Insurrection

Obsolescence

Gli Insurrection sono un gruppo canadese proveniente da Gatineau nel Quebec attivi dal 2003 e giunti al quinto album in studio per l’etichetta BAM Heavy.

Vent’anni di carriera e parecchie tournée in supporto a numerosi mostri sacri del metal e una partecipazione piuttosto frequente ai maggiori festival del proprio paese.
La copertina raffigura un cyborg demoniaco con uno sguardo infernale intento a distruggere la città.Già questa raffigurazione può far intendere la direzione che prenderà questo disco e il massacro sonoro pronto a scatenarsi nelle orecchie degli ascoltatori

Catalogati come band death metal, gli Insurrection espongono senza troppi problemi le proprie influenze, che rimandano ad un death metal moderno,denso di groove e violenza, con un occhio verso i mostri sacri del passato.Le liriche affrontano le tematiche della denuncia socio-politica in senso generale, ma sicuramente con toni non proprio gentili e accoglienti.Curiosa scelta del gruppo di alternare il cantato inglese con quello francese, dando un tocco di originalità e personalità alla proposta.Le influenze prendono davvero da ogni angolo del death metal.

Si parte da richiami old school con sonorità vicine a Cannibal Corpse e Morbid Angel, passando per il classico ritmo cadenzato alla Dying Fetus.Poi si vira su un death più moderno, potente e “pulito” richiamando gruppi come Decapitated  e Misery Index, fino ad arrivare ad un groove metal alla Lamb of God.In tutta questa forbice di influenze death ecco inserirsi nel disco una componente thrash metal che alleggerisce la pesantezza dei suoni, ma ne aumenta considerevolmente il ritmo.In tutto questo calderone a trarne i più grandi benefici è proprio la parte ritmica con un sound incalzante e mai domo, che ti porta ad un headbanging sfrenato e incontrollabile.Undici brani per un bignami di metal estremo senza sosta e senza via di scampo, prendendoti a schiaffi da inizio alla fine nelle sue svariate forme, ma tutte volte alla violenza e alla velocità.

Forse il piccolo limite è proprio la durata del disco e un paio di brani in meno avrebbe agevolato la perfetta fruizione dell’intero album senza la minima esitazione.Velocità, violenza sfrenata, suoni grezzi, ma anche potenti e puliti che creano un perfetto mix sonoro di egregia fattura.

Tutte sonorità ovviamente già sentite, ma che danno un bella botta di energia ed adrenalina per un buon disco di sano death metal multiforme e senza vincoli di genere, che nella sua mescolanza riesce a donare comunque un tocco di originalità.

Daniele Giudici

Preprogrammed
The Gathering
Failures of the Flesh
Le secret des dieux
Némésis
Hostile Takeover
Obsession
Charogne
Initiate the End
Obsolete
Bless the Machine