Klogr
Fractured Realities
Questo “Fractured Realities è un disco che ha un taglio professionale essendo la band italo/americana ma non solo per questo, ed anche la produzione moderna e tosta permetterà al disco di valicare i nostri patrii confini e non è cosa da poco. Concettualmente il monicker della band è un sentito omaggio ad una legge psicofisica “S = K logR” da uno psicologo tal Ernst Heinrich Weber, ed un filosofo e Gustav Fechner sono vissuti entrambi nel XIX secolo.I dieci brani che compongono Fractured Realities sono tutti potenti e devastanti con un suono grosso atto a creare un wall of sound indistruttibile per questo il disco non ha un calo di tensione che permette di avere all’ascoltatore un attenzione tensiva sempre alta uno dei pregi di questo lavoro è che non sai mai cosa succede nel brano che viene dopo a quello che ascoltato in precedenza , ma anche quando conosci tutta la scaletta l’attenzione non scema anche perché la produzione è davvero eclatante forse un tantinello carica però anche così tutto funziona a meraviglia.
Il nuovo album è un’esplorazione delle complesse e spesso conflittuali sfaccettature dell’esperienza umana. Un disco che guarda non solo al nostro essere introspettivi ma da uno sguardo significativo a quello che riguarda noi stessi sia nelle sfide sociali che nelle lotte.
In pratica i Klogr [che si pronuncia Kay-lo-gAr N.D.R.] ci danno la possibilità di dare uno sguardo introspettivo non solo a noi stessi ma anche verso coloro che vivono intorno a noi.
Questo nuovo disco rappresenta molto del futuro della band in quanto avendo scelto di autoprodursi hanno messo in gioco tutte le loro capacità non solo da musicisti quelle le conosciamo, ma se vogliamo anche quelle imprenditoriali anche perché oggi come oggi se non conosci tutti gli aspetti del music business sei nei guai. Anche a livello tecnico hanno saputo realizzare un lavoro davvero impeccabile facendo una sorta di all-in avendo per questo scopo avuto carta bianca sentendo di essere finalmente liberi di agire per quello che sanno fare ovvero creare un proprio suono che si sono costruiti negli anni e che con questo album raggiunge l’apice.
In questo disco è stato chiesto a (Albert Eno) se voleva partecipare alle registrazioni, e lui ha accettato offrendo la sua collaborazione con il brano “The Twisted Art” che tra l’altro è una delle canzoni che mio piace di più del disco.
Un disco che mi sento assolutamente di consigliare sia per l’ascolto ma anche per un eventuale acquisto di certo spenderete bene i vostri soldi .
Stefano Bonelli