Hädangången

Tomhet

“Nella radura soffro. Il vento accarezza la corda,la lotta della vita continua.
Una nebbia notturna, una battaglia finale. All’ombra del mio cuore, dove la mente trova riposo.
§Qui dondolerò per sempre, sopra i piedi dell’albero.Un’ira è giunta, la battaglia della vita è iniziata.
Una nebbia notturna, una battaglia finale.”

Queste parole aprono il primo brano dell’album di debutto del gruppo svedese Hädangången, progetto solista di Vindsval.Già dalla copertina dell’album è facile intuire le tematiche e le atmosfere che l’ascoltatore affronterà lungo questo cammino sonoro.Il gufo che domina dall’alto, un uomo impiccato nella fitta e oscura foresta, una persona sdraiata sotto che sembra urlare disperazione e una capanna.

Un’immagine dai toni sfumati che potrebbe racchiudere una miriade di significati.La possiamo definire un’immagine dai toni depressivi, cupi e agonizzanti, ed è ciò che la musica di questo disco trasmetterà perfettamente all’ascoltatore.Le sonorità richiamano un classico black metal lo-fi di matrice scandinava, dove le ritmiche alternano sfuriate e momenti lenti e pesanti come macigni.
Le chitarre, con il loro incedere grezzo, si scagliano con riff gelidi e ipnotici, mentre la parte ritmica si fa carico dell’alternanza emotiva di rabbia e disperazione.

L’intensità dei sentimenti che si sprigionano nelle note di questo disco fa toccare con mano l’agonia e la gelida desolazione più cupa e profonda.La batteria scorre con tempi medi a tratti, per poi spostarsi in blast beat più feroci, ma sempre perfettamente amalgamata al momento e alla narrazione musicale del disco.Elementi atmosferici immergono ancora di più l’ascoltatore in questo gelido e desolato mondo, aggiungendo i rumori del vento, i versi del gufo, il movimento della corda che oscilla, le campane che suonano, per una totale immersione nel luogo narrato.

Siamo di fronte a un black metal di matrice scandinava con evidenti toni depressivi, dove si scende profondamente verso mondi oscuri, crudi e agonizzanti, trasmettendo una carica emotiva impressionante.La strumentazione, e con essa la produzione, risulta grezza e scarna, enfatizzando ulteriormente gli elementi di gelida desolazione e agonia.Un lavoro sicuramente eccellente per la capacità di trasmettere un disco che trasuda emotività e nera disperazione da tutti i pori.

Riesce a trasmettere in modo perfetto i sentimenti più sofferenti e disperati, supportati da una musica che non lascia scampo, portandoti nell’oscuro e profondo mondo della sofferenza più totale.
Prima di ascoltare questo disco, bisogna sentirsi assolutamente pronti a scendere nell’abisso più profondo e a non uscirne senza i segni addosso di questa cascata di disperata malignità.

Daniele Giudici

I skuggan av mitt hjärta
En tår av vemod
Nattlig bekännelse
Kampen till friheten
I ottan är du kommen
Snödroppe

Vindsval – vocals, all instruments