Heavy Load

Riders of the ancient Storm

La Svezia vide formarsi questa band nel 1976, quindi nello stesso anno in cui i Judas diedero le coordinate alla musica Heavy Metal con il loro secondo lavoro ‘Sad Wings of Destiny’, staccandosi dall’Hard Rock imperante del momento.

Quando perciò gli svedesi debuttarono nel 1978 con ‘Full Speed of high Level’ avevano avuto tempo di maturare quel cambio di prospettiva. Da ciò si comprende come mai allora il sound degli Heavy Load fosse un misto di influenze hard e velleità metal; e anche oggi suonano perfettamente fine anni settanta con questo nuovo full-lenght, il quarto da allora. Questa modernità che oggi richiama alle registrazioni tutti i vecchi eroi della storia rock, fa tornare anche questi strani esseri scandinavi alla ribalta, che se in quei giorni apparivano particolari, anche nella fase odierna mantengono una forte personalità. Musicisti peculiari per essere tra i primi della Svezia e anche per aver scelto un approccio non ancora comune, quello tipicamente epico. L’esordio va visto nel contesto britannico della NWOBHMN, considerando che poi il secondo album uscì nel 1982 e il terzo nel 1983, e tale sonorità è perfettamente riscontrabile in questo quarto.

E’ frizzante e luminosa ‘RIDE THE NIGHT’ che fluisce facile fino al ritornello estroverso; un heavy metal semplice ma molto espressivo. Un sicuro pezzo di valore è la suite ‘SLAVE NO MORE’ che vive di oscurità doom, dal ritmo sornione ed avvolgente, e vi pone sopra un cantato interpretativo  teatrale che rende in modo suggestivo la magia di una song introspettiva, non certo impattante; la sua epicità è infatti insinuante, sono spire che si avvolgono intorno all’ascoltatore in modo progressivo, irretendolo. Un altro episodio importante è ‘RAVEN IS CALLING’, dove oltre al riff ossessivo si mettono in mostra le tastiere, che pongono un tappeto di base ma enfatizzano anche il paesaggio tra un rifframa e l’altro. Non ci sono filler, il fascino è continuativo, e anche nei brani minori dell’album si trovano eccellenti parti ideative e compositive, come per esempio la parte strumentale di ‘Walhalla Warriors’ legata al basso e all’assolo. L’acusticità dell’ultimo pezzo, il totalmente strumentale ‘Butterfly Whispering’, è davvero un bel momento cullante a cui lasciarsi andare senza dare fretta al tempo che ci vuole trascinare via; respira un senso di musica classica fuori dal nostro spazio rockettaro, ma che da anni ormai fa parte dei linguaggi rock.

Gli assoli sono belli, mai troppo canonici e posseggono molta musicalità melodica. L’ugola non è virtuosa in senso tipico, ma nella sua apparente debolezza presenta invece una netta capacità di modulazione in vari toni, anche più alti. La produzione tecnica soddisfa egregiamente le aspettative considerando che in passato essa non era perfetta. Il genere è epico ma forse con un tasso meno rutilante dei Manowar e comunque non assomigliante alla stilistica degli americani, creatori allora di un approccio totalmente diverso e molto più innovativo rispetto agli Heavy Load. La base riffica e atmosferica di questo disco rimane strettamente legata alla New Wave Of British Heavy Metal pur se elaborata secondo una visione più gelida. I riff si legano spesso a rarefazioni evocative che vengono esternate da un uso degli strumenti che funziona per sottrazione. Si immettono cioè andamenti non affollati di suoni, seguendo la linea nuda dei riff o della voce, mai soffocando con inserti in eccesso. Naturalmente questa cosa si può fare bene solo se si possiede ispirazione e le idee sono qualitative, come in questo caso. Ma gli Heavy Load hanno proprio la verve artistica che serve. Se notiamo che non si tratta di metal originale è semplicemente perché loro stessi lo hanno elaborato più di quarant’anni fa, del resto questo disco esce precisamente quaranta’anni dopo il precedente. E copiando se stessi si evidenzia che la personalità che li contraddistingue è tanta. Sembra strano trovare oggi un disco così, come se la porta del 1983 si fosse aperta qui ed ora. 

Roberto Sky Latini

Ride the Night
We rock the World
Walhalla Warriors
Angel Dark
Slave No More
Raven Is Calling
Sail Away
Butterfly Whispering

Ragne Wahlquist – vocals / guitar / keyboards
Niclas Sunnerberg – guitar
Torbjörn Ragnesjö- bass
Styrbjörn Wahlquist – drums