Jarda

Rockaine

Dopo un ascolto attento dell’ultimo lavoro dei Jarda, heavy metal band portoghese, intitolato Rockaine, posso tirare le somme e dare un mio giudizio. Il lavoro si presenta con una tracklist di cinque brani della durata media di quattro minuti e mezzo.

Lo stile dei Jarda può essere sicuramente rivisto nelle influenze di grandi gruppi metal quali gli Slayer e anche i Pantera. La loro identità forte e d’impatto colpisce sicuramente l’ascoltatore, che ne resta piacevolmente soddisfatto e carico di energie. Andando ad analizzare i punti a favore e sfavore mi sento di dare i seguenti giudizi, iniziando dai punti a favore, la band ha sicuramente un grande bagaglio culturale in fatto di musica metal, quella estrema e dura. La loro identità è forte e il loro stile è riconoscibile. Un plauso in particolare va alla sezione ritmica, che con tempi sostenuti riescono a far marciare in maniera potente il muro del suono, molto bello l’assolo della seconda traccia Cybernetic Soul, impostato nei canoni dei grandi chitarristi grunge degli anni ’90, I suoni utilizzati nell’album sono potenti e la produzione risulta ben bilanciata. La voce graffiata va a strizzare l’occhio a tutti i fan della frangia estrema della musica metal, quindi gli ascoltatori di questo tipo di sottogeneri non può che apprezzare.

Passiamo ai punti a sfavore: nelle cinque track che ho ascoltato, non si può non notare una mancanza di ventaglio sonoro, avrei voluto sentire una ballad o almeno un brano, o parti di esso dove la potente dinamica andasse a scendere,per poi risalire, ovviamente. Ho sentito la mancanza di un approccio melodico più o meno di tutto il lavoro, in quanto l’essere concentrati sulla potenza e la velocità delle ritmiche ha fatto tralasciare la parte più melodica che avrebbe sicuramente arricchito i brani, tuttavia non credo che gli artisti abbiano voluto puntare su quella nei loro brani, ciononostante alcune soluzioni più melodiche e meno ritmiche mi sono mancate in particolar modo negli assoli di chitarra; veniamo quindi al nodo più dolente di questa recensione, ovvero quello che a me personalmente è piaciuto meno, la scarsa varietà dinamica, fermo restando il contesto, di un genere che tende ad “obbligare” una partenza “in quarta” e una continua corsa, la dinamica oscilla molto poco e i brani, ahimè, tendono a diventare ridondanti.

In conclusione è un lavoro che ritengo essere destinato ad una nicchia abbastanza ristretta di ascoltatori, ovvero a tutti quei fan dei sottogeneri metal.

Giuseppe Cacciapuoti

p.s.

più potenti e tendenti all’estremo; a questi, consiglio vivamente di ascoltarlo,  non lo raccomanderei agli ascoltatori di sottogeneri più melodici e dinamici.

Chronik Killer
Cybernetik Soul
Rockaine
D.O.C
Alma Grande

Paulo Baldaia – drums
Diogo Azevedo and Pedro Lopes – both guitars
Mikail dos Santos – bass