IQ
Dominion
A oltre quarant’anni dal loro esordio, gli IQ dimostrano con Dominion – il loro tredicesimo album in carriera – di essere ancora una delle band più vitali e coerenti della scena neoprogressiva. Sei anni dopo Resistance (2019), il gruppo britannico torna con un lavoro che, pur non stravolgendo la formula collaudata, offre momenti di pura magia musicale, confermando la loro capacità di coniugare complessità strumentale e melodie avvincenti.Un concept poetico e riflessivo ispirato dalla poesia “And death shall have no dominion” di Dylan Thomas, Dominion esplora temi universali come il tempo, la mortalità e la resilienza umana. Peter Nicholls, voce e anima lirica della band, affronta questi argomenti con la consueta profondità, alternando immagini evocative a riflessioni personali. L’album si apre con The Unknown Door, un’epica suite di 22 minuti che rappresenta uno dei vertici creativi del disco. La traccia è un viaggio sinfonico ricco di cambi di tempo, assoli virtuosistici (Mike Holmes alla chitarra e Neil Durant alle tastiere brillano) e passaggi corali maestosi. L’uso del discorso di Neville Chamberlain come sample introduttivo aggiunge un’aura drammatica, mentre la struttura multilivello ricorda i grandi concept album degli anni ’70.
No Dominion e Far From Here sono gli altri pilastri dell’opera: la prima è un brano dinamico e immediato, con un riff di tastiera ipnotico e un assolo di chitarra incisivo; la seconda, lunga 12 minuti, sfoggia una sezione strumentale travolgente, guidata dalla ritmica precisa di Tim Esau (basso) e Paul Cook (batteria).Molto bella anche Never Land, traccia conclusiva perfettamente costruita attorno alle tastiere e ad un morbido basso fretless, aggiunge un profondo e delicato pathos emotivo al lavoro, cosi come One of Us – breve interludio acustico – molto floydiana, che funziona come pausa riflessiva prima del crescendo finale.La produzione è ovviamente impeccabile: ogni strumento ha il suo spazio, con una miscela che esalta la ricchezza degli arrangiamenti senza sacrificare la potenza. Le tastiere sono protagoniste (Durant si conferma degno erede di Martin Orford), mentre la chitarra di Holmes spazia da atmosfere eteree a riff taglienti.Questo è un grande lavoro, nato da una evidente forte coesione della band che scrive melodie memorabili e suona magnificamente bene!
Posso affermare che Dominion perfeziona (se ce n’era bisogno!), lo stile inconfondibile degli IQ, si tratta infatti di un album per chi ama il prog rock colto ma perfettamente accessibile a tutti soprattutto perché la tecnica e melodia si fondono senza sforzo rendendo l’album piacevole ascolto dopo ascolto.
Massimo Cassibba