Labyrinth

In the vanishing Echoes of Goodbye

Con il nuovo album degli italiani Labyrinth abbiamo una invitante spruzzata di freschissimo Power Metal, suonato secondo quella via italiana che loro stessi hanno plasmato. Sicuramente è tornata la durezza del passato conservando in toto però ogni senso melodico già da loro sperimentato. La voce di Tiranti non abbandona mai la sua attitudine al bel canto, ma in alcune occasioni vi infila animosi acuti di tutto rispetto.
I primi due pezzi ‘WELCOME TWILIGHT’ e ‘ACCEPT THE CHANGES’ sono esemplari per carattere, uniscono potenza e raffinatezza in maniera efficace, entrambi con ottimi intro e giocando con una velocità perfettamente Power. La prima con un pizzico di epicità e la seconda con un assolo stupendamente elettrico, anche se in quest’ultimo il ritornello appare leggermente già sentito. Il pezzo più arrembante è ‘HEADING FOR NOWHERE’ che suda in maniera giovanile, lasciando emergere anche la natura da shredding dei solisti, con l’aggiunta degli acuti virtuosi di un’ugola raggelante per la sua efficacia. Ancora a tinte Power, ma con una dinamica più variata, si colora la leggiadra ‘AT THE RAINBOW’S END’, e forse qui viriamo in parte verso una essenza più scandinava, anche se il singer si lascia andare ad alcuni giochi di vocalizzazione poco rock e quasi soul (3’47”). Quando non è velocità è comunque una cadenza tonica come nella rotonda ‘THE RIGHT SIDE OF THIS WORLD’ a far muovere piede e testa con abile capacità di cucirvi una linea melodica sentitamente potente ed un arrangiamento di indubbio gusto.

Il fatto che il disco abbia deciso di vivere di toni accesi e quindi heavy, si respira anche nelle situazioni più morbide come nella semiballata ‘OUT OF PLACE’, la quale fluidamente scorre nell’atmosfera elegante per poi venire spezzata al centro da una riffica tirata, illuminata dalle tastiere e poi da una parte solista della sei corde che amplia il panorama descrittivo, gustosamente vibrante. La conclusione dell’opera s’inoltra decisamente dentro il Prog-metal con la minisuite ‘INHUMAN RACE’ che appare magniloquente e qui l’intro di un minuto e quarantadue secondi viene condito con una solare liquida tastiera di grande classe, e i tasti successivamente tornano ruscellanti col pianoforte; ma tutta la traccia è ariosa e anche se il ritmo si mostra incalzante diventando così uno dei momenti migliori dell’album. ‘Mass Distraction’ potrebbe essere considerato brano meno ficcante, ma non filler, compreso il ritornello che nelle sue prime note fa venire in mente la canzone di Lucio Battisti ‘Con il nastro Rosa’.

Nessun difetto, le strutture sono costruite con ispirazione; le banalità e la verve scontata che hanno colpito combo come ultimamente gli Stratovarius qui sono assenti. Limpidi si fanno strada tutti gli strumenti, ponendosi sempre in qualità di grande esecuzione dentro idee di valore. Va detto che le parti strumentali suonano intriganti al di là della linea vocale, ogni accordo o inserto musicale porta intelligenza e studio attento, in un songwriting ricco ma anche capace di entrare nella testa dell’ascoltatore. Si sente tanto senso rock ma anche tanta conoscenza di altro, permanendo comunque perfettamente metal. Nonostante l’idea del leader chitarrista Thorsen di star per far concludere l’avventura del gruppo (ma ancora forse con un’altro full-lenght in divenire), sembra di ascoltare una realtà in gran forma. Si percepisce vitalità, non certo stanchezza. Non c’era bisogno di nessuna dimostrazione di bravura visto che ormai qui si tratta di supermusicisti, ma invece la dimostrazione c’è: ancora una volta ci troviamo davanti ad una ottima performance, ad una qualità di eccellenza; insomma si sente l’impegno insieme all’amore per la musica. Vuole significare che della dimostrazione c’era bisogno, abbiamo ancora bisogno di gente così, anche se il mercato sembra voler dire il contrario.

Qui c’è quello che ogni appassionato vuole, dato che è un disco dove non c’è nulla all’infuori di quella magica espressività chiamata Arte.
Roberto Sky Latini

Welcome Twilight
Accept the Changes
Out of Place
At the Rainbow’s End
The right Side of this World
The Healing
Heading for Nowhere
Mass Distraction
To the Son I never had
Inhuman Race

Roberto Tiranti – vocals
Olaf Thorsen – guitar
Andrea Cantarelli – guitar
Oleg Smirnoff – keyboards
Nik Mazzuconi – bass
Matt Peruzzi – drums