Legacy Of Torment

Inherited Methods of Cruelty

Le collaborazioni internazionali mi hanno sempre suscitato curiosità e voglia di scoprire come e quanto X persone sparse per il globo,siano in grado di tirare su un progetto musicale(di qualunque genere esso sia).Parlando di Death slam e considerando quanto mi hanno trasmesso bands fondamentali come Kraanium,Katalepsy,Guttural Slug,Organectomy e compagnia bella,

mi accingo ad ascoltare questo lavoro dei Legacy Of Torment,band nuovissima formata da Sam Marino(bassista australiano),Benjie Quezada(batterista(?) americano che in questo progetto si è dedicato anche alle linee vocali) e Varga Zsombor(chitarrista ungherese).Un intro e 5 pezzi costituiscono questo Ep di esordio della band per un totale di 22 minuti circa di death slam semplice e prodotto sufficientemente bene,che ricalca(fin troppo) le gesta delle bands sopra citate;ritmiche da terremoto,tempi rallentati e sfuriate occasionali sono gli elementi classici costituenti di questi 5 pezzi,monolitici, cantati in guttural come da manuale e da cui trapela un “niente di nuovo all’orizzonte” imbarazzante.Sono anni che ascolto bands che si dedicano al death slam e credetemi,soltanto in poche occasioni mi è capitato di restare piacevolmente colpito e purtroppo questa non è una di quelle occasioni: partiture di chitarra sentite e risentite,un sound di basso presente solo in alcuni tratti salienti,un lavoro di batteria che in buona sostanza è stata scritta grazie ad un software e la totale assenza di spunti tecnici che potrebbero dare una certa personalità al tutto,sono le cose che mi hanno portato a fare la quadra su questo “Inherited methods of cruelty”,annoiandomi e facendomi riflettere sul fatto che un sound brutale e tutti gli elementi stilistici del caso non bastano a convincermi sull’efficacia di una proposta musicale già consolidata e difficilmente riproponibile;sia chiaro a tutti,non è male per essere una release d’esordio,ma non è uno di quei dischi per cui gridare al sensazionalismo,quindi godetevi la sfuriata iniziale di “Untold atrocities” ed i successivi 20 minuti di semplice death slam,fluido e di facile apprendimento.

Il fraseggio iniziale del basso ferroso e curato al limite della sufficienza apre “Lucid decapitation”,un pezzo in cui una unica ritmica conduce intorno al minuto 2:40 ad un breakdown non proprio entusiasmante,se non fosse per l’ulteriore rallentamento pesantissimo che porta alla fine del pezzo;”Drowned in vicious bodily fluids” è invece incentrato su un midtempo “ballabile”,anche questo composto da un paio di ritmiche di chitarra non troppo impegnative e che conducono il pezzo ad un rallentamento anche abbastanza nervoso che alza un pò l’asticella del coinvolgimento emotivo,non male.La title track è secondo me il miglior pezzo del disco,ritmiche di chitarra distruttive suonano su un tappeto di batteria vario e ben congeniato con,a tratti,alcune parti di doppia cassa che ti staccano la testa dando una positiva prova di capacità di composizione per cui mi fa pensare che in realtà nulla è perduto.Con “Infinite suffering”,ultimo pezzo della release,torna imperterrito il mid tempo classico ed il solito palm muting di chitarra a pestare per tutta la durata dei 3 minuti e 13 secondi,e,come da tabellino di marcia,arrivando così ad una parte finale rallentata ed oppressiva con una doppia cassa di fondo praticamente disumana che estremizza il tutto e che sancisce la chiusura di questo dischetto.Fondamentalmente penso che se questa uscita fosse stata una demo,probabilmente la avrei apprezzata di più,anche perchè qualche pecca sul mixaggio c’è e personalmente avrei curato un pò di più il sound del basso,che risulta scarno e poco incisivo nonostante le ottime partiture suonate da Sam.

Tempo fa,una delle release dello stesso genere che ascoltai fu quella dei Teratology,una 2-man slamming brutal death metal band(composta da un siciliano ed un austriaco) che praticamente mi sconvolse al punto di rivalutare un attimo la mia considerazuone sul genere,drum machine varia e tecnicamente molto apprezzabile,partiture di chitarra nervose e terremotanti e soprattutto una sezione di “cantati” che spaziano tantissimo tra gutturals,pig squeals e growlings che rendono la proposta musicale apprezzabile e degna di una considerazione che frantuma il muro della superficialità che purtroppo in questo disco tende a restare su malgrado i colpi di mortaio.Un disco di esordio nella media dunque,che delizierà i patiti del genere che saranno ben contenti di ampliare la propria collezione con un disco che non prende mai il volo dal punto di vista emozionale e che realmente propone pochi spunti personali nuovi e freschi che potrebbero donare una certa personalità,utile a sganciarsi definitivamente da paragoni palesi.

Enjoy.

Giuseppe Musso

Intro
Untold atrocities
Lucid decapitation
Drowned in vicious bodily fluids
Inherited methods of cruelty
Infinite suffering

Sam Marino -bass
Benjie Quezada -drums/ vocals
Varga Zsombor