Hyperia

The Serpent’s Cycle

The Serpent’s Cycle” è il titolo del nuovo album in casa Hyperia. La band canadese arrivata al quarto full lenght non tradisce le aspettative. Già in passato avevano dimostrato di potersi fare largo nella lista delle band thrash metal di seconda generazione degne di nota. Un marchio di fabbrica aggressivo, deciso, c’è tanta violenza sonora, grazie a riffs taglienti e una voce femminile in grado di non far rimpiangere esimi colleghi.

Vi ho raccontato della parte più malvagia della band, tutto vero, anche se nonostante si tratta di thrash metal furente, la melodia a tratti è presente. Il genere ha detto tanto in passato e di certo non è mai semplice ripercorrere anche a distanza linee tracciate anni prima, tuttavia gli Hyperia credo possano aver aggiunto qualcosa, specie nei singoli. A tal proposito ho apprezzato e molto la prova di Colin Ryley, il chitarrista ha offerto una prova davvero convincente, dei riffs abbiamo già parlato, ci tengo però a sottolineare l’’ottimo lavoro anche nei solos, a tratti quasi barocchi e certamente cantabili, come nel caso di “Prophet of Deceit”.L’album prende il via con “Ego Trip”, fin dalle prime note siamo ben consci che ci sarà da scapocciare a dovere e in tutta onestà non veniamo affatto traditi, gli Hyperia per tutta la durata del disco (circa 50minuti) picchiano duro, di fatto la parola sosta non è mai contemplata.

Ci ricordiamo il thrash eightiees, dopo circa 35 anni siamo ancora qui,questo per me non è affatto un difetto, anzi sono sempre molto felice nell’ascoltare band che picchiano ancora duro, senza troppi fronzoli,sfrontati. The Serpent’s Cycle è un album omogeneo, nonostante le canzoni sono ben  riconoscibili tra loro, non ci sono vette altissime ma ancora più importante neanche canzoni riempitive, come detto questo nuovo capitolo si pone come un passo in avanti nella carriera della band e siamo certi che il prossimo album sarà ancora più maturo.“Spirit Bandit”, “Deathbringer” e “Automatic Thrash Machine” si pongono come il biglietto da visita più completo, specie per chi non conosce la band, con poche note gli Hyperia si presentano al grande pubblico. La produzione del disco è molto buona, da una parte la band ha voluto mantenere i tratti del thrash old school, ma dall’altra i suoni si fanno più compressi e il mastering finale è capace di esaltare l’ottimo lavoro fornito dalla sezione ritmica: Ryan Idris alla batteria e Jon Power al basso.
*Nell’ascolto definitivo ho trovato anche qualche sfumatura melodic death,può sembrare quasi fuorviante, non lasciatevi ingannare il trademark è quello, solo a tratti alcuni riffs vanno a sfociare in una decade avanti.Ho già detto qualcosa di Marlee Ryley, la sua prova dietro il microfono è più che buona, nessun calo di forma nelle 11 canzoni a disposizione, brava!E’ difficile non essere coinvolti dalla musica degli Hyperia, ormai mi trovo quasi ai titoli di coda, la furia assassina dei nostri è letale, picchiano duro, calpestano chiunque cerchi di fermarli, Thrash Metal! Prima di chiudere con l’ascolto del nuovo full lenght degli Hyperia c’è spazio anche per una sorpresa, anzi bella sorpresa, la band infatti si cimenta con un grande classico “Crazy On You” degli Heart. Devo dire che i ragazzi sono stati capaci di cavarsela molto bene anche fuori dai confini amici, dopo una partenza sdolcinata, (bellissimo l’intro) hanno ripreso a far male. In conclusione “The Serpent’s Cycle” è un album che mi è piaciuto, nessuno grida al miracolo, ma quel che conta che la musica sia buona e in questo caso lo è davvero.

Trevor

Ego Trip
Automatic Thrash Machine
Prophet Of Deceit
Psychosomatic
The Serpent’s Cycle
Trapped In Time
Eye For An Eye
Binge &Amp; Surge
Deathbringer
Crazy On You (Heart Cover)

Colin Ryley – guitars
Marlee Ryley – vocals
Ryan Idris  –  drums
Jon Power – bass