Intervista

Over A barrel

Gli Over A barrel sono freschi di stampa con il loro lavoro Self-Inflicted-Wounds.

Che consta di nove canzoni tutte quante dedite ad un metal molto aggressivo e scevro da qualsivoglia  attitudine commerciale ciao ragazzi intanto complimenti per questo vostro lavoro ci dite come è nato il progetto e il significato Over a barrel?

Grazie mille per i complimenti.
Gli Over a Barrel sono  l’unione di due amici con una grande passione per tutto quello che suona estremo che cercano di trasformare questa passione in musica.
Sia io che Imer ci conosciamo da tantissimo tempo e abbiamo suonato insieme nella nostra prima band i Biotech dal 1992 al 2000. Durante l’inizio della pandemia Imer aveva alcune idee registrare e mi ha proposto di formare questo progetto che ho trovato fin da subito interessante data anche la nostra amicizia. Quindi abbiamo cominciato a scrivere e arrangiare le canzoni e successivamente siamo entrati all’ Audiocore studio per registrare Self-Inflicted wounds.

Come mai gli Over sono formati solo da due membri ed in che modo sopperite alla mancanza degli strumenti?

Durante la fase di scrittura, composizione e registrazione non abbiamo problemi perché la batteria viene programmata come se fosse suonata da un vero batterista lavorando molto sulle dinamiche e sulle esecuzioni. Per il resto Imer suona il basso canta e io suono la chitarra. In fase live appena partiremo con i concerti ci avvalieremo dell’aiuto di un batterista session.

Ve lo chiedo perché il fatto che in un gruppo ci siano due elementi non è sempre così usuale?

In realtà ci sono diverse band soprattutto nel black metal che sono nella nostra situazione. Addirittura ci sono anche one man band che grazie alla tecnologia riescono a fare dischi. Per il momento non abbiamo intenzione in fase di scrittura di coinvolgere altri musicisti. Sia Io che Imer abbiamo gusti musicali molto affini e questo ci ha portato ad avere idee molto chiare sulla composizione dei pezzi e sul sound che deve avere questo progetto. Però non siamo persone con il paraocchi e se cè la possibilità di coinvolgere in futuro musicisti che possano portare nuove idee per far crescere e migliorare la band ben vengano!

Mi incuriosisce sapere in che modo nascono le vostre canzoni e qual è il vostro metodo preferito per creare musica?

I nostri brani in fase di scrittura nascono principalmente dai riff di chitarra, successivamente vengono inserite le parti di batteria e basso. Una volta terminata la parte strumentale, Imer scrive metriche e testi.Prima di entrare in studio, registriamo in versione pre produzione tutti i brani compresa la voce per vedere se tutte le parti sono a posto e nel caso sistemare ciò che non ci convince.

In che modo è cambiato il modo di realizzare un disco centra molto la pandemia in questo?

Per una band come la nostra formata solo da due elementi in realtà la pandemia a livello di realizzazione ha cambiato poco, perché comunque lavoriamo molto da casa sfruttando la tecnologia. Sicuramente per una band che è abituata a trovarsi e comporre in sala prove ha sicuramente causato complicazioni e di conseguenza si sono adeguate ad un metodo competitivo/organizzativo diverso.

La pandemia oltre ad essere una grave malattia mondiale a volte offre delle possibilità a chi voglia dedicarsi avendo più tempo alla musica  con risultati che più di qualcuno  non si aspetterebbe  in che modo avete lavorato per realizzare il disco  ?

Si questa pandemia ha creato notevoli disagi sotto molti punti di vista purtroppo. Se proprio devo vedere un lato positivo per quanto riguarda la nostra band sicuramente ci ha dato la possibilità di dedicare più tempo alla composizione e nell’arrangiamento dell’album.Per esempio “Over A Barrel” è stata la canzone su cui abbiamo avuto più difficoltà, non tanto per la stesura ma perché è stata la prima canzone che abbiamo composto. Volevamo capire come sviluppare il nostro stile, sia dal punto di vista del sound che delle lyrics! E’ stata cambiata diverse volte, aggiungendo e togliendo riffs, arrangiamenti, metriche vocali ecc..Questo ci ha fatto capire che direzione prendere per comporre gli altri brani. Per questo album sono stati composti una dozzina di brani, successivamente dopo una cernita abbiamo deciso di utilizzare quelli che ritenevamo i migliori.

Come mai avete intitolato il vostro self inlficted wounds quali sono queste ferite  auto inflitte  siete magari come coloro che si infliggono ferite magari frustandosi la schiena ? dico cosi per dire ovviamente?

Questo album ha come tematica principale il fatto che molta gente subisce violenze non solo fisiche ma anche psicologiche e non ha la forza di reagire.Purtroppo accade che molti individui più fragili non ci riescono e si rinchiudono in se stessi per poi avere spesso brutte conseguenze.La società in cui siamo oggi è molto frenetica e complicata sotto molti punti di vista, però bisogna trovare il coraggio di affrontare i problemi e superarli e non diventare una vittima di essa.

Ascoltando il vostro ho potuto constatare come le vostre canzoni siano potentemente violente e soprattutto mi ha colpito il grosso lavoro della batteria con un impressionante full blast riuscite  poi a proporre le vostre cose dal vivo ?

Spesso si tende ad esagerare quando la batteria viene programmata, per poi ottenere un risultato poco umano e molto innaturale. Noi siamo partiti con il concetto di scrivere le parti di batteria come se ci fosse un vero batterista che suona mantenendo le varie dinamiche e  che tutte le parti composte  possano essere riprodotte fedelmente in sede live. Non apprezzo quelle band che in studio fanno cose incredibili per poi andarle a vedere dal vivo e sentire la metà delle cose che sono sul disco.

Il fatto che la vostra musica non sia cosi usufruibile da tutti in che modo avete scelto il singolo No warnings no sign ? dura nemmeno due minuti ma sono due minuti distruttivi ?

Penso che “No Warnings No Signs”  sia il brano più rappresentativo dell’album perché rispecchia in pieno ciò che sono gli Over A Barrel ovvero un potente mix di velocità e groove il tutto condito dal sound marcio e crudo dell’Hm2!E’ stato strutturato per una dimensione che parte molto brutale e veloce per poi passare ad una parte più pesante e cadenzata, per poi riprendere fino alla fine come era cominciata.

Le vostre canzoni parlano più o men delle stesse cose cioè di inflizione di ferite oppure come una vostra canzone si intitola pain inflicetd to yourself  è sempre cosi per voi cioè è il vostro modo di intendere testi e musica oppure  ce altro ?

Penso che la parte musicale debba andare di pari passo con le lyrics. Se si trattano certi argomenti come nel nostro caso anche la musica deve avere una parte fondamentale per valorizzare al meglio il messaggio che vuoi dare in quel preciso momento o in quel preciso brano.

Mi è venuto in mente guardando la vostra scaletta  che il vostro potrebbe essere un atteggiamento vicino al punk, è un caso che le vostre canzoni sia cosi brevi oppure  lasciate la cosa al momento creativo ?

Gli Over A Barrel non sono una band che dice “faccio questo perché adesso va più una cosa rispetto ad un altra”, ma cerchiamo invece di mantenere la nostra attitudine che spesso ricade nel grindcore e nell’ hardcore per portare avanti la nostra idea di musica. Semplicemente suoniamo quello che ci piace cercando di farlo al meglio possibile senza seguire le mode. Il disco è stato concepito così in maniera naturale e spero che questa genuinità venga percepita dall’ascoltatore.

Come mai per la cover la vostra scelta è caduta su quella dei Fear factory ?

I Fear Factory musicalmente sono molto lontani da noi, ma è una band che rispettiamo, che ascoltiamo sin dai loro primi album e cha abbiamo visto live diverse volte.Abbiamo scelto Cyberwaste perché ha un riffing che permette di essere reinterpretato al meglio con il nostro stile e il nostro sound.

Siete riusciti a fare concerti ed in che modo il pubblico  reagisce ai vostri pezzi?

Purtroppo ancora non siamo riusciti a suonare live, ma è nostra intenzione farlo il più possibile perché oltre a divertirsi è un ottimo modo per promuovere la tua musica e vendere Merch.Vista la situazione speriamo che si possa ritornare a suonare al più presto e che la gente possa andare ai concerti a divertirsi!Noi non vediamo l’ora di poter farvi ascoltare in sede Ive i brani di Self – Inflicted Wounds!!

Siamo giunti alla conclusione vi lascio lo spazio per la conclusione a voi

Ti ringraziamo Stefano per averci dato questo spazio. Il 18 marzo esce il nostro album di debutto “Self – Inflicted Wounds. Siamo carichi e eccitati  ma allo stesso tempo speranzosi che possa piacere. Noi ci abbiamo messo molto impegno, anima e cuore per ottenere il massimo e spero che tutto questo possa essere percepito anche da chi lo ascolta! \m/

A cura di Stefano Bonelli