Jethro Tull
Thick as a brick
Insieme ad ‘AQUALUNG’ questo disco è il più importante della discografia della famosa band britannica. Ma la sua importanza va oltre il successo e l’abilità artistica dei musicisti, è anche il primo pezzo della storia a durare due facciate di vinile.
Sarebbe un unico brano, ma al tempo non c’erano i cd e così dovette essere spezzato in due parti. Ben 44 il minutaggio totale. Nello stesso anno anche i Genesis ne fecero uno lungo, ma solo di una facciata per la durata di 23 minuti (’Supper’s ready’) così come gli Yes di circa 19 (‘Close to the Edge). La più lunga prima del ’72 era stata quella del 1970 degli Allman Brothers Band (‘Mountain Jam’). Quindi un primato sostanziale per i Jethro. Ma ciò che colpisce è l’alta funzionalità dell’insieme nonostante la grandezza temporale della traccia.
L’insieme di chitarra acustica e riff distorti porta verso lidi che sono a volte hard rock, a volte folk, per un risultato che è tipicamente progressive. La prima parte di circa 23 minuti è la migliore; equilibrata, fluida e scorrevole in ogni sua sezione, alternando sofficità a crescenti emotivi, in una forte densità espressiva che è cesellata con precisa attenzione. Le linee vocali si legano perfettamente alla tonalità quasi epica della timbrica del cantante, riconoscibile come al solito, dalla forte personalità. Le tastiere tipiche degli anni settanta, vicine alla concezione hard di Lord dei Deep Purple, non mancano di suonare anche a mò di pianoforte. La chitarra è anch’essa settantiana, e gioca con assoli elettrici che diventano taglienti, o con riffica decisa e ficcante che diventa corposamente solida. Tali assoli non sono soltanto pseudo-improvvisazioni, si dipanano avvolgendosi alla costruzione strutturale delle parti strumentali facendo sì che diventi efficace la dinamica espressiva. La durezza si alterna intelligentemente con la dolcezza, così come i rallentamenti e le velocizzazioni realizzano contrasti interessanti. Il crescendo ottenuto dalle note che iniziano circa al ventiduesimo minuto è il tema portante della song che a tempo di marcia alza l’asticella sonora del disco e che poi apre ad un assolo stavolta di flauto, cosa di cui l’artista Anderson aveva già fatto vibrare in capitoli discografici precedenti. La bellezza compositiva si evince da ogni segmento della song, ognuno molto caratteristico e pregnante, senza che manchi mai un attimo di tensione attentiva. La seconda parte, di circa 21 minuti, non ha lo stesso feeling, ma non è certo una caduta di stile, che la portanza valoriale rimane elevata. Le caratteristiche concettuali sono le stesse, ma con gli assoli lasciati più a ruota libera, come per esempio un assolo di batteria ben inserito fra le parti suonate, ma che in fondo poteva avere minore spazio senza per questo danneggiare la composizione. In questa seconda parte alcune sezioni si appropriano di un afflato jazz, cosa che non c’era nel primo lato. Le due parti insieme creano un viaggio magico, con le atmosfere tra il sognante e l’ironico, che il gruppo sa gestire con magniloquente spontaneità. Si percepiscono ancora qua e là inflessioni del decennio precedente, ma molto ben nascoste nella trama ormai matura ed evoluta di una band che è diventata punta di diamante di un periodo d’oro del rock. E’ una seconda parte che in realtà spesso ricalca la prima iniettando però variazioni sul tema, ampliandone l’anima in senso strumentale, e meno con la voce.
L’album è un concept che descrive l’azione ad un concorso di poesia di un bambino prodigio. La copertina passò alla storia come iconica; infatti ha la forma, ma aprendola anche la dimensione, di un giornale, di un quotidiano da edicola. E’ un lavoro di grande genio che si pone come pietra miliare della musica rock e di quella progressive, segnando una epoca che in pochi anni toccò il cielo artistico ancora oggi ritenuto apice creativo. Si festeggia il cinquantennale di questo capolavoro ricordandosi che ogni opera di questo tipo è un unicum.
Roberto Sky Latini
Chrisalys
Island records (U.K.)
Reprise Records (USA)
www.jethrotull.com
Side A
Thick as a Brick -Part 1
- “Really Don’t Mind / See There a Son Is Born”
- “The Poet and the Painter”
- “What Do You Do When the Old Man’s Gone? / From The Upper Class”
- “You Curl Your Toes In Fun / Childhood Heroes”
Side B
Thick as a Brick -Part 2
- “See There a Man Is Born / Clear White Circles”
- “Believe In the Day”
- “Tales of Your Life”
- “Childhood Heroes Reprise / Thick as a Brick
Ian Anderson – vocals / acoustic guitar / flute / violin / trumpet /saxophone / accordion producer
Martin Barre – guitar / lute / flute
John Evan – keyboard
Jeffrey Hammond (as “Jeffrey Hammond-Hammond”) – bass
Barriemore Barlow – drums
Additional musician
Dee Palmer – orchestral arrangements