Letatlin

Seaside

I Letatlin nascono a Roma sul finire degli anni 90 con l’intento di fare della musica elettronica con importanti riferimenti della new wave anni ottanta con come i Visage  a farle da padrone  senza disdegnare puntatine verso la scena tedesca del Kraut rock germanico .
I Letatlin prendono il nome dall’inventore russo Vladimir Tatlin inventore che ideò e costruì una sorta di aliante, con l’intento di unire i popoli la forma di questa invenzione era quella di un uccello preistorico molto simile allo pteranodonte che chiamò Letatlin .Esce in questi giorni il nuovo album Seaside che possiamo considerare come una sorta di sunto della loro proposta iniziale, ma ovviamente sviluppata ed ampliata per questo disco. Un disco realizzato in uno spazio temporale di circa tre anni quelli della pandemia per intenderci, che evidentemente sono anni significativi a favore di una creatività progredita fino al suo culmine, per la maggior parte di band e artisti che hanno approfittato di questo fermo obbligatorio per dare alla luce i loro lavori. che,A mio avviso è incredibile come in Italia esista una vera e propria scena che si destreggia con queste ambientazioni elettroniche frutto di sperimentazioni avanguardistiche atte ad uno sviluppo ulteriore che è sì elettronico ma che sfocia in altre dimensioni sonore come il post-punk.

È molto chiara quindi la direzione musicale della band stare immersi nella modernità di questi anni ma avendo ben presente queste radici ottantiane, che bisogna dirlo non era solo la NWOBHM, ma n quegli anni abbiamo vissuto un vero e proprio fermento musicale che avrebbe accontentato i gusti musicali di ogni fruitore di musica. Un movimento quello della new wave che era in antitesi rispetto all’heavy metal di allora.I letatlin riportano tutto questo in questo nuovo lavoro spogliato e rivestito dalla loro essenza. Un disco quindi si elettronico ma anche minimalista scevro da ogni abbondanza sonora facendo si che in questo modo si possa apprezzare le varie composizioni.Seaside gode di una omogeneità ed una scorrevolezza delle canzoni che si arriva alla fine del disco senza particolari patemi d’animo ed anzi si ha voglia di ricominciare per apprendere più approfonditamente quello che si è appena ascoltato.

Sorprende parecchio la presenza di testo in italiano sebbene i titoli delle canzoni non facciano presagire ciò. Ed è così che incontriamo nel cammino dell’ascolto Picnic in the sun il cui ritornello si evince la descrizione di uno stato d’animo con parole se vogliamo anche in parole inaspettate come Cazzo Enorme la sua gabbia è il suo futuro etcetc. Nota a margine queste sono parole che magari in inglese le sentiamo normalmente tipo fuck  you etcetc sentite però in  italiano fanno un altro effetto credetemi.  durante l’ascolto di questo pezzo mi sembra di sentire la voce di David Bowie ma ovviamente qui parliamo solo di influenze, ed è come se Bowie facesse elettronica. Sarebbe interessante da parte dei Letatlin se facessero una cover di Space Oddity ve la butto li. Il disco prosegue con A body with two head con la voce filtrata con il vocoder in stile Rockets ve li ricordate quelli di On the road again nella cover dei Canned Heat. Chiude il disco una canzone strumentale dalla atmosfera fantascientifica e distopica che ci riporta ad immagini di film come Blade Runner.

Un disco questo Seaside dei capitolini certamente interessante ed invogliante all’ascolto merito anche di alcune ruffianate che ci fanno anche divertire, anche se alcuni testi sono anche seri. Un buon lavoro da parte dei Letatlin sperando che facciano il classico volo di Icaro per bruciarsi le ali.

Stefano Bonelli

 

Resisto Distribuzione
www.facebook.com/Letatlin

La mouche
Don’t wink at me
Seaside
Mexican serenade
The return of the Yeti
Psych
Picnic in the sun
A body with two heads

Marc Mal De Vivre- guitars and vocals
Hans Plasma – guitars and vocals
Orsonero – bass guitars
Mf – drums