articolo a cura di Anna Cimenti
INTERVISTA A IRA GREEN
1)Ira Green: il nome scelto ha un significato preciso? Da dove ha origine?
Ira e Green sono due opposti che convivono, che in qualche modo ho accettato e fatto coesistere nella mia vita.
2)Quali musicisti o gruppi hanno ispirato la tua scrittura e la tua musica?
Tutta la scena grunge, metal e hard rock degli anni 60. Principalmente Layne Staley, Freddie Mercury e Phil Anselmo sono state le voci che mi hanno ispirato di più.
3)Nel disco ci sono numerosi brani rispetto ad un LP che ne contiene 8.E’ stata una scelta presa già inizialmente oppure gradualmente le idee prendevano corpo e li hai aggiunti?
Onestamente non faccio piani. Non studio le cose in modo da farle “funzionare”. Quello che sento lo metto sulla carta e di conseguenza le melodie vengono fuori e seguono il flusso di quello che sento di creare.
4)Mi racconteresti come sono nati i brani dell’album e che tipo di esperienza/storia li ha portati alla luce?
Il 2023 non è stato un anno semplice per me. Ho vissuto tante cose che mi hanno traumatizzata. Tutto ciò che mi rappresenta, nel dolore e nella felicità, è in quest’album. Ho racchiuso tutto, anche ciò che non volevo far sentire. Perché spesso è proprio così che si creano i veri canali di comunicazione tra te e chi ti segue, chi desidera ascoltare la tua musica.
5)Quali sono i brani in cui ti identifichi maggiormente, che senti più profondamente tuoi e perché.
Roses è indubbiamente il brano che mi rappresenta di più in questo momento. È il brano che ho scritto per mia madre, che ci ha lasciati l’anno scorso a causa di una malattia polmonare che l’ha spenta negli anni. (Condoglianze N.D.R.)