J.C. Cinel
Where the river ends
J.C.Cinel musicista ormai navigato avendo pubblicato ben otto album se consideriamo la sua discografia completa fatta sia da solista che da bands come i Wicked Minds e la Jimi Barbiani Band.
Esattamente questo è il quarto album da solista per Jo e ascoltando il disco ci accorgiamo della sua raggiunta maturità artistica ormai verificata e accertata. Questo concetto è riscontrabile sulla qualità indubbia delle composizioni tutte appartenenti ad una classico hard rock con alcune puntate nemmeno troppo velate verso un prog rock di stampo americano, mentre il resto dei brani hanno un quid di stampo inglese ed in alcuni casi mi ricordano il disco di Jimmy Page e David Coverdale nonchè alcune cose dei The Firm. Ma le influenze in questo sono molteplici ed infatti nel brano Which SideAre You On cogliamo influenze che vertono verso il rock sudista dei Lynyrd Skynyrd, tutte cose che rendono questo assolutamente piacevole da ascoltare dalla prima all’ultima canzone.
J.C.Cinel si avvale di ottimi musicisti e tutti assecondo il “volere” del loro capo che evidentemente sa come si fanno certe cose inoltre se ci mettete anche la voce calda dal timbro coverdeliano che si pone esattamente tra il cantante purpleniano e Paul Rodgers è invitabile non divertirsi e financo emozionarsi fino alla ballata conclusiva del disco ovvero la title track Where The River Ends davvero bella brano dalle aperture armoniche. Poi un altro elemento importante del disco è sicuramente la produzione che ci consegna un suono potente e preciso con tutti gli elementi al posto giusto inteso come strumenti che sono stati messi al loro posto senza uno ne prevaricasse gli altri. Sempre tornando alla canzone conclusiva del disco, non posso non citare il bell’assolo di chitarra che chiude il brano davvero lancinante e strappa cuore ad opera dello stesso Jo Cinel.
Nella canzone che possiamo considerare come una sorta di intermezzo Karakal (lost in shangri -la) ci sono atmosfere sofisticate ed esotiche create da una chitarra acustica che ricorda quella di Jimmy Page periodo Led Zeppelin. In conclusione dopa aver ascoltato questo disco mi sono reso conto che bisogna sostenere assolutamente i nostri musicisti i quali sono che se ne avessero la possibilità ci farebbero ascoltare grandi cose. Quindi e qui mi permetto di darvi un consiglio questo disco ha la dignità di essere ascoltato e considerato nel modo giusto ovvero acquistandolo di certo non rimarrete delusi.
Stefano Bonelli