vena alla Aerosmith, per velocità e grinta si evince come la band sia in grado di tenere alta l’adrenalina anche con forme sonore orecchiabili.

La viziosa ‘IT’S A MONSTER IN MY HEAD’ invece va a parare dalle parti dei Ratt, stile e suoni sono quelli, cavalcando un bel feeling arrembante. L’inizio acustico di ‘LOVEPLACE’ è iperscontato e già sentito, il brano potrebbe farne perfettamente a meno,  infatti la canzone poi si indurisce e in tale forma acquista la giusta dimensione diventando intrigante nel suo ritmo cadenzato e diretto, e funziona a dovere nel suo porsi a metà strada tra Ratt e Cinderella. Con la frizzante ‘I DIE ALONE’ invece tocchiamo l’effervescenza hard dei Guns and Roses, e il gusto è quello di chi vuole sbizzarrirsi davvero. Molte tracce propongono sezioni già sfruttate classicamente dalla storia hard and heavy, ma l’unica nota davvero dolente è la ballata ‘I’ll see You in my Dreams’, così canonica e mielosa da far pena, lasciando la bocca dolciastra e amara al tempo stesso, e facendo sì che appaia come una operazione decisa a tavolino perché in un gruppo così “bisogna per forza” seguire la regola della canzone da “acchiappo”, ma c’è un passaggio al terzo minuto che addirittura ricorda i Pooh; inoltre qui la voce appare così tanto effettata dal punto di vista tecnico da apparire fastidiosamente artificiosa: davvero un episodio da cancellare. Tra i brani minori, che sono minori per songwriting ma non per “tiro”, va messa ‘Bring on the Night’ in quanto risuona in toto alla maniera dei Def di ‘High ‘n’Dry’.

Gli urletti e i cori vocali sono tipicamente quelli di Elliot dei Def Leppard ma in vari momenti il cantato è assimilabile a quello di Percy dei Ratt e in maniera minore anche a quella di Neil dei Motley, per una impossibilità a risultare personale in espressività, ma poco importa perché il risultato è quasi sempre ottimo. Di canzone mosce non ce ne sono eccetto l’inutile sopracitata ballata ed è un bene perché il sound meno duro non viene benissimo a questo gruppo che funziona bene col tasso metallico alto, dove le cose sembrano più istintive e spontanee, ma poi in realtà solo ‘Live and Tease’ scende di adrenalina. Nell’insieme un disco di Street-metal che merita, e le sensazioni sono quelle che il rockettaro vuole e si aspetta di avere; non musica troppo pulitina concettualmente, ma al tempo stesso fatta di artisti che sanno suonare e sanno come mantenere la tensione.

Roberto Sky Latini

Midnite Fever
We run Riot
bring on the Night
Shotgun Rider
Wicked hearts
Get a Grip
Live and Tease
I’s a Monster in my Head
I’ll see You in my Dreams
Mad to the Bone
Loveplace
I die alone
You got tha Tail down

Tommy Lovelace – vocals
Mikky Stixx – guitars
Thommy Black – guitars
Rickey Dee – bass
Bobby B. Bastard – drums