Infested Angel
Threnodies To Eternal Despair
Il primo full-length del gruppo di Birmingham (UK) sarà in uscita il 17 gennaio 2025 per la Art Gates Records.Dopo due EP, il gruppo ci presenta il suo primo album completo con questi tredici brani, pronti a farci immergere nel loro mondo.
Innegabile, una volta in mano la copertina di questo disco, pensare ad un album di sano black metal, con la classica abbazia in rovina e uno sfondo blu.In realtà, gli Infested Angel sono un gruppo death metal, ma lungo il corso del disco i richiami a un certo black non saranno relegati solo alla copertina fuorviante.L’indole atmosferica si percepisce già dai primi secondi di ascolto, e la scelta di introdurre voci fuori dal coro conferisce al tutto una sorta di spirito evocativo e maestoso.Musicalmente, abbiamo un death metal martellante che, nei cambi di ritmo e nelle scelte stilistiche, abbraccia un classicismo death meno sporco e brutale rispetto al death metal tradizionale.Un senso melodico piuttosto insistente dona una certa facilità di fruizione e un coinvolgimento veramente notevole.È quando si schiaccia il piede sull’acceleratore che si ha quasi la sensazione di ascoltare un disco di atmospheric black metal piuttosto feroce, e le atmosfere non fanno altro che arricchire la tesi di una chiara e ragionata fusione tra i due generi.
Ma, proseguendo nel corso del disco, le influenze e le peculiarità aumentano, dando sfogo a numerose sfumature che sorprendono e incrementano l’attenzione verso questa proposta.Ok ragazzi, avete detto di essere death metal, e se a voi va bene così vi crediamo, ma in realtà qui dentro c’è un mondo di sfaccettature più disparate.Le melodie ipnotiche guidano l’incedere violento dei brani, e i cambi di ritmo sprigionano le diverse derivazioni del gruppo, arrivando anche a sfiorare gli ambienti più vicini al doom più pesante e profondo.Insomma, sono tredici tracce che non annoieranno di certo e vi faranno prendere carta e penna per inseguire la miriade di sfumature che emergono con lo scorrere dei brani.In questo percorso sonoro vengono introdotti momenti delicati e introspettivi, con l’uso del pianoforte e della chitarra acustica, cercando sempre di fornire un supporto melodico alla brutalità.
Se devo pensare a un gruppo che stilisticamente si avvicini a loro, direi che si possono paragonare ai Sulphur Aeon con il loro black/death profondo e oscuro, ma allo stesso tempo attento a un certo concetto di musicalità. In questo caso, la componente melodica è sicuramente molto più impattante nelle sue varie forme, sia atmosferiche e di contorno, sia come parte integrante dei brani.
Questo salto tra il mondo glaciale del black e il death metal cupo, brutale e viscerale, crea un connubio devastante e veramente azzeccato.
Un disco che sicuramente lascerà il segno nell’ascoltatore e terrà alta l’attenzione per tutta la sua durata, senza esitazione, stimolando notevolmente la curiosità con l’avanzare delle tracce.
Daniele Giudici