Karfagen
Land of Chameleons
Il progetto chiamato Karfagen è in buona sostanza il risultato del talento del musicista e compositore HYPERLINK “https://www.progarchives.com/artist.asp?id=11509” \t “_blank” Antony Kalugin, applicato ai classici canoni del prog sinfonico tipico degli anni settanta.
Tutto ha origine alla fine degli anni novanta quando Kalugin cominicia a comporre registrare suonare e distribuire i frutti del suo lavoro riscontrando un certo interesse nell’ambiente rock.
Nel 2005, con l’ausilio di alcuni musicisti riuniti per l’occasione dà alle stampe il buon disco di esordio “Continium”, palesando uno stile retrò, quasi esclusivamente strumentale, estremamente funzionale al mood attuale, grazie ad un massiccio uso di tastiere; i riferimenti sono evidenti nella musica del Canterbury Sound ed in particolare Greenslade e Caravan.“Land of Chameleons” come molti dei lavori precedenti ci trasporta nel magico e fatato mondo Kalugin, la musica è ricca di elementi prog con arrangiamenti romantici che vanno verso sfumature sinfoniche, jazz, folk e new age e come dice lo stesso artista “…con ogni album cerco di portare il calore e l’atmosfera degli anni Settanta. Non significa che li stia copiando ciecamente, solo che sono in un flusso costante di ricerca e sperimentazione. Sono ancora entusiasta dei suoni della `Golden Era’ del Prog degli anni Settanta. Produco musica e mi immedesimo nell’ascoltatore, che cerca quelle emozioni e quel fascino in un mare sconfinato di suoni…”.
L’opener che dà il titolo all’album è già una dichiarazione di intenti, con il suo mood molto Caravan sottolineato dalle tastiere e dal sassofono ci introducono ad “Agora by Day” che con il tipico sound Karfagen combina diversi temi e li miscela in un vorticoso ed intricato florilegio di note. “My Shadow” è una romatica e dolce ballad con in evidenza la voce di Kalugin e la suggestiva controvoce di Mariya Panasenko. La breve e cupa “Dios Pyros pt. 2” serve giusto a presentare un’altra lunga traccia, “Into the Kaleidoscope”, sognante e barocca al punto giusto, splendidamente corollata dalle tastiere che le danno un senso quasi mistico.
“Journey to a Shrine” rappresenta la gemma di questo album, una canzone ricca sotto tutti i punti di vista, chitarra e cori a volte Era e a volte Enigma, poi world music e poi in un turbinio musicale un finale molto floydiano…per poi finire con il secondo breve ed etereo intermezzo intitolato “2 Minutes Before the Dawn”.Il sound Karfagen a causa di una produzione alquanto numerosa di album, può risultare ad un ascolto superficiale, ripetitivo o ancora peggio vuoto di contenuti proprio per questo si tratta di dischi da ascoltare molte volte per assaporare a pieno tutte le variazioni e le curiosità che spesso si nascondono ad un primo ascolto.
In ogni caso come di consueto si tratta di opere di livello che nella loro espressione rappresentano spesso il paradiso del progger
Massimo Cassibba