Ivan Francesco Ballerini

La guerra è finita

Con “La guerra è finita”, Ivan Francesco Ballerini firma il suo quarto lavoro discografico in cinque anni, consolidando il proprio percorso artistico come cantautore capace di fondere poesia, impegno civile e sonorità folk dal sapore delicato e profondo. Pubblicato da RadiciMusic Records, questo nuovo album rappresenta non solo una tappa musicale, ma una dichiarazione d’intenti: un monito contro l’odio, una preghiera laica che affida alla musica la speranza di un mondo migliore. È un disco che sa di terra e di vento, di lettere spedite dal fronte e di fiori che sbocciano tra le rovine.Composto da nove brani inediti, “La guerra è finita” si apre e si chiude con due momenti che si rispecchiano: un’interludio strumentale e poi il brano omonimo “Il mondo aspetta te”, un cerchio perfetto che abbraccia l’ascoltatore. In questo doppio movimento troviamo il cuore dell’album: l’invito rivolto alle nuove generazioni a raccogliere il testimone, a farsi carico del futuro con le mani e con la fantasia, elementi che per Ballerini sono la chiave per immaginare e costruire un mondo di pace.

Il brano che dà il titolo all’album, “La guerra è finita”, è forse il manifesto più esplicito del progetto. Una ballata struggente ambientata sul fronte, dove un giovane soldato affida all’amore per una donna la propria ancora di salvezza. Qui la guerra diventa lo sfondo, il teatro crudele in cui l’umanità cerca disperatamente di aggrapparsi a qualcosa di vero, di vivo. La voce di Lisa Buralli accompagna quella di Ballerini in un duetto carico di pathos, con un arrangiamento misurato che lascia spazio alle parole, mai urlate ma sempre dense di significato.Ogni canzone dell’album è un piccolo racconto, un affresco intimo che si nutre di letteratura, memoria e sentimenti universali. In “Tra le dita” si parla di un amore che sfida lo scorrere del tempo, mentre “Tra bombe e distruzione” ci riporta alle immagini più dure e attuali della guerra vissuta attraverso gli occhi di una giovane studentessa, la cui adolescenza viene violentata da un conflitto che non ha scelto. È una canzone che colpisce per l’equilibrio tra delicatezza e crudo realismo, senza mai scadere nel patetico.

Il brano “Linea d’ombra”, ispirata all’omonimo racconto di Joseph Conrad, il viaggio diventa metafora di passaggio e trasformazione. Il protagonista è chiamato ad attraversare la propria linea d’ombra, abbandonando certezze e affetti per affrontare il mare aperto dell’esistenza. È uno dei brani più profondi del disco, che riflette sulla necessità di crescere anche attraverso la sofferenza e l’abbandono.
In “Sulle pietre del mondo”, Ballerini ci offre un vero e proprio inno alla libertà, dove le immagini poetiche si susseguono come in una preghiera. Un brano quasi mistico, in cui l’autore ci ricorda che l’amore è il gesto più rivoluzionario possibile. La spiritualità del pezzo è affidata anche agli arrangiamenti, che mescolano strumenti acustici e tocchi eterei di fisarmonica, creando un’atmosfera sospesa e contemplativa.“Perché mai – a Nedo e Janet” porta invece una ventata di dolcezza e intimità. Dedicata agli amici Nedo Baglioni (regista e fotografo) e sua moglie, questa ballata d’amore celebra l’unione e la nascita della piccola Clelia, incarnazione della speranza che permea tutto l’album. In un contesto discografico spesso dominato da cinismo e disillusione, una canzone come questa ha la forza di spiazzare proprio perché sincera.

Un altro gioiello è “Vestire di parole”, ispirato al racconto “Ferro” di Primo Levi. Qui l’amore diventa lutto, assenza, impossibilità di trattenere chi non c’è più. Il giro armonico jazz accompagna l’impalpabilità dei ricordi, in una delle prove liriche più alte di tutto il disco. È un pezzo che, come molti altri dell’album, riesce a commuovere senza forzare, raccontando il dolore con eleganza e misura.Infine, “Il mondo aspetta te” torna a suonare, chiudendo il cerchio. La canzone è un messaggio di fiducia rivolto alle mani giovani che ancora non sanno di avere il potere di creare, di cambiare. Qui Ballerini omaggia suo padre, il pittore Romano Ballerini, evocando immagini pittoriche che si fanno versi: “la quercia nel grande giardino è colma di fiori”… La canzone è un manifesto poetico, una visione in technicolor dipinta su un mondo che troppo spesso si veste solo di grigio.
Musicalmente, l’album si muove su coordinate folk acustiche, con arrangiamenti raffinati curati da Giancarlo Capo e una direzione artistica affidata ad Alberto Checcacci.La presenza della fisarmonica di Stefano Indino, dell’armonica a bocca di Juan Carlos Zamora e del pianoforte elettrico di Marco Lazzeri contribuiscono a creare un tessuto sonoro ricco ma mai invadente. Ogni strumento è al servizio della parola, e la voce di Ballerini, calda e sincera, riesce a trasmettere tutto il peso emotivo di testi che sono veri e propri componimenti poetici.

“La guerra è finita” è un disco che non si limita a raccontare: è un’opera che suggerisce, accarezza, ricorda e spera. Un lavoro maturo, onesto, che parla a chi ha ancora voglia di ascoltare con il cuore. Ivan Francesco Ballerini dimostra, ancora una volta, che la musica può essere un gesto di resistenza, un abbraccio, un seme di futuro.

Anna Cimenti

Il Mondo Aspetta Te (Overture)
La Guerra è Finita
Tra Le Dita
Tra Bombe e Distruzione
Linea D’Ombra
Sulle Pietre Del Mondo
Perché Mai
Vestire Di Parole
Il Mondo Aspetta Te

Ivan Francesco Ballerini voce solista e chitarra acustica
Giancarlo Capo – arrangiamenti, chitarra acustica e classica
Gaminol Wider – basso elettrico
Stefano Indino – fisarmonica
Juan Carlos Zamora – armonica a bocca
Luca Trolli, Alessandro Melani Riziero Bixio – batteria
Marco lazzeri – pianoforte elettrico e organo hammond
Daniele Grammaldo (cori)
Lisa Buralli (voce solista e cori)