Jerry Cantrell

I Want Blood

Finalmente Jerry Cantrell è tornato a casa: I Want Blood potrebbe tranquillamente essere considerato come quel famoso quarto album degli Alice In Chains, sì quelli con Layne Staley, che non è mai uscito! Detto questo la recensione potrebbe tranquillamente finire qui

perché non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro, ma nella realtà dei fatti non è così: con questo disco Jerry Cantrell decide finalmente di fare pace con tutti i suoi demoni, di fare pace con un certo modo di scrivere, perché diciamocelo chiaramente, i dischi degli AIC post Layne non hanno assolutamente lo stesso carattere, nella scrittura, dei dischi che li hanno preceduti; con questo non sto assolutamente dicendo che siano brutti album, anzi, personalmente li adoro perché nonostante tutto il carattere Alice In Chains è ancora tutto lì dentro, mentre in I Want Blood la matrice è abbastanza chiara e basterebbe ascoltare il terzetto di apertura, composto da Vilified, Off The Rails e Afterglow per capire di cosa sto parlando: qui dentro è possibile estrapolare la perfetta prosecuzione di ciò che era iniziato con Tripod o Alice In Chains (questi i due nomi con cui era identificato l’ultimo album in studio con Staley alla voce) e che in un certo qual modo Cantrell ha portato nei suoi dischi solisti.

Il chitarrista di Seattle ci porta nuovamente nel suo mondo, nella sua lotta per la sopravvivenza contro i demoni di un passato con cui sta facendo pace solo ora e il titolo del disco è indicativo in tal senso, infatti non c’è nulla di vampiresco nella sua ricerca di sangue, c’è solo la necessità di un guerriero (in un’intervista lui si paragona ad un gladiatore che lotta nell’arena per la sopravvivenza e per la libertà) di liberarsi del peso dell’oppressione e nessuna lotta è senza spargimento di sangue.Ma in apertura dicevo che Jerry Cantrell sembrerebbe essere tornato a casa, ed è una cosa evidente nei riff, in cui si possono scorgere echi del già citato Tripod ma anche di Dirt e di Jar Of Lies, così come l’eredità della sua stessa carriera solista di dischi come Degradation Trip: soprattutto nelle sue parti più scure o “doomy”, ma oltre a tutto questo non si può non notare come ci siano anche ampi riferimenti alla seconda parte della discografia degli Alice In Chains o del suo penultimo album quasi totalmente acustico: insomma Cantrell sembrerebbe offrirsi quasi completamente nudo dinnanzi alla sua audience e per farlo ha scelto di comprimere in un unico album tutta la sua esperienza maturata come musicista e come uomo, mettendo in luce anche le sue influenze musicali: abbastanza facile riuscire a sentire l’ombra di Tony Iommi aleggiare su tutto, ma anche soluzioni armoniche e fraseggi care ai Maiden (se il refrain di Off The Rails non vi fa pensare ad una versione doommeggiante di Wasted Years, avete dei seri problemi uditivi): il tutto condito con le sue grandi capacità di creare melodie decadenti e malinconiche giocando su pochissime note, così come la sua capacità di imprimere delicatezza anche nei momenti più concitati; è questo ciò che lo ha reso un grande chitarrista, rispettato e ammirato da molti suoi colleghi e amici musicisti.

I Want Blood suona come un disco antico ma non certo per la musica proposta, che suona molto moderna invece, quanto per la capacità di Jerry di continuare a lavorare sulle sue composizioni come si faceva un tempo, soppesando ogni singola nota di ogni singolo riff e di ogni fraseggio, così come per i soli: il bello è che l’album è composto da brani tendenzialmente semplici, basati su due o tre riff principali, che vanno a costituire l’ossatura dei brani su cui si stagliano poi le sovrascritture armoniche e melodiche, che non fanno solo da contraltare alle costruzioni di fondo ma vanno a legarsi con esse andando a formare un’amalgama che ci fa vedere i vari colori che compongono la sua lotta per vincere la partita contro il suo sé del passato.Cantrell sforna veramente un album stratosferico, in cui si sente tutta la sua voglia e l’urgenza di esprimersi, perché la semplicità di base delle composizioni serve a porre l’accento su questa urgenza comunicativa e tutto ciò che si muove sopra e sotto la costruzione di base è lo svolgimento di tutto il racconto, una storia che solo lui riesce a raccontare in questo modo carico di groove, avvolgenti e avvincenti melodie, riff duri e oscuri ma capaci di avere un tocco delicato, momenti dolci in cui la pesantezza di ciò che si affronta grava come un enorme sasso sulla nostra schiena.

Non c’è un calo di tensione in I Want Blood, non un filler, non una nota fuori posto o messa lì a caso e oltre c’è la capacità del biondo chitarrista di coordinare perfettamente gli ospiti che animano l’album, permettendo a tutti di potersi esprimere al meglio. Troviamo al basso una coppia eccezionale: Duff McKagan e Robert Trujillo, alla batteria un’altra coppia di pezzi da novanta Gil Sharone e Mike Bordin e alle backing vocals Lola Colette e Greg Puciato: tutti in grado di lasciarsi guidare da Cantrell, che figura anche come produttore, ma mettendo il proprio nel lavoro, portando la propria personalità e mettendola a servizio del mood del disco, che suona profondo e completo.

I Want Blood non delude affatto e farà la felicità dei vecchi fan degli Alice In Chains così come quella dei nuovi e potrebbe avvicinare molti alla corte del chitarrista statunitense, perché siamo al cospetto di un album enormemente pregevole e di ottima fattura: Jerry Cantrell è finalmente tornato a casa!

Daniele “Darklordfilthy” Valeri

Double J Music
www.jerrycantrell.com

Vilified
Off the Rails
Afterglow
I Want Blood
Echoes of Laughter
Throw Me a Line
Let It Lie
Held Your Tongue
It Comes

Jerry Cantrell – lead vocals, lead guitar, bass
Greg Puciato – background vocals on “Echoes of Laughter”
Duff McKagan – bass guitar on “Afterglow”, “I Want Blood” and “Echoes of Laughter”
Gil Sharone – drums on “Vilified”, “Off The Rails”, “Afterglow”, “Echoes of Laughter”, “Throw Me A Line”, “Held Your Tongue”, “It Comes”. Intro, verse, and outro for “Let It Lie”
Mike Bordin – drums on “I Want Blood” and chorus parts for “Let It Lie”
Robert Trujillo – bass on “Vilified”, “Off the Rails” and “It Comes”
Vincent Jones – keyboards on “Afterglow”, “I Want Blood”, “Echoes of Laughter” and “Held Your Tongue”
Lola Colette – background vocals