Lars Fredrik Frøislie
Gamle Mester
Dopo il debutto solista Fire Fortellinger (2020), Lars Fredrik Frøislie – tastierista dei Wobbler e pilastro del prog scandinavo – torna con Gamle Mester (Vecchio Maestro), un album che fonde epica classica, virtuosismo tastieristico e una narrazione profondamente simbolica. Ispirato a una quercia secolare norvegese (celebrata anche dal poeta Jørgen Moe), il disco è un viaggio nel tempo, tra mitologia, natura e l’inesauribile potere della creatività. I sei brani dell’album spaziano da brevi interludi strumentali a suite maestose (fino a 12 minuti), tutti uniti da un sound ricco di tastiere analogiche (Mellotron, Hammond, sintetizzatori moog), flauti e un’atmosfera che omaggia i giganti degli anni ’70 (ELP, Yes, Gentle Giant) senza scadere nel revivalismo. L’instrumental opener Demring parte con un crescendo di organo e flauto (Ketil Einarsen); si tratta solo di un qualcosa di maestoso che prepara il terreno alla piccola suite da una decina di minuti, Jakten På Det Kalydonske Villsvin che rappresenta un tour de force sinfonico: cambi di tempo, assoli di tastiera e la voce in norvegese di Frøislie, più matura rispetto al precedente album.
La traccia 3, la strumentale Gamle Mester è un gioiello alquanto complesso, con ritmi in 7/8 e un basso incalzante che ricorda i Genesis di Selling England by the Pound. La successiva Medusas Flåte unisce il mood ELP alle melodie pop-prog degli Yes con un midsection ipnotica ed un finale trascinante. I 12 minuti di De Tre Gratier sono puro climax: clavicembalo, mellotron e un’architettura musicale che alterna dolcezza e potenza, con echi di Jethro Tull e PFM. Nel finale c’è spazio per un attimo più introverso e pacato, Skumring chiude in modo meditativo, con pianoforte e atmosfere sospese, lasciando molto spazio alla riflessione.
Gamle Mester è un album senza debolezze: la produzione è di alto livello, le composizioni bilanciano tecnica ed emozione, e il concept legato alla quercia simbolica aggiunge profondità. Frøislie dimostra di essere non solo un virtuoso delle tastiere ma un narratore capace di trasformare influenze classiche in musica viva e personale. In sintesi si tratta di un capolavoro moderno che onora il passato senza replicarlo e Frøislie si conferma uno dei massimi innovatori del progressive rock contemporaneo.
Massimo Cassibba