Lethal Injury

Melancholia

Ennesima release sponsorizzata dalla Worm Hole Death, etichetta Italiana che si occupa di proporre svariati generi underground del globo.

Questa volta tocca ai Belgi Lethal Injury(Lesione Letale), come dal nome questi cinque ragazzi propongono un genere da Final Chop, il taglio finale  ovvero l’incappucciato boia che mozza la testa della vittima. Dalle prime battute il genere si rifà ad un frullato fra i primi Kreator, Overkill, Wolf, Municipal Waste ed i Svedesi Raise Hell per lo scream partiture e blast beat thrash black metal. Praticamente il loro suono è una versione Satanica degli Annihilator.

E’ come se Alice in Hell fosse uscita da The Ring per farci capire. I cinque sono un combo molto giovane, iniziano con un intro di classe, per poi passare alla seconda traccia che a mio parere è la migliore, del lotto riff serratissimi, voce bastarda e schizzoide alla Sadus di Chemical Warfare, per intenderci è un lavoro di solos di gran classe da parte del guitar hero Dennis che si alterna con il collega Jonio e di blastbeat destabilizzanti merito del batterista Arthur Loobuyck al secolo Nicholas Cottrell (Credo che dal nome sia Italo/Belga, nipote di qualche emigrante in quella terra, lo dico perchè a metà anni 90 ne incontrai tantissimi al mare nella riviera Romagnola, che venivano in vacanza perchè la Lira all’epoca aveva un valore minore rispetto alla moneta Belga), ed il bassista Josha ordinario facente il proprio lavoro di supporto. La terza canzone risulta scialba e di già sentito ma viene salvata dai solos guitar che partono da 2:15 minuti.

L’inizio di basso sulla quarta song micidiale, come la voce marcia di Kevin “Rambo” Exodus Van Eeckhoute, oltre alle chitarre membro cardine del gruppo, senza il suo timbro il combo non avrebbe senso. La quinta Suicide Call inzia con una voce stile intro Carcass Necroticism, ed una goccia che cade solenne non si sa di che cosa….. ma è meglio non saperlo…. per poi iniziare in pieno stile thrash, ma anche qui tutto si perde un pò nella noia, fino al cambio di registro cadenzato a 2:50 minuti con un solos da cardiopalma(Diciamo che lor signori quando osano sperimentare ci sanno dannatamente fare). Scream,Burn,Die la sesta urla, brucia e muori molto accademica nulla di più. Sulla settima The Downyard Spiral il livello si alza visibilmente rispetto alla precedente, ma manca purtroppo quel guizzo emozionale dei brani precedenti, anche questa ne bella ne brutta. La strumentale Melancholia “Part II” fa capire che oltre a saper picchiare hanno raffinatezza, mi ha ricordato quei brani dei Morbid Angel periodo d’oro tipo Desolate Ways capaci di dare un attimo di respiro in mezzo a tutto l’estremismo, non male….

Chiude l’opera scusate il Francesismo un’incazzatissima  Veiled Woman of the black, summa a mio parere dell’intero lavoro dove i membri della band nell’esecuzione del brano sono affiatatissimi, pezzo degno dei più cattivi Merciless.Insomma se escludiamo il primo demo del 2015, questo esordio è una delle proposte più interessanti pubblicizzate dall’etichetta nel2018/2019, band che ha ottime basi, punti cardini già oltre come un combo di successo, la chitarra solista ed il cantante rispetto agli altri tre membri mestieranti.

Che dire con queste fondamenta con il prossimo full lenght potremmo rimanere veramente stupiti, io macinando molta musica da anni li vedo ancora un pò acerbi, consiglio l’acquisto di questo cd a giovani che si vogliono fare le ossa nel genere non è male, ma per chi come me invece negli anni 90 c’era una A Vision Of Misery dei Sadus che era altra storia…..(Echoes Forever!!! andate a riascoltarlo). Verdetto di Berserk, nel complesso un discreto prodotto buona la prima…..

Fabio Berserk

Haima
Mothman
Melancholia
Denounce
Suicidal Call (Intro sample: Full Metal Jacket)
Scream, Burn, Die 7. The Downward Spiral
Melancholia ‘Part II’ (Guest guitar: Collin Southard)
Veiled Woman Of The Black

Rambo Exodus – vocals
Dennis – guitars
Jonjo – guitars
Josha – bass
Arthur – drums